Cinquant’anni di vita della Comunità di Sant’Egidio sono stati celebrati non solo con la Messa di sabato scorso nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma presieduta dal cardinale Pietro Parolin ma anche attraverso i numerosi messaggi giunti alla fraternità fondata da Andrea Riccardi. Fra le missive c’è anche quella firmata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che sottolinea come Sant’Egidio sia riuscita «anche oggi a porre le diverse periferie del mondo al centro dell’attenzione». Tutto ciò – aggiunge – «è un segno impressionante» se si considera che l’esperienza è sorta «per rendere il mondo un posto migliore». Nel testo indirizzato a Riccardi e al presidente Marco Impagliazzo, la premier spiega che la comunità è «riconosciuta a livello internazionale» per il suo «impegno» e «uomini e donne di diverse origini e fedi religiose parlano con grande rispetto di Sant’Egidio».
Alla celebrazione di sabato è intervento anche il primo ministro italiano, Paolo Gentiloni, che nel suo saluto ha ricordato che dalla «scelta di stare con i più deboli» come fa Sant’Egidio «si misura il benessere autentico della società» e ha evidenziato la «coerenza» di aver «vissuto nella fede dalla parte» di «poveri, anziani, malati, donne e uomini massacrati dalla guerra, migranti». Quindi ha definito «esigente » la presenza della Comunità perché, ogni volta che c’è una «piaga», «fate suonare sempre l’allarme anche quando può apparire scomodo».
Il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani – anche lui alla celebrazione –, ha chiamato Sant’Egidio «una grande forza di solidarietà», «protagonista di grandi azioni di pace» che si è sostituita «tante volte alle istituzioni comunitarie facendo del bene». Inoltre ha posto l’accento sul «contributo determinante che ha dato al Parlamento europeo nell’azione per rafforzare il dialogo interreligioso».
Marco Impagliazzo
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