Si è appena concluso a Milano il Forum della cooperazione internazionale dal titolo Muovi l'Italia, cambia il mondo, che ha segnato una svolta significativa nella cultura e nella promozione della cooperazione stessa. Più di 1.600 persone, provenienti da tutta Italia e da diversi settori, hanno ragionato per due giorni con passione e impegno su come aggiornare, rivitalizzare, ridare linfa e speranza a un pilastro della politica internazionale che considero decisivo per la costruzione del futuro mondiale. La cooperazione viene da lontano: un grande movimento di solidarietà, motivata dalle culture politiche e religiose su cui si fonda l'Italia. Sembrava che la fine di urta stagione storica potesse render caduche tali motivazioni che scaldavano cuori e menti, come la liberazione e io sviluppo dei popoli decolonizzati. Se il governo del mondo sembra affidato a forze più grandi - ci si chiede -, non è velleitaria l'azione solidale?
Cooperare è, invece, essenziale proprio nel mondo globalizzato. Un Paese che non coopera declina. La cooperazione è una grande via di internazionalizzazione ed estroversione dell'Italia. Non un settore di qualche esperto appassionato o eroe. Cooperare significa anche creare nuove opportunità economiche e di sviluppo per le imprese del nostro Paese. In un mondo sempre più interdipendente si cresce tutti insieme o si perde tutti insieme. Cooperare vuoi dire intessere relazioni, sviluppare dialogo e conoscenza. E anche promuovere sicurezza e rispetto dell'ambiente. La cooperazione è troppo importante per essere lasciata a pochi. Gli italiani, spaesati in un mondo divenuto largo, possono trovare una via di partecipazione alle vicende globali anche solo sostenendo la cooperazione. È la via per sentirsi meno stranieri all'universo globale. Aprirsi al mondo ci ridarà coraggio, in nuove idee e imprese. A Milano si è riunita un'Italia che non rinuncia a pensare e agire alla grande nel mondo. È una buona notizia per tutti.
Andrea Riccardi