change language
te itt vagy: home - sajtószemle newsletterlink

Support the Community

  
Augusztus 12 2016

«In Libia diplomazia, non truppe»

Il viceministro degli Esteri Giro: l'approccio italiano sta dando frutti

 
nyomtatható verzió

«Le polemiche su un presunto intervento militare italiano creano solo un polverone sterile... In Libia c'è un accordo fra fazioni che ha favorito la nascita di un governo. Un processo politico travagliato, ma che procede. L'apporto italiano a quel processo è stato, ed è, politico e diplomatico, non militare. Un "modello" che si potrebbe applicare anche in Siria...». Per anni in prima linea nelle crisi internazionali come mediatore della Comunità di Sant'Egidio, il viceministro degli Esteri Mario Giro conosce a fondo le dinamiche relative ai conflitti. E, nel colloquio con Avvenire, respinge al mittente gli attacchi politici su un "interventismo" armato del governo in Libia all'insaputa del Parlamento.
Viceministro, le opposizioni continuano a invitare il governo a recarsi alle Camere per chiarire...
Sulla questione, ripeto, si sta facendo solo un polverone. Non ci sono truppe italiane operative in Libia, come ha detto il ministro Gentiloni. C'è solo una serie di azioni di assistenza, di cui abbiamo più volte parlato.
Nell'assistenza rientrano anche gli sminamenti a Misurata, in zone lontane dai combattimenti, di cui lei accennava l'altro ieri? E cosa può dirci della presenza di personale dell'intelligence? Sulle questioni di intelligence, è opportuna la riservatezza. Il governo ha informato il Copasir di tali attività in Libia, quali che siano?
Anche in tal caso, e come per tutte le questioni che riguardano il Copasir, è d'obbligo non commentare. Voglio però puntualizzare una cosa...
Quale?
Se in Libia oggi c'è un governo come quello di Al Serraj, lo si deve all'approccio dell'Italia, che ha sempre creduto, anche quando non ci credeva nessuno, che potesse esistere una soluzione non militare alla crisi libica. Noi abbiamo pazientemente spinto per l'accordo di Skhirat, per la definizione del Consiglio di presidenza e la nomina di un premier e perché potesse insediare un governo unitario a Tripoli. Di questo "modello italiano" dobbiamo andare orgogliosi.
Al Serraj lamenta che il parlamento di Tobruk non abbia ancora ratificato il suo esecutivo. Una impasse che dura da troppi mesi, non crede?
Sì. E dobbiamo lavorarci molto: la maggioranza dei deputati di Tobruk è a favore, il problema è che non convocano la seduta. Ci sono poi altri nodi: il principale è l'opposizione del generale Khalifa Haftar. Sono in corso negoziati e confidiamo che la soluzione possa arrivare da un accordo fra libici. Comunque non servirebbe imporla dall'esterno: il ruolo dell'Italia e della comunità internazionale dev'essere quello di un accompagnamento.
La riapertura dell'ambasciata italiana a Tripoli è un ulteriore passo in quel senso?
L'intento, con la nomina dell'ambasciatore Giuseppe Perrone, a cui faccio i miei auguri, è proprio di avere sul posto un riferimento diplomatico permanente, per seguire da vicino i processi in atto.
Riconquistata Sirte, prevede che la strada per "bonificare" la Libia dal Daesh sia in discesa? Quali sono gli altri focolai?
Le milizie del Daesh si erano concentrate a Sirte. Ma ci sono altri gruppi a sud, come Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), che vanno contrastati.
In filmati del Daesh compaiono fotogrammi del presidente Mattarella, del premier Renzi, del ministro Gentiloni, con l'accusa di sostegno ad Al Serrai. L'impegno in Libia mette l'Italia ancor più nel mirino dei jihadisti?
La sfida dei terroristi è rivolta a tutti i Paesi che lo contrastano, anche arabi. Da parte dell'Italia, l'attenzione è massima rispetto a qualsiasi tipo di allarme. Ma la nostra politica è sempre rispettosa delle istanze locali. È una politica che io definisco d'influenza e non d'ingerenza.
Sul piano umanitario, l'Italia ha risposto all'appello di Al Serraj fornendo assistenza a diversi feriti. Cos'altro sta facendo il governo?
Abbiamo destinato 2 milioni di euro in azioni umanitarie e disposto un pacchetto d'interventi per 1 milione e mezzo per la prima emergenza, attraverso Croce rossa internazionale e Acnur. Un altro milione di euro lo abbiamo stanziato per alimenti, medicinali e kit sanitari in vari ospedali civili di almeno 5 città, come Bengasi e Tripoli, e anche nel Sud, dove non arriva nessuno.
Dalle coste libiche continuano a partire migliaia di migranti. Il loro dramma rende ancora più urgente stabilizzare il Paese...
Sì, è vitale per normalizzare i flussi migratori. Mentre per i migranti che sono già in Italia, le logiche di tipo emergenziale non bastano: occorre immaginare un "piano di integrazione" per chi rimane.
L'altro grande "buco nero" che agita Mediterraneo e Medio Oriente è la crisi siriana.
È un conflitto totalmente fuori controllo. Ci sono situazioni tremende, ad Aleppo e in altre città. Finché non ci sarà una tregua stabile, non sarà possibile rafforzare i corridoi umanitari. Anche come si è fatto in Libia, servirebbe un accordo fra le parti in lotta. E confido che l'incontro fra Putin ed Erdogan possa contribuire a sbloccare la situazione.


 OLVASSON
• HÍR
Január 1 2018
RÓMA, OLASZORSZÁG

Róma, 2018, január 1., Békét minden földnek

IT | ES | DE | FR | PT | NL | HU
Január 1 2018

Békefolyamat Casamance tartományban: a szenegáli kormányzat két foglyot szabadon bocsátott

IT | DE | FR | PT | NL | HU
November 16 2017

Alexander Van der Bellen osztrák államfő látogatása Rómában

IT | ES | DE | FR | HU
Október 6 2017
MOZAMBIK

Október 4. – A 25 éve aláírt mozambiki békeszerződést ünnepeljük Mozambikban és az egész világon

IT | PT | HU
Június 20 2017
RÓMA, OLASZORSZÁG

A Sant’Egidio közösség székhelyén a Közép-afrikai Köztársaság képviselői aláírták a fegyverszüneti egyezményt

IT | EN | ES | DE | FR | PT | CA | NL | RU | HU
Június 9 2017
NEW YORK, EGYESÜLT ÁLLAMOK

Az ENSZ és a Sant'Egidio közösség megállapodást írt alá New Yorkban: együttműködnek a békéért

IT | EN | PT | HU
minden hír
• RELEASE
Február 27 2018
Vatican Insider

Corridoi umanitari, 114 profughi dall’Etiopia. Galantino: no allo sciacallaggio politico

Február 26 2018
Roma sette

Congo e Sud Sudan, Gnavi: «La liberazione ha il nome di Gesù»

Február 23 2018
Domradio.de

"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"

Február 22 2018
Famiglia Cristiana

La preghiera sia un urlo contro le guerre

Február 21 2018
Vatican Insider

Sant’Egidio si unisce alla Giornata di digiuno per Congo e Sud Sudan indetta dal Papa

Február 21 2018
SIR

Giornata preghiera e digiuno: Comunità di Sant’Egidio, adesione all’invito del Papa. Veglia nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma e in molte città italiane

minden sajtóközlemények
• NO HALÁLBÜNTETÉS
Október 10 2017

On 15th World Day Against the Death Penalty let us visit the poorest convicts in Africa

Október 7 2015
EGYESÜLT ÁLLAMOK

The World Coalition Against the Death Penalty - XIII world day against the death penalty

Október 5 2015
EFE

Fallece un preso japonés tras pasar 43 años en el corredor de la muerte

Szeptember 24 2015

Pope Francis calls on Congress to end the death penalty. "Every life is sacred", he said

Március 12 2015
AFP

Arabie: trois hommes dont un Saoudien exécutés pour trafic de drogue

Március 12 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

Március 9 2015
Reuters

Australia to restate opposition to death penalty as executions loom in Indonesia

Március 9 2015
AFP

Le Pakistan repousse de facto l'exécution du meurtrier d'un critique de la loi sur le blasphème

Március 9 2015
AFP

Peine de mort en Indonésie: la justice va étudier un appel des deux trafiquants australiens

Február 28 2015
EGYESÜLT ÁLLAMOK

13 Ways Of Looking At The Death Penalty

Február 15 2015

Archbishop Chaput applauds Penn. governor for halt to death penalty

December 11 2014
MADAGASZKÁR

C’est désormais officiel: Madagascar vient d’abolir la peine de mort!

nem megy a halálbüntetés
• DOKUMENTUMOK

''Entente de Sant'Egidio'': Political Agreement for Peace in the Central African Republic

Libya: The humanitarian agreement for the region of Fezzan, signed at Sant'Egidio on June 16th 2016 (Arabic text)

LIBYA - Joint declaration of Touareg and Tebou tribes supporting the Presidency Council of the Government of National Agreement in Tripoli - ARABIC

Nuclear Disarmament Symposium on the 70 th anniversary of the atomic bomb. Hiroshima, August 6 2015

az összes dokumentum