| 27 Settembre 2015 |
Accordo raggiunto tra la Colombia e le Farc Sant'Egidio: il nostro ruolo di «facilitatore» |
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«Grande soddisfazione» della Comunità di Sant'Egidio per l'accordo preliminare di pace raggiunto a L'Avana fra il presidente colombiano Juan Manuel Santos e il leader delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia ) Rodrigo Londono. E impegno ad accompagnare le parti perché concludano definitivamente il negoziato entro i sei mesi previsti, con l'obbligo da parte delle Farc di deporre le armi nei 60 giorni successivi.
In una conferenza stampa nella sede della Comunità, il presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, e Gianni La Bella, che negli anni scorsi ha seguito l'evoluzione della trattativa, hanno ripercorso il tragitto sanguinoso di violenze che, ha ricordato Impagliazzo, «sono iniziate quasi 70 anni fa, nel '49, provocando in tutto, fino ad oggi, 500 mila vittime (tra la guerra civile degli anni Cinquanta e gli scontri tra Farc e governo dal '64 in poi). La Colombia, terzo Paese più popoloso dell'America Latina, cerniera fra il nord e il sud del continente è stato trascinato per troppo tempo in questa drammatica spirale di violenza».
Nella firma del protocollo de L'Avana, la Comunità di Sant'Egidio vede la conferma che «la pace è sempre possibile», ribadita nel recente Incontro internazionale di Tirana. Il ruolo della Comunità, ha detto Impagliazzo, «si è esplicato nell'opera di facilitazione dell'incontro e del dialogo tra il governo e le Farc insieme all'impegno a convincere gli estremismi dell'una e dell'altra parte». E ha aggiunto che la Comunità continuerà ad accompagnare il processo di pace fino alla firma finale. Un ruolo fondamentale sarà svolto anche dalle "Scuole della Pace", presenti anche in Colombia proprio per educare alla pace le giovani generazioni guardando al futuro del Paese.
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