| 25 Settembre 2015 |
Sant'Egidio |
«Continueremo ad accompagnarli» |
La comunità ha svolto un ruolo di «facilitatore». Impagliazzo: importante il lavoro delle nostre scuole |
|
Un grande passo verso la pace, dopo quasi 70 anni di guerra civile e mezzo milione di morti. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, esprime «grande soddisfazione» per l'accordo preliminare di pace firmato all'Avana fra il presidente colombiano Juan Manuel Santos e il leader delle Farc, Rodrigo Londono.
E conferma l'impegno della Comunità - che ha svolto un delicato ruolo di «facilitazione» per aprire canali di dialogo - per accompagnare il processo e far concludere definitivamente il negoziato entro i sei mesi previsti. Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia dovranno deporre le armi nei 60 giorni successivi.
A fare il punto sul cammino di pace, in una conferenza stampa nella sede trasteverina della Comunità, assieme al presidente Impagliazzo è Gianni La Bella, che negli anni scorsi ha seguito l'evoluzione della trattativa. Una luce dunque si è accesa in una lunghissima notte di violenze «iniziate quasi 70 anni fa, nel '49, che hanno provocato, fino ad oggi, 500mila vittime (tra guerra civile degli anni 50 e scontri tra Farc e governo dal '64 in poi). «Non c'è famiglia colombiana - dice Impagliazzo - che non abbia perso qualche congiunto». Se il processo andrà avanti, la Colombia, terzo Paese più popoloso dell'America Latina, «potrà riprendere il suo ruolo nel processo di integrazione dell'America Latina, e le ferite profonde inferte al popolo colombiano potranno essere rimarginate».
Sant'Egidio, puntualizza il presidente, «non si identifica con una parte politica, ma con la pace». Un metodo che ha portato buoni risultati già in Mozambico, Niger, Guinea Conakry, Costa d'Avorio. La firma all'Avana è anche il frutto di tre anni di lavoro sottotraccia che nel giugno e luglio scorsi hanno portato la Comunità a consegnare al Papa due messaggi delle Farc, in cui si chiedeva un suo intervento per giungere alla cessazione delle ostilità. Puntuale è arrivato l'appello di pace del Papa nella preghiera dell'Angelus di domenica scorsa all'Avana, riferito proprio alla Colombia: «Non possiamo permetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e riconciliazione».
Nella firma all'Avana, Sant'Egidio vede la conferma della sua tesi secondo cui «la pace è sempre possibile», ribadita nel recente Incontro internazionale di Tirana. Il ruolo della Comunità, sottolinea Impagliazzo, «si è esplicato nell'opera di facilitazione dell'incontro e del dialogo tra il governo e le Farc, insieme all'impegno a convincere gli estremismi dell'una e dell'altra parte». Un ruolo fondamentale sarà svolto anche dalle «Scuole della Pace», create dalle Comunità di Sant'Egidio in tutto il mondo proprio per educare alla pace le giovani generazioni.
L.Liv.
|
|
|