L'Associazione malattie renali - Amare - ha festeggiato l'importante traguardo dei venticinque anni di attività con un convegno sui temi della solidarietà e dell'integrazione.
Sabato pomeriggio nella sala consiliare del municipio tifernate, la conversazione è stata guidata dall'on. Walter Verini che, dopo i saluti iniziali da parte dei rappresentanti dell'associazione, ha chiesto al Sindaco di Città di Castello di tracciare un quadro sul livello di integrazione in città. "Sul nostro territorio - ha detto Bacchetta - c'è una grande presenza di associazioni, cui l'Amministrazione si affianca nell'affrontare progetti di integrazione e convivenza in un clima di collaborativa serenità, anche in questo periodo in cui il fenomeno migratorio mette a dura prova le istituzioni e la società intera".
Al convegno era presente anche Elhaouzi Mohamed, rappresentante e portavoce del Centro culturale islamico di Città di Castello, che ha espresso il punto di vista della comunità che rappresenta: "Migrare - ha detto - è un passo lungo verso una nuova terra, una nuova cultura, un passo fatto forzatamente. L'integrazione non è semplice perché non è semplice sentirsi a casa nel nuovo Paese. Lo sforzo di integrazione richiede l'impegno delle parti, nel rispetto della legge e delle tradizioni, anche se non condivise".
Il vescovo Domenico Cancian, cui è stata chiesta una nota sullo stato di salute della coesione diocesana, ha invitato a non far prevalere la complessità della situazione attuale sulla partecipazione emotiva e concreta tipica dell'atteggiamento di idealità che indica l'orizzonte da percorrere. "Concretamente - ha affermato Cancian - bisognerebbe dire dei no alla violenza, alla xenofobia, all'illegalità, all'abbandono dei fratelli in difficoltà". In diocesi sono molte le realtà attive sul fronte dell'accoglienza, e molti sono gli esempi di missionari, anche laici, che mostrano una sensibilità concreta in tal senso.
Presente all'evento anche Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera ed ex portavoce della Comunità di Sant'Egidio. "La paura che oggi caratterizza lo stato d'animo di molti cittadini - ha sottolineato nel suo intervento - è scollegata dalla realtà, ma proporzionale ai titoli dei giornali e dei notiziari. Troppo spesso si collega la violenza agli stranieri, dimenticando che è la marginalità che fa commettere reati, non la nazionalità o la religione. Il problema è dunque la condizione a margine in cui vivono le persone. La soluzione sta nei passi, come quelli relativi alla legge sulla cittadinanza, che permettono di eludere il limbo della marginalità, promuovendo una vera e proficua integrazione".
Sabina Ronconi
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