Ci voleva il modo di fare "caldo" di un Papa argentino per riprendere il dialogo con il mondo musulmano.
I ripetuti gesti di apertura e attenzione, il discorso di Lampedusa, gli auguri per il Ramadan firmati personalmente da papa Francesco, come già una volta aveva fatto Giovanni Paolo Il, fanno parte di uno stile che si sta facendo apprezzare anche dai più diffidenti. «Ho deciso di firmare io stesso questo tradizionale messaggio e di inviarvelo, cari amici, come espressione di stima e amicizia per tutti i musulmani, specialmente coloro che sono capi religiosi», ha spiegato il Papa.
Il gelo calato con papa Benedetto dopo il discorso di Ratisbona del 2006 e quello del gennaio del 2011 dopo l`attentato di capodanno ad Alessandria aveva cominciato a sciogliersi già all`indomani della nuova elezione. «Ci fa ben sperare il nome Francesco, grande esempio di santità e apertura con l`Oriente e con l`Islam, e la figura di Sant`Ignazio di Loyola, fondatore dell`ordine gesuita, che ci richiama a quel senso di aspirazione verso la conoscenza di Dio che è al cuore di ogni vera spiritualità», avevano dichiarato i musulmani italiani del Coreis. E mentre da oltreoceano arrivavano le testìmonìanze del segretario del Centro islamico della Repubblica argentina, Sumer Noufouri e dello sceicco Mohsen Ali, responsabile della Casa per la diffusione dell`Islam, anche í teologi di Al Azhar, la più importante istituzione sunnita, avevano aperto qualche spiraglio.
Già nella Messa di inizio pontificato, i tanti rappresentanti islamici, i diversi principi regnanti arabi, la presenza per la prima volta dopo mille anni - del patriarca di Costantinopoli, avevano dato il segno del ruolo che Francesco vuole avere nel dialogo interreligioso ed ecumenico. Un dialogo, ha invocato papa Francesco con il messaggio per la fine del Ramadan, «fatto di mutuo rispetto (...) Specialmente tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell`altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori». Augurandosi, nell`Angelus della domenica successiva che «cristiani e musulmani si impegnino per promuovere il reciproco rispetto, specialmente attraverso l`educazione delle nuove generazioni».
«Con papa Francesco si è aperta una nuova stagione», sottolinea la Comunità di Sant`Egidio, da sempre impegnata a tenere vivo quello "spirito di Assisi", così sollecitato da Giovanni Paolo II con lo storico incontro del 1986 tra le religioni.
E nel solco di Francesco, il XXVII incontro sul dialogo promosso dalla Comunità, avrà per tema la possibilità di «convivere in modo responsabile». Quest`anno, dal 29 settembre al primo ottobre, a Roma, dopo la tappa dello scorso anno a Sarajevo, le religioni e le culture si confronteranno sul tema Il coraggio della speranza. «Come invita papa Francesco», dicono gli organizzatori, «il coraggio della speranza indica al mondo globalizzato la via del dialogo per un futuro di convivenza pacifica».
NEL SUO MESSAGGIO PER LA FINE DEL RAMADAN IL PONTEFICE HA INVITATO «CRISTIANI E MUSULMANI A RISPETTARE LA RELIGIONE DELL`ALTRO, I SIMBOLI, GLI INSEGNAMENTI, I VALORI». NELLO "SPIRITO Di ASSISI".
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