Tornare indietro, sulla stessa rotta fatta ormai più di venti anni fa, per "uno sbarco al contrario" verso l'Albania. Una traversata controcorrente nel Mediterraneo, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, per dimostrare che l'accoglienza e l'integrazione sono sempre possibili. Sulla nave Claudia Prima, che arriverà stamattina a Durazzo da Bari, insieme ad alcune centinaia di immigrati ed ex profughi ci sono anche Dawood, trentenne afgano, e Arriku, sessantenne albanese. "Nuovi europei" - in Italia da tempo - che hanno utilizzato quella via per raggiungere l'Europa e il sogno di una vita migliore. «I muri sono il passato, l'integrazione è il futuro - dice - occorre conoscersi, incontrarsi, lavorare». Lui ha vissuto lo sbarco di suoi "simili" a Lampedusa, prima, e a Catania, poi, «accogliendo con lo stesso affetto che anni fa ho ricevuto dagli italiani». Come lui anche Arriku, nel 1991, è stato «nella stessa situazione di queste persone», ha sacrificato «tutto per venire qui in Italia; tanti di noi sono morti nella traversata, come accade oggi».
Ora tornare indietro su quella rotta «liberamente, senza nascondersi», con un lavoro e amici a Roma, dicono, è il segno della speranza che «con sacrificio tutto si può fare, se lo vogliamo». Anche la pace tra i popoli. Così vogliono raggiungere l'Albania per lanciare un messaggio forte da questo Paese che ha conosciuto in passato un'immigrazione di massa, ma che oggi è modello di coabitazione.
Non si può arrestare l'attuale esodo dal Sud del mondo, spiega ancora Dawood, «se non si fa nulla per fermare i conflitti in corso. Le religioni possono fare molto per la pace». Per questo, ci si unirà a Tirana agli esponenti di diverse fedi, politici e pensatori presenti da domani all'8 settembre in città per l'incontro internazionale "La pace è sempre possibile", «per dire all'Europa e al mondo che non bisogna aver paura». E soprattutto, aggiunge alla fine Maria Quinto della Comunità di Sant'Egidio, mentre sta per imbarcarsi a Bari, che «la barca non è piena, c'è ancora spazio e possibilità di integrazione»
Alessia Guerrieri
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