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GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

30/09/2002

IRAN - Cronaca delle tre esecuzioni tra la folla

Show dell'impiccagione - donne e bimbi festanti

 TEHERAN  Alle 7:10 il grido di �Allah u akbar� (Dio � il pi� grande) si leva dalla folla per salutare la morte degli impiccati. Tre uomini hanno appena cessato di vivere sulla Piazza Esteqlal di Teheran davanti agli occhi di duemila persone, tra cui molti bambini.

La stessa sorte, quasi nello stesso istante, tocca ad altri due condannati sulla Piazza Azadi, davanti ad altrettanti spettatori. Cinque esecuzioni in puro stile Talebani. Cinque uomini tra i 20 e i 34 anni, condannati per rapimento e stupro, giustiziati in un'atmosfera da stadio di calcio. Ma a differenza di quanto accadeva a Kabul e Kandahar, nella capitale iraniana ieri hanno potuto assistere allo spettacolo anche le donne e, appunto, i bambini, alcuni dei quali di non pi� di tre o quattro anni.

Moltissime le famiglie che si sono riunite fin da prima dell'alba per assicurarsi una buona visuale nei due luoghi delle esecuzioni e per potere cos� osservare comodamente l'agonia dei condannati, appesi a dei cappi sollevati da alcune autogru. Immagini che alcuni rivedranno a casa con gli amici, visto che tra il pubblico � spuntata anche qualche videocamera digitale.

Alle 5 del mattino sulla Piazza Esteqlal il buio � ancora fitto, ma gi� alcune centinaiaia di persone sono assiepate intorno ad un grande spiazzo di terra battuta dove sono parcheggiate le autogru che serviranno per uccidere. Lo schieramento di forze dell'ordine nell'area � impressionante. Il piazzale � alle pendici di alcune colline alberate. E' in questo bosco, il Parco Lavizan, che la banda ha compiuto gli atti di violenza destinati a sconvolgere la vita di dieci giovani donne, rapite nel centro della citt�.

Ore 5:15. Entra nel piazzale un pullmino della polizia con a bordo i tre condannati, che parcheggia davanti alle autogru. Il cielo comincia a schiarirsi e le prime cornacchie si innalzano in volo. �Avvoltoi neri� � il nome attribuito dalla polizia ai componenti della banda. Amici e amiche si cercano con il telefonino e si incontrano, curiosi per quanto sta per accadere.

Ore 6:30. Arriva il giudice che dovr� assistere alle esecuzioni.

Ore 6:45. Entra in azione il boia. E' un uomo piccolo e magro con la faccia scoperta e la barba ed � vestito con una camicia bianca e pantaloni neri. Con corde dai colori vivaci forma i cappi e li appende al gancio di ciascuna gru.

Ore 6:50. I condannati vengono fatti scendere dal pullmino e condotti al patibolo. Camminano a testa alta. Solo uno di loro indossa la divisa da carcerato. Un altoparlante piazzato su un'auto della polizia annuncia i nomi e i crimini loro e dei due complici impiccati in Piazza Azadi.

I tre vengono fatti salire sulle piattaforme delle gru. Quello al centro � impettito e fissa il cielo. Quelli ai due lati sorridono e salutano il pubblico chinando il capo.

Ore 7. Un funzionario dell'apparato giudiziario sale accanto a ciascuno dei condannati per registrare le loro ultime dichiarazioni. Sul patibolo � ammesso anche un giornalista della televisione, che li intervista uno alla volta. Infine, viene messo il cappio al collo di ciascuno e i tre vengono lasciati soli. Quello di destra guarda per l'ultima volta i due compagni, che per� ora fissano solo il vuoto davanti a loro.

Ore 7:06. I bracci delle gru cominciano a salire, molto lentamente. Qualche ragazza tra il pubblico, che non riesce a vedere, salta e ride, cercando di guardare sopra le teste degli altri.

Per una trentina di secondi gli impiccati hanno dei lenti movimenti ondulatori in tutto il corpo. Poi restano immobili. Dalla folla sale un timido accenno di applauso, ma � presto coperto dal coro �Allah-u-akbar�. Un uomo grasso dice al figlio, di circa otto anni: �Hai visto bene, ragazzo mio?�. Giustizia (islamica) � fatta.

Alberto Zanconato


UNO DEI CONDANNATI, 'CREATE POSTI DI LAVORO E DI SVAGO'

TEHERAN, 30 SET - ''Noi stiamo ormai per andarcene, ma il governo pensi a creare posti di lavoro e occasioni di svago per i giovani, perche' cosi' sara' possibile tenerli lontani dal crimine''. E' questa l'ultima dichiarazione di Amir Karbalai, uno dei cinque giovani impiccati ieri in pubblico a Teheran, cosi' come e' pubblicato oggi dal quotidiano 'Etemad'.

Karbalai, che aveva 20 anni, e' stato impiccato con i quattro complici davanti a migliaia di persone, tra cui intere famiglie con bambini, accorse sulle due piazze dove erano in programma le esecuzioni. I cinque erano stati condannati per avere violentato e rapinato dieci giovani donne.

Alcune reazioni della stampa di Teheran sono oggi improntate allo scetticismo sull'efficacia di esecuzioni come queste per ridurre il tasso di criminalita', che negli ultimi anni e' vertiginosamente cresciuto in Iran. E alcuni esperti, come gia'  successo in passato, mettono in luce gli effetti negativi che puo' avere sui giovani la rigida applicazione della moralita' islamica, a partire dalla segregazione sessuale, unita alle difficolta' economiche e alla disoccupazione.

   ''La pena di morte non e' un rimedio - ha detto uno spettatore intervistato sempre da 'Etemad' -. Pensate forse che da adesso in poi non ci saranno piu' delitti a Teheran?''.

   ''Precedenti esperienze ci indicano che punizioni come queste non saranno efficaci'', ha detto da parte sua lo psichiatra Nasser Ghasemzad al quotidiano 'Entekhab'. Anzi, ha aggiunto, ''a lunga scadenza ne vedremo gli effetti negativi sulla societa' ''. 


SEPTEMBER 29, 2002:

 IRAN: Thousands gather in Tehran to see 5 gang rapists executed Sunday

In Tehran, residents of the Iranian capital were given a public display of revolutionary justice Sunday, with 5 convicted gang rapists executed by hanging at dawn.

 The gang, dubbed the "black vultures" by police who tracked their spate of brutal rapes, were strung up from cranes before thousands of people, including the mother of at least 1 of them, at 2 different sites in Tehran.

 With authorities keen to make an example of the gang, the local and foreign press were given full access to the spectacle, which involved the convicted rapists being slowly lifted off the back of trucks by the necks and suffering a slow death by strangulation.

 "We were going to execute them in prison, but we were flooded with telephone calls from many women asking for us to hang them in public," a court official told AFP.

 The deaths took at least 5 minutes, and drew cheers and applause of "Allah-u Akbar" (God is Greatest) from the spectators, many of whom had scaled lamp posts to get a better view.

 At least 5,000 people held back by hundreds of riot police witnessed each of the hangings at Azadi Square in the west and Lavizan square in the east of the city.

 The gang was convicted of carrying out a series of brutal assaults across the capital, coaxing young girls into parks before tying them up, robbing them of cash and jewellery and raping them.

 Police put their number of victims at at least 10, but said it was probably more given the stigma involved in filing a rape complaint.

 The gang members, all aged between 25 and 26, were also convicted of extortion. A 6th member of the gang was handed a 25-year jail term and flogging.

 "Cases like this we do in public so it gives people a lesson," said Mohammad Erfan, the judge who handed out the convictions.

 Riot police were out in force to keep the crowds under control, but the overall atmosphere was that of a carnival, with several traders out selling biscuits to the captivated audience.

 Hundreds of people had started congregating for the events as early as 4:00 a.m., seeking to beat the crush for a front-row view.

 In Lavizan Square, where the crowd including hundreds of women and several young children, tear gas was used to disperse over-zealous onlookers as the cranes hoisted the convict's bodies into the cool morning sky.

 In the crowd there were a number of the gang's victims, and a hysterical mother who had turned up to watch her son die.

 "If women were not so corrupt, my son would never have done this," said the woman, who only identified herself as the mother of convict Amir Farkhri.

She referred to the rape victims as "street women".

 "My son committed a crime but he shouldn't be hanged. He didn't kill anyone, and he doesn't deserve this," she told AFP before looking to the sky and screaming for divine intervention before the rising sun heralded the start of proceedings.

 Speaking to the press just minutes before they were led away for ablutions and then death, 2 of the convicts protested their innocence, but one accepted his guilt and appealed for forgiveness.

 The 2 men executed at Azadi Square did not speak to journalists.

 Iran imposes the death penalty for murder, armed robbery, rape, blasphemy and smuggling drugs if the quantity held is in excess of five kilogrammes (11 pounds) of opium.

 The result is a high rate of executions, many of them in public.

 According to human rights watchdog Amnesty International, last year at least 139 people, including 1 minor, were executed, at least 2 by stoning and one by beheading.

 The true figures may have been considerably higher, according to Amnesty.