Ora si tratta di implementare l`accordo. Perché la firma dell`altroieri a Manila tra Governo filippino e Fronte islamico di liberazione Moro (Milf) è, sì, un traguardo storico per porre fine alla guerriglia separatista a Mindanao, ma anche una nuova partenza. Il primo test sarà il convegno del 6 e 7 giugno organizzato dalla Chiesa filippina a Cotabato, la capitale della nuova entità Bangsamoro nata dall`accordo, cui parteciperà il cardinale Orlando Quevedo e i leader islamici. A illustrare la road map, all`indomani dello storico accordo, sono il presidente della Comunità di Sant`Egidio, Marco Impagliazzo, e la responsabile per il Sud-est asiatico, Valeria Martano. La firma che potrebbe chiudere decenni di guerriglia che ha causato 140mila morti è «la prova di quanto il fattore religioso sia determinante nella soluzione dei conflitti - dice Impagliazzo - ed è un`altra vittoria dello spirito di Assisi».
L`accordo è frutto della trattativa condotta dal 1996 dal Gruppo Internazionale di Contatto formato da quattro grandi organizzazioni internazionali fra cui Muhammaddiyah, movimento islamico moderato indonesiano attivo nell`educazione e nell`assistenza sociale, e Sant`Egidio, da tempo presente nelle Filippine. Le ultime fasi della trattativa sono state seguite in loco da Alberto Quattrucci, delegato della Comunità. Ora, spiega Impagliazzo «l`accordo dovrà essere implementato anche col pieno coinvolgimento della popolazione e dei gruppi etnici locali, e il dialogo fra musulmani e cristiani sarà ancora una volta determinante».
Martano spiega che l`accordo «prevede un`ampia autonomia su polizia, tasse, acque territoriali, risorse, Parlamento, riconoscendo le diversità pur nell`unità del Paese». Importante anche il riconoscimento del governo di Manila in una parte del Paese in cui di fatto lo stato non è mai esistito. «Il vero lavoro - concorda l`ex ambasciatore italiano Luca Fornai - è portare lo sviluppo in una regione ricchissima di risorse minerarie ma con una popolazione poverissima, esposta agli estremismi».
Proprio per portare aiuti ai filippini colpiti dal tifone Hayan a novembre, da marzo è nelle Filippine il segretario del Pontificio consiglio per i Migranti, il vescovo Joseph Kalathiparambil, per finanziare progetti di solidarietà peri pescatori, tra cui la ricostruzione di case sulla costa e la fornitura di barche.
Luca Liverani
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