NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale 

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-  3 December, 2001

Nigeria death sentence reprieve

Sharia has been introduced across northern Nigeria states

 A court in northern Nigeria has ordered a stay of execution to a woman sentenced to be stoned to death despite saying she was raped.

The woman, Safiyatu Husaini, was convicted of adultery by a court in the north-western state of Sokoto after she had gone to court seeking an order that a 60-year-old man pay for her daughter's naming ceremony.

Multi-ethnic Nigeria has been bitterly divided over Sharia

 She says that he raped her but there were no other witnesses and she became the first person to be sentenced to death since Sharia was introduced in states across northern Nigeria in the past two years.

 Appeals do not automatically stop sentences being carried out under Nigeria's Sharia Islamic law.

 Reuters news agency quotes state officials as saying that the 35-year-old Ms Husaini, was given a death sentence because she was divorced.

 If she had never been married, the sentence would have been 100 lashes.

 Four witnesses

 While she was sentenced to death, Judge Alhaji Muhammad Bello Sanyinlawal acquitted Yahaya Abubakar, accused of impregnating her.

 Sharia is popular with Muslims but not Christians

 Mr Abubakar, who is her cousin, is said to have admitted to police that he had sex with her three times.

 But the judge dismissed the testimony of the three policemen who heard his confession because, under Sharia law, four witnesses are required in a case of this nature.

 The sentence had been due to be carried out after Ms Husaini had weaned the baby girl that resulted from the affair.

 Tensions

 More than a third of Nigeria's 36 states, in the predominantly Muslim north of the country, have adopted Sharia law in the past two years.

 A teenage mother Bariya Ibrahim Magazu was given 80 lashes early this year for committing adultery in neighbouring Zamfara, the first state to fully implement Sharia.

 An elderly man was also sentenced to death by stoning for sodomy with a minor in Kebbi state, but that sentence is yet to be carried out.

 Two people found guilty of theft have had their hands cut off in Zamfara and Sokoto states.

 The introduction of Sharia has inflamed tensions between Christians and Muslims across Nigeria.

Communal clashes have led to thousands of deaths.


GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO � 5 DIC. 01

Solidariet� via internet

Da Ettore Masina a Dario Fo e a �Misna�

FARID ADLY*

�La corte d'Appello dello Stato di Sokoto, in Nigeria, ha sospeso la condanna a morte per lapidazione della trentatreenne Safiya Tungar-Tudu, pronunciata il mese scorso da un tribunale islamico nella stessa regione del Paese. La notizia � stata resa nota dalla radio di Stato �Rima Radio�. Il presidente della corte ha deciso di sospendere l'applicazione della condanna. Non sono state fornite informazioni sulla data in cui sar� annunciata la decisione definitiva della Corte. La difesa aveva dichiarato al tribunale che la donna era stata violentata e che quindi non era colpevole di aver avuto relazioni sessuali extra coniugali di sua volont�. L'accusa aveva per� ribadito che non erano state trovate tracce della violenza.

La rappresentante del ministero delle donne della Nigeria, Ladidi Bara'u Abdulkadir, � inoltre intervenuta per sottolineare che il governo non appoggia la condanna. La notizia ci ha riempito di gioia, ma non ci basta. Prima di tutto perch� la condanna � soltanto sospesa e non cancellata. Un altro grado di giudizio potrebbe riportarci al punto di partenza. Inoltre, le autorit� federali nigeriane, e quelle dello Stato di Sokoto, sostenevano fino alla met� di novembre che non avevano nessun potere di bloccare la sentenza di condanna emessa da un tribunale religioso islamico, sulla base della Shari'a. Il cambiamento di atteggiamento, quindi, � avvenuto in seguito alla campagna internazionale di portesta lanciata via Internet in tutto il mondo. Dobbiamo ringraziare il collega Ettore Masina che, con la sua Lettera - numero speciale su Safya - ha fatto lievitare ed indirizzare la campagna via Internet. Una menzione particolare spetta anche a Dario Fo e Franca Rame che sono stati i primi a credere in questa causa, pubblicando l'appello sulla loro e-mail domenicale (30 mila iscritti). Luisa Morgantini ha svolto un ruolo importante nel riportare il caso di Safya nel parlamento europeo. Non possiamo non ricordare il fondamentale ruolo dell'agenzia �Misna�, per aver diffuso la notizia per prima in Italia e di altri giornalisti. Mi piace ricordare le parole di Tolstoi, citate da Giovanna Vitale ... "una candela ne accende un'altra e cos� si trovano accese migliaia di candele..."�.

Direttore dell'agenzia �Anmbamed, notizie dal Mediterraneo�. [email protected]. Infotel: 0941.730053.

 Indirizzi a cui rivolgere la protesta:

Ambasciata nigeriana in Italia. Fax: 06.6832528 oppure per e-mail: [email protected]. Indirizzo: Sua Eccellenza l'Ambasciatore, Etim Okpoyo, ambasciata di Nigeria, via Orazio 14/18 00193 Roma

Ministro degli Esteri Renato Ruggiero, piazzale della Farnesina 1, 00184 Roma


IL TIRRENO -  5 dicembre 2001  

Safiya non deve essere uccisa

Appello contro la lapidazione

FIRENZE. Una richiesta di grazia per Safya Husseini Tungar-Tudu, la giovane donna condannata a morte mediante lapidazione in Nigeria per aver concepito un figlio fuori dal matrimonio, � stata rivolta all'ambasciatore nigeriano a Roma dagli assessore di Palazzo Vecchio Daniela Lastri e Simone Siliani. Per salvare la vita alla donna � stato anche chiesto che migliaia di lettere siano inviate al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo.

�In conseguenza della legge islamica, che in Nigeria ha valore penale - � stato spiegato - fra circa un mese la donna sar� sepolta viva in una buca fino all'altezza del seno e poi lapidata a morte dagli abitanti del suo villaggio.

Prima le sar� consentito di allattare per 144 giorni il bambino a cui ha dato la vita e che, per assurdo, � diventato la sua condanna a morte�.