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29 Mei 2010

Guinea, firmata a Roma l'intesa per la democrazia. La mediazione della comunità di Sant'Egidio

 
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Le presidenziali del 27 giugno saranno le prime elezioni veramente democratiche nella ex colonia francese della Guinea, indipendente dal 1958, da anni sconvolta da scontri e violenze. La ferita più recente, il colpo di Stato del 2008 e il massacro allo stadio di Conakry del 28 settembre 2009: l'esercito sparò sulla folla dei manifestanti uccidendo oltre 150 persone. L'orrore per l'eccidio ha sconvolto il Paese e portato in gennaio alla formazione di un governo di unità nazionale e di un Consiglio nazionale di Transizione (Cnt), una specie di parlamento provvisorio.

Ieri mattina nella sede romana della comunità di Sant'Egidio si è riunita una delegazione di ventuno rappresentanti del Consiglio di Transizione che raccoglie partiti, forze sociali e sindacali, associazioni delle vittime delle stragi.

Tutti insieme hanno siglato un appello comune in vista delle presidenziali.

Il documento impegna i firmatari a «far accettare e rispettare in tutto il Paese i risultati dell'elezione presidenziale confermata dalla Corte suprema della Guinea-Conakry». Il candidato vincente dovrà «rispettare lo spirito democratico e Io statuto dell'opposizione». Qualsiasi disputa dovrà essere «regolata conformemente alle disposizioni costituzionali e legali». Infine rifiuto esplicito di «qualunque forma di propaganda che inciti alla violenza, all'odio, all'etnicismo, allo scontro tra religioni». Soprattutto l'accordo prevede la condivisione del potere nelle istituzioni, nel Parlamento, la costituzione di un governo di larghe intese, la creazione di un consiglio nazionale della riconciliazione. Della delegazione facevano parte El Aadj Mamdou Saliou, vicepresidente del Consiglio di Transizione, la direttrice degli affari politici del Consiglio, Mariama Aribot, e la presidente della Commissione per la riconciliazione, Mariama Sow Cìsse.

L'intesa è stata possibile proprio grazie alla mediazione della Comunità di Sant'Egidio, presente su quel territorio ormai dalla fine degli anni Ottanta con duemila persone impegnate su istruzione, assistenza ai detenuti e lotta all'Aids. Mario Giro della Comunità non ha nascosto la sua soddisfazione: «Ora è possibile immaginare per la Guinea un futuro democratico e di pace». Sei mesi dopo le imminenti elezioni presidenziali, si svolgeranno quelle per eleggere il Parlamento. Sono in tutto ventiquattro i candidati che parteciperanno alla campagna per l'elezione del presidente. Tra di loro anche una donna: Saran Daraba, già ministro dal 1996 al 1998.

Molto soddisfatto per l'accordo il ministro degli Esteri, Franco Frattini: «Si tratta di un impegno a favore del dialogo interetnico e interreligioso e a favore della riconciliazione nazionale, che va ben oltre la scadenza delle prossime elezioni presidenziali e per il quale il contributo della Comunità di Sant'Egidio è stato determinante».


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