Sono arrivati questa mattina circa 120 profughi siriani dal Libano, con i corridoi umanitari. Siamo arrivati a 1000. Tra loro un bambino di un mese e mezzo ed una giovane coppia di Aleppo, appena sposati.
A tutti loro il benvenuto del presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo: "Vi accogliamo come fratelli e sorelle! Questo progetto continuerà, perchè ha unito tutti. Le porte restano aperte, perchè l'integrazione funziona con i corridoi umanitari!"
Una conferma è giunta anche da parte del governo italiano, per bocca del viceministro Mario Giro: "I corridoi umanitari continueranno, sono un'eccellenza italiana e europea".
Paolo Naso, della Federazione delle Chiese evangeliche, si rivolge alla stampa: "date più voce a questa Italia bella e accogliente, costruiamo una contronarrazione sull'immigrazione".
Dall'Ansa
Lacrime, sorrisi ed abbracci. E’ la fotografia dell’arrivo, questa mattina, all’aeroporto di Fiumicino del nuovo gruppo di 125 profughi siriani attraverso il progetto dei Corridoi Umanitari. Si tratta di 47 nuclei familiari, sia musulmani sia cristiani, tra cui 54 minori (il più piccolo ha un mese e mezzo), tanti con le bandierine tricolori in mano, giunti via Beirut, accolti dal vice ministro degli Esteri, Mario Giro ("Ringrazio Alitalia, per lo sforzo fatto in questa fase, e tutte le forze dell’ordine"), dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, da Paolo Naso, della Comunità valdese italiana, e da rappresentati del ministero dell’Interno, oltre che dai volontari e dal personale di Aeroporti di Roma. Per loro anche il commosso benvenuto di familiari ed amici siriani, già integrati in Italia ed arrivati con i primi dei 16 voli complessivi dall’inizio del
progetto umanitario. Tra i profughi arrivati anche due giovani novelli sposi, assai commossi, accolti con un bouquet di fiori dal fratello dello sposo, già integrato in Italia.
Ebbe tutto inizio un anno e mezzo fa: la prima famiglia ad arrivare con un regolare volo di linea da Beirut fu quella della piccola Falak, originaria di Homs, seguita, il 29 febbraio, dal primo cospicuo corridoio umanitario, composto da un centinaio di siriani. "Siamo molto felici che oggi, arrivando alla quota simbolica di 1000 arrivi, si chiuda una prima fase del progetto - ha sottolineato Impagliazzo - ma non è l’ultima fase: le porte non si chiudono ma restano aperte. Gli italiani hanno apprezzato un progetto umanitario che li ha uniti e non divisi, come in ogni campagna elettorale. Umanità e sicurezza vanno insieme in questo progetto d’integrazione che funziona. Ora tanti bambini finalmente potranno andare a scuola, il loro futuro. Abbiamo raccolto l’impegno di tanti italiani, famiglie, parrocchie, associazioni, che, toccati dalla situazione drammatica che si vive ancora in Siria, hanno deciso di accogliere, a loro spese e volontariamente, i profughi. Il Governo ha avuto il merito di credere in questa iniziativa e di far si che, in futuro, sia replicabile con un nuovo protocollo per altri 1000 profughi".
"Quando due anni e mezzo fa cominciammo a ragionare su questo progetto nessuno credeva che questo sogno si sarebbe realizzato - ha detto a sua volta Naso - grazie agli operatori, ai nostri consolati ed ambasciate, abbiamo oggi raggiunto un traguardo con la speranza che il sogno continui con altri 1000 arrivi".
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