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11 Marzo 2016

Il progetto di un centro culturale islamico

«Nuova moschea a Bari per aprire al dialogo»

«Nessun contatto con istituzioni o Paesi esteri ma solo contribuzioni volontarie dai credenti della comunità barese»

 
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Anche Bari apre le porte alla comunità islamica. È prevista la nascita di una nuova moschea nei pressi del conservatorio «Niccolò Piccinni». La novità suscita certamente dibattito e riflessioni. Conoscere quanto sta accadendo è il presupposto di base per iniziare un dialogo tra fedi religiose diverse. Il portavoce della comunità islamica di Puglia, Sharif Lorenzini, spiega così la necessità di dare dignità al luogo di culto, qualcosa di poco più che un capannone, in una moschea «Più che una nuova moschea, si tratta di un nostro progetto finalizzato a ricostruire la sede attuale della comunità islamica barese». Spiega che in realtà siamo di fronte «ad un cortile con delle strutture annesse di cui eravamo proprietari solo in parte, un terzo restante l'abbiamo acquistato all'asta». Sono stati raccolti dei contributi fra i fedeli per la realizzazione di questi edifici di culto. «Il progetto futuro è presentare al Comune una richiesta di permesso a costruire un centro culturale ambivalente che - dice Lorenzini - funga come luogo di preghiera, ma anche come una porta aperta alla cittadinanza per uno scambio culturale e di incontro con la collettività».
In città si calcola vi siano oltre 10mila cittadini di fede musulmana. «Siamo in una posizione di dialogo ed apertura nei confronti di tutte le altre fedi religiose - tiene a precisare il portavoce delle comunità islamiche - che è il pre-requisito fondamentale». Il suo auspicio: «insieme agli omologhi che sono ai vertici delle altre rappresentanze religiose in città dobbiamo pensare e programmare iniziative a favore della pace ed integrazione di tutte le fedi».
Lorenzini si spinge oltre. «Il dialogo aperto è solo un punto di partenza per giungere a veri e propri partenariati stretti con altre confessioni religiose». Nessun contatto con istituzioni o Paesi esteri ma solo contribuzioni volontarie da parte dei credenti della stessa comunità islamica barese. «Siamo pronti ad accogliere contributi caritatevoli anche da parte di chi non professa la nostra stessa fede religiosa», aggiunge Lorenzini. La nascita di una nuova moschea, dunque, come simbolo della ricchezza di una città che è multietnica e multireligiosa.
Francesco Mongelli, referente a Bari della comunità di Sant'Egidio accoglie positivamente l'iniziativa. «Non possiamo che essere d'accordo anzitutto per la tutela della libertà di culto che va garantita ad ogni singola persona». Il mondo cattolico rinnova l'apertura al dialogo. «Ciascuno sia libero di professare liberamente il proprio culto». Ieri gli assessori Silvio Maselli e Paola Romano hanno partecipato per l'occasione all'Open Day 2016
«La misericordia ci unisce».
«Incontro diversi amici il martedì sera quando distribuiamo i pasti alla stazione centrale - dice Mongelli - mi piacerebbe che gli amici islamici spiegassero alla cittadinanza i contenuti della loro religione». La sua parola d'ordine: «superare i pregiudizi credo si basi sulla conoscenza». La sua analisi: «ci avviamo verso una società meticcia con diverse fedi, etnie e culture, per cui sono contento che gli islamici abbiano finalmente un luogo in cui professare il proprio credo».
L'assessore con delega al dialogo con le religioni, Silvio Maselli replica a quanti, come l'on. Nuccio Altieri, chiedono una risposta forte da parte della comunità islamica nel condannare il fanatismo. «Su questo si misura la diversità tra destra e sinistra ma anche tra l'aderenza o meno al dettato costituzionale che consnete la piena libertà religiosa in Italia». Cita un esempio: «nell'asilo che frequenta mio figlio, i suoi compagni si chiamano Abdul, Cheng, Alessandra, Mohammed; siamo in una società multiculturale basata sulla reciproca comprensione che è fondamentale per garantire la coesione sociale». Ribadisce: «è legittima la richiesta della comunità islamica di ampliare la propria moschea che è adesso solo un capannone in via Capruzzi». Conclude: «sono immobili di proprietà privata ed altri che stanno acquistando e tutto avverrà senza oneri per il Comune».


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