«A ROMA 100 mila - persone non arrivano alla fine del mese». Così Francesca Zuccari, responsabile mense e lavori peri senza dimora della comunità di Sant'Egidio sintetizza il quadro della povertà nella Capitale. «Non solo clochard», spiega. Sono variegate le tipologie dei «nuovi poveri». «Sono famiglie numerose o con un solo genitore, disoccupati, separati, anziani, quelli che si rivolgono ai nostri centri di accoglienza», in cui si distribuiscono generi alimentari e si effettuano visite mediche gratuite. Ma il vero «ultimo gradino» è quello della mensa. È frequentata «soprattutto da adulti tra i 50-65 anni che hanno lavorato in maniera stabile e regolare, ma sono usciti dal circuito lavorativo negli ultimi anni».
Il dato è il risultato tangibile della crisi economica iniziata nel 2005: «rivolgersi alle mense presuppone un percorso lungo i cui effetti cominciano a registrarsi solo ora». Ieri la presentazione di Roma dove mangiare, dormire e lavarsi 2014, «la guida Michelin dei poveri» - come l'ha definita il presidente Marco Impagliazzo - «un mosaico sulle strutture romane dell'accoglienza». Segnala servizi gratuiti, sempre più richiesti, non solo da stranieri. Anzi. «Se da un lato diminuiscono gli immigrati che vi accedono, dall'altro c'è un grande aumento di italiani che vivono in povertà», riferisce Impagliazzo. E, infatti, solo a Roma sono 8mila i cittadini senza dimora. Di questi, 2500 non trovano riparo per la notte e 2mila vivono in alloggi di fortuna. Gli altri vengono accolti da parrocchie, associazioni di volontariato, centri di Roma Capitale, «aperti già dall'8 dicembre, rispetto ai tempi più dilatati delle precedenti amministrazioni», ha riferito il presidente. Nel corso dell'anno, 800 tra italiani e non si sono iscritti ai centri accoglienza della Comunità di Sant'Egidio: ne12013 il numero dei nuovi del Centro italiani è raddoppiato rispetto al 2012 (52%). Anche la mensa di via Dandolo consente una radiografia della diffusa indigenza.
Lì gli italiani sono la prima nazionalità: 3300 rispetto ai 3000 del 2012, cioè il 10% in più; 539 i nuovi iscritti da gennaio. Per Impagliazzo, «L'infragilimento della vita dei romani è dovuto alla perdita di lavoro e agli sfratti esecutivi, che portano molti sul lastrico». È il quadro che emerge dalle telefonate ricevute dalla Comunità nel 2013, di cui 641 legati a problemi economici e abitativi (il 12% in più rispetto al 2012).Anche l'Istat conferma che Roma è la capitale degli sfratti: 7800 quelli sentenziati nel 2013, con più di dieci famiglie al giorno che hanno dovuto lasciare la propria casa e 40mila nuclei in difficoltà. La causa, per più di otto sfratti su dieci, l'incapacità di pagare l'affitto.
Ad aggravare la situazione, l'imminente scadenza del Programma Ue di aiuti alimentari, sostituito da un nuovo Fondo dotato per ora di soli 10 milioni: «c'è il rischio che non saranno disponibili derrate alimentari se non a fine 2014». Ma un altro lato della medaglia esiste. I volontari sono oggi 2200, «grazie a Papa Francesco, che ci invita a non lasciare soli i poveri». I prossimi appuntamenti: il 24 la Cena di Natale itinerante, il 25 il tradizionale pranzo a Trastevere, il 26 il pranzo a Regina Coeli.