| 22 Dicembre 2015 |
Burundi. Anche il Parlamento adesso si oppone all'arrivo delle truppe di pace dell'Unione Africana |
Ieri sera preghiera della comunità di Sant'Egidio: non dimenticare un Paese che sta rischiando di sprofondare nella guerra civile |
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Il Parlamento del Burundi non ha autorizzato il dispiegamento sul suo territorio della missione dell'Unione Africana, che aveva annunciato l'invio di 5mila soldati con la funzione di peacekeeping. Per le autorità burundesi, se l'Ua si opporrà alla decisione del Burundi la missione verrà considerata «una forza d'invasione e di occupazione» e quindi «ci riserviamo il diritto di agire di conseguenza». Il Burundi «non è pronto ad accogliere queste forze dell'Ua sul suo territorio», ha detto il portavoce del presidente Pierre Nkurunziza, Jean-Claude Karerwa.
L'Unione Africana aveva dato quattro giorni a Bujumbura per accettare l'arrivo dei suoi uomini, ma le autorità locali avevano già fatto sapere che si sarebbero rifiutate. In mancanza di un accordo, sarà ora necessario un voto dei capi di Stato dell'organizzazione, con una maggioranza dei due terzi, per inviare comunque i militari nel Paese in preda al caos a causa delle proteste contro il presidente Pierre Nkurunziza.
«Il Burundi rischia di sprofondare in una guerra civile senza che molti se ne accorgano - ha sottolineato ieri anche la Comunità di Sant'Egidio in una nota -. Non si può ignorare la sorte di questo Paese africano che ha dimostrato, negli ultimi anni, la possibilità di una convivenza pacifica tra le etnie e i diversi partiti, nonostante il difficilissimo passato alle spalle». Ieri sera la Comunità si è riunita a Roma a Santa Maria in Trastevere per una grande preghiera per la pace.
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