| 15 Ottobre 2015 |
Il parere di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio |
Il Sinodo non può essere interpretato con l'ottica destra-sinistra |
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Il Sinodo non può essere interpretato con l'ottica «politico-parlamentare» di «destra-sinistra». Fatto sta che le posizioni sono «diverse» e a volte anche «conflittuali». E ora quello che ci si può aspettare «è una sintesi creativa: questo è il lavoro che il Sinodo deve ancora fare e lo spazio di intervento del Papa». A "leggere" in questa chiave i lavori dell'assemblea dei vescovi sulla famiglia è Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di sant'Egidio.
Riccardi commenta anche la presunta lettera al Papa da parte di alcuni cardinali che qualcuno già definisce come nuovo "vatileaks". «La lettera si spiega con queste dinamiche sinodali che sono anche conflittuali», dice Riccardi in un'intervista all'ANSA. «Certo è che la stampa è stata molto usata con batterie di interviste prima e durante il Sinodo. Forse occorrerebbe una autoregolazione».
Un Sinodo dunque non unanime. «Ma d'altronde - fa notare Riccardi - è una risposta a quanto aveva chiesto lo stesso Papa che aveva chiesto a tutti di esprimersi con libertà. E allora sono state espresse sensibilità varie e diverse su matrimonio e famiglia. Sono tutte comprensibili perché sono eredità di una storia, sono spinta al cambiamento, preoccupazione per la continuità della dottrina. Sono tutte posizioni che si spiegano e si giustificano, anche se talvolta si sono scontrate».
Ora «che tipo di sintesi sarà fatta? dicendo: ci sono sensibilità diverse, non è maturo il momento, affidiamo i problemi ad una commissione per studiarli? Oppure la sintesi sarà fatta integrando, per esempio i divorziati, però senza arrivare alle posizioni che il cardinale Kasper auspicava? Io non so come sarà fatta la sintesi e da chi sarà fatta. Il Papa però ha raccomandato aperture e misericordia. Ora credo che sia necessaria una sintesi creativa: è ancora il lavoro del Sinodo e lo spazio di intervento del Papa».
Tornando sulla diffusione di documenti che dovevano restare riservati, per Riccardi «esiste da un lato una pressione mediatica che sollecita i retroscena, dall'altra c'è il problema di persone che si servono dei media, non solo sul Sinodo ma su tanti aspetti della vita vaticana».
Manuela Tulli
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