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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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7 Settembre 2009 16:30 | Convento dei Domenicani

Contributo



Mar Gregorios Yohanna Ibrahim


Metropolita ortodosso, Chiesa Sira

Martirio e resistenza al male


Il nostro tema oggi è Martirio e Resistenza al Male, tema antico e nuovo contemporaneamente. È un tema antico perché la Chiesa lo ha vissuto sin dagli inizi. Chi legge la storia della Chiesa dei primi secoli può vedere come violente persecuzioni, perpetrate da differenti poteri che avevano paura della nuova religione, causarono il martirio di un enorme numero di uomini e donne che avevano seguito il Signore Gesù. Il martirio in questo caso fu una sorta di resistenza al male, poiché i persecutori usarono ogni possibile tecnica del male per raggiungere il loro fine ultimo che era quello di fermare la diffusione della Cristianità in tutte le differenti sfere e classi sociali della popolazione, quindi la parola di Dio si propagò tra i persecutori del Signore Gesù Cristo e del Suo messaggio sia a Gerusalemme che ad Antiochia, in Asia Minore, a Roma ed in ogni luogo del mondo.
I nomi delle donne e degli uomini martiri sono innumerevoli, illimitati e per questo la Chiesa ha posto il martirio, in particolare nella resistenza al male, al grado più alto dell’amore secondo la Sacra Bibbia. Il Santo Vangelo annuncia le parole del Signore Gesù Cristo:
Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà (Matteo 10, 37-39).
Ovviamente, colui che vuole diventare un discepolo del Signore Gesù Cristo ed essere un membro della Sua santa Chiesa dovrebbe sapere che l’azione più grande della vita di Gesù sulla terra fu quando fu sollevato sul legno della croce e morì per amore dell’uomo, e Lui è Colui che  resistette al male in tutte le sue manifestazioni. Da qui vediamo che coloro che hanno creduto nel Suo messaggio hanno considerato il martirio un modo di guadagnare il regno di Dio. Come Stefano, il primo tra i martiri Cristiani, quando i persecutori si adirarono con lui perché Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo (Atti 6,8). Essi non poterono opporsi alle sue parole prese dai loro libri santi piuttosto erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano (Atti 7, 54). Quando, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo (Atti 7, 56-58). Come Gesù sulla croce, il primo martire della Cristianità agì allo stesso modo, pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì (Atti 7, 59-60). Quando leggiamo le agiografie delle donne e degli uomini martiri, osserviamo che tutti loro agiscono allo stesso modo come leggiamo nel libro degli Atti.
Io vengo dalla Chiesa Sira Ortodossa di Antiochia, una Chiesa che ha avuto un gran numero di donne e uomini martiri nel passato e nel presente. Nel passato, per amore  della fede e del dogma, e nel presente, per resistere al male. Nessun figlio di questa chiesa ha mai ceduto al male alla fine del diciannovesimo e all’inizio del ventesimo secolo, piuttosto ciascuno ha resistito coraggiosamente e ha offerto il proprio sangue come prova di resistenza al male; per questo il numero dei martiri nei due periodi menzionati ha superato i centomila in meno di venti anni. Presumibilmente, senza lo spargimento del sangue di questi martiri non sarebbe rimasto nulla di questa chiesa! Noi ricordiamo i martiri nelle nostre preghiere quotidiane, in quelle del mattino e della sera. Ad esempio, noi recitiamo nelle nostre preghiere:
O forti martiri timorati di Dio! O coraggiosi, eroi della fede Ortodossa! O cuori impavidi che avete vinto il nemico lo avete sconfitto in guerra! O potenti guerrieri che non avete avuto paura delle amare torture dei giudici che vi opprimevano! Noi ammiriamo il vostro coraggio e prepariamo per voi le corone delle benedizioni, e diciamo: siate benedetti o grandi martiri di Cristo, perché avete testimoniato la vostra fede con il sangue del vostro collo!
 
Sant’Efrem il Siro ci insegna in una litania con la quale preghiamo tutti i venerdì mattina e ci mostra l’importanza dei martiri e del martirio nella Chiesa Sira, e con queste parole concludo:

Signore abbi pietà di noi, per le preghiere dei nostri amati martiri, e per le loro litanie e le loro preghiere perdona noi e i nostri defunti.
Laddove i martiri furono uccisi e i loro corpi smembrati, è sceso lo Spirito Santo e ha prevalso la pace.
O martiri, voi siete come aquile, voi siete più veloci dell’aria, e accordate a colui che chiede speranza la vostra protezione sia in terra che in cielo.

 


Cracovia 2009

Il saluto di papa Benedetto XVI all'Angelus


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