In un'affollata sala dell'antico ospedale romano del S. Gallicano, si è tenuta la presentazione del 3° Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio curato dalla Comunità di Sant'Egidio.
Il volume, che prende in esame i dati sulle condizioni di disagio e povertà nel 2013, è frutto di un ampio lavoro collettivo, come ha ricordato l'on. Mario Marazziti che ha moderato la presentazione, e nasce da anni di amicizia tra la Comunità e chi vive in condizioni di povertà e dal sentire "i problemi dei poveri come i problemi della mia famiglia".
Giuseppe De Rita, presidente del CENSIS, nel suo intervento ha proposto un interessante parallelo con il convegno sui mali di Roma del 1974: De Rita ha evidenziato differenze e similitudini tra la situazione di Roma di allora e quella di oggi: quarant'anni Roma era composta da due città, quella dei quartieri ricchi e quella dei poveri con le sue periferie e le borgate. Oggi la situazione è più intricata: quando viene a mancare la rete familiare o la casa è facile che si generino situazioni di "povertà individualizzata". De Rita ha parlato di "una frammentazione del disagio" che va affrontata con strumenti nuovi, un welfare da ripensare "strada per strada", situazione per situazione.
Laura Sabbadini, direttore del Dipartimento per le Statistiche Sociali dell'Istat, ha individuato nel fattore "tempo" una delle peculiarità più pericolose della crisi che stiamo attraversando: una crisi lunga che ha logorato la capacità di resistenza delle famiglie, il più grande ammortizzatore sociale del nostro Paese. Dal Rapporto, secondo la Sabbadini, tutti possono trarre uno aiuto concreto per individuare le vere vittime della crisi.
"E' il terzo rapporto annuale sulla povertà curato da Sant'Egidio: mettendo insieme le tre edizioni si ha come un filmato sull'impoverimento della città". E' questa la sintesi di Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di Commercio di Roma, che individua nell'inizio della crisi, tre anni fa, il piano inclinato che porta oggi tanti frutti amari di impoverimento. Secondo Tagliavanti il rapporto che fotografa bene i "nuovi poveri", appartenenti al ceto medio, persone che tre anni fà non avrebbero immaginato di diventarlo. E se a Roma il PIL è sceso del 9%, altrettanto allarmante è il dato sulla disoccupazione giunta al 12%, il doppio rispetto al 2007, conseguenza, secondo Tagliavanti, dell'erosione dei tre pilastri che da anni hanno sostenuto l'economia romana: edilizia, consumo e capacità di spesa della pubblica amministrazione. Il vicepresidente della Camera di Commercio ha concluso il suo intervento con una speranza: come il convegno sui "mali di roma" del febbraio 1974 fu un'occasione di riflessione per cambiare la città partendo dalla povertà, anche questo rapporto sia un punto di partenza per rendere Roma una città migliore.
Mario Marazziti, nelle sue conclusioni, ha evidenziato come il Rapporto abbia ormai assunto una sua identità chiara: si tratta "un'analisi qualitativa sulle tendenze del disagio, sulle trasformazioni in atto nella nostra città", con l'auspicio che essa possa contribuire a "pensare alla soluzione prima che il problema sia scoppiato". |