<<<<  Back

 

Home Page
Moratoria

 

Signature On-Line

 

Urgent Appeals

 

The commitment of the Community of Sant'Egidio

 

Abolitions, 
commutations,
moratoria, ...

 

Archives News  IT  EN

 

Comunit� di Sant'Egidio


News

 

Informations   @

 

 

 

 

 

 

 
NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale
Comunità di Sant'Egidio

 

Amina, un castigo senza delitto

Di Roberto Gervaso

Abbiamo appena finito di leggere un appello in favore della giovane nigeriana Amina Lawal Kurami, condannata alla lapidazione per adulterio: ha avuto una bambina da un uomo del suo stesso villaggio che aveva promesso di sposarla.

L�adulterio, che la Chiesa considera un peccato, solo una morale barbara pu� punirlo come reato. E punirlo non con una sanzione pecuniaria, una multa, un�ammenda, ma con la morte. Una simile morale, una simile giurisprudenza ci fa rabbrividire e inorridire. Sono cose che succedevano nei tempi antichi e nei pi� bui dei secoli bui: quelli medievali.

I Longobardi, ma erano i Longobardi, alla donna sposata che ingannava il marito, nel migliore dei casi, tagliavano la lingua; nel peggiore, la destinavano al rogo. I Franchi e i Sassoni, ma erano i Franchi e i Sassoni, l�obbligavano a impiccarsi con le sue mani. I Burgundi, non meno feroci, l�annegavano nel fango; i Britanni la davano in pasto ai cani o, i pi� magnanimi, la cospargevano di pece. I Germani la lasciavano un�intera notte nuda nella neve.

In Europa e nel mondo occidentale queste cose non succedono pi�. O, se vi succedono, non ne siamo al corrente. Succedono purtroppo, e noi ne siamo al corrente, in alcuni Paesi islamici. Grazie a Dio, non in tutti. In Iran, ad esempio, ma non solo l�, anche in Nigeria - e Amina ne sa qualcosa - le corna sono punite con la lapidazione e il taglio delle mani. In nome, naturalmente, di Allah e di Maometto che - dubito - dall�aldil� approvino simili barbarie.

Amina, secondo il tribunale del suo Paese, va condannata, anche se la sua non � una colpa. Lo sarebbe, ma questo non giustificherebbe n� la detenzione, n� la camera di sicurezza, ma solo la separazione e il divorzio, se avesse commesso adulterio, come lo intendiamo noi. Se, cio�, avesse tradito il marito e fosse stata scoperta in flagrante fra le braccia di un altro. Cose che da noi sono all�ordine del giorno e della notte, ma che la morale, specialmente quella cattolica, pu� a buon diritto, dal suo punto di vista, sanzionare. La condanna a morte, e non con una scarica di fucilate, ma con la lapidazione, disonora chi la infligge. Lo disonora perch� l�adultera regolarmente divorziata che si unisce a un altro uomo, e da quest�altro ha un figlio, non � un�assassina. � una donna che vuole rifarsi una vita. E tutti, donne comprese, se falliscono il proprio matrimonio, hanno diritto di rifarsi una vita. C�� di mezzo un figlio. E con questo? A maggior ragione Amina andava, e va, protetta e aiutata ad allevarlo ed educarlo. Se il seduttore, a un certo punto, non vuole pi� sapere della sedotta e del bambino, lo Stato, attraverso i centri di accoglienza, deve prendersi cura di entrambi. Altro che affidare la donna a un tribunale che la condanna alla lapidazione.

Non siamo teologi ed esegeti coranici, ma siamo uomini che rispettano gli altri uomini e le altre donne, liberi, liberissimi, queste e quelli, di fare ci� che la loro coscienza gli suggerisce o gli impone di fare.

La pena di morte, chiunque la irroghi, per qualunqe reato commesso, grida vendetta al cospetto di Dio. E non solo del Dio cristiano, giudaico, ind�, e di tutte le altre fedi, ma anche del Dio musulmano. Se Allah e il suo profeta Maometto sono infinitamente buoni, e non possono non esserlo, l�umanit� la soccorrono, non la uccidono affidando i reprobi ai plotoni d�esecuzione o ai lapidatori. La pena capitale va esecrata e abolita perch� c�� un solo tribunale, una sola corte d�appello, una sola Cassazione: chi ci ha creato. E non certo per farci del male. Anche se abbiamo sbagliato.

Scriveva Dostoevskji, il grande Dostoevskji, l�anima pi� inquieta, lo spirito pi� profondo della letteratura russa: �L�assassinio in base a una sentenza � incomparabilmente pi� atroce che il delitto del malfattore. Uccidere legalmente � un oltraggio all�anima, e niente di pi�. I testi sacri dicono di non uccidere mentre l�uomo, perch� un altro uomo ha ucciso, decide che quest�ultimo deve morire�.

Ma Amina non � un�omicida. Amina � una donna di trentacinque anni che ha amato. E che ama il frutto del suo amore. Non voleva infrangere alcuna legge. E non l�ha infranta. Quella coranica, in questo caso, non � una legge. � un castigo inflitto in nome non di un�etica, ma di un pregiudizio, che il peggiore dei fanatismi, quello religioso, ha reso sacro. Ma che sacro non �: � abominevole. L�appello che ho appena letto lo devo a un coraggioso giornalista, Aldo Forbice, ideatore e conduttore di Zapping, la pi� bella e battagliera trasmissione radiofonica.

Roberto Gervaso