| 22 Novembre 2015 |
Meneghetti al Maxxi. Un altro sguardo sulla disabilità |
Il progetto dell'artista brasiliano promosso dalla Comunità di Sant'Egidio |
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La mostra di César Meneghetti I\O_IO È UN ALTRO è l'esito più recente di un progetto realizzato dal 2010 con i Laboratori d'Arte della Comunità di Sant'Egidio, che solo a Roma coinvolgono più di 500 disabili. Su invito di Simonetta Lux, che ha proposto l'apertura dei Laboratori ad accreditati artisti contemporanei, Meneghetti si è confrontato con il paziente processo di restituzione della dignità e di inclusione delle persone con disabilità avviato dalla Comunità in Italia e in altri Paesi.
In mostra al MAXXI - dal 19 novembre al 17 gennaio 2016 - sono presentate alcune tra le opere più significative (video istallazioni, istallazioni sonore, fotografie) di questo originalissimo progetto. Attivando un percorso dall'esito non preordinato, César Meneghetti ha accettato di mettersi in discussione e di indagare sul confine della "normalità" in sintonia con il percorso già tracciato da Sant'Egidio.
Si è trattato di un confronto paritario dal quale è affiorato - a partire dalle storie segnate dallo stigma e anche dall'esperienza di esclusione e discriminazione - un pensiero profondo, spesso misconosciuto, e uno sguardo inedito sul mondo.
Emblematico anche il luogo di questo incontro: il Museo Laboratorio d'arte sperimentale, realizzato dalla Comunità a Tor Bella Monaca, nella periferia est della Capitale.
Nell'opera principale, intitolata I \ O_OPERA #01 VIDEOCABINA #3, attraverso il dispositivo della videocabina - che "inquadra" tutti gli interlocutori e ne registra gli sguardi, i gesti, le attitudini, le parole (incluse quelle di chi non può pronunciarle ma le digita al computer) - Meneghetti ha creato un'efficace sequenza di singole immagini che si scambiano e interagiscono. Ne deriva un'inedita Galleria di Persone che si presentano per quello che sono, con tutta la loro dignità e fragilità, e che si esprimono secondo un principio di verità su temi di grande portata (felicità, amore, solitudine, normalità e diversità...).
È quasi l'opposto di una canonica galleria di eroi ed eroine - non personaggi famosi come quelli dipinti da Andrea del Castagno - «perché antieroico è il loro modo di presentarsi e anticanonica è la loro bellezza: sono belli perché sono veri. Non più exempla virtutis ma quasi exempla veritatis».
Il risultato è di straordinaria efficacia. Ci invita a smontare la barriera del pregiudizio che ci separa dall'altro/il diverso, e ci chiede di non evitarlo, ma di ascoltarlo e accoglierlo. È una provocazione che parte dagli "ultimi": come ha scritto Hirseyo Tuccimei, protagonista di una delle opere esposte, «Il futuro ha bisogno dei deboli».
Alessandro Zuccari
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