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ABU ABBAS; FIGLIE KLINGHOFFER, QUI MA NON A MORTE

LISA E ILSA: FU IL NOSTRO 11/9, VOGLIAMO CERTEZZA DI GIUSTIZIA

(di Alessandra Baldini)

NEW YORK, 16 APR - In due famiglie di Manhattan ieri notte si e' pianto e si e' riso. E certamente nessuno ha dormito nella vigilia della Pasqua ebraica che ha portato in casa Klinghoffer la notizia che Abu Abbas, il cervello del sequestro dell'Achille Lauro, e' stato catturato a Baghdad. Ma per Ilsa e Lisa Klinghoffer, le figlie dell'anziano ebreo-americano ucciso e scaraventato in mare con la carrozzina a rotelle, giustizia non significa pena di morte.

Le figlie di Klinghoffer, che 18 anni fa hanno perso il padre per mano dei dirottatori palestinesi mandati da Abbas, non hanno chiesto nei confronti del cervello del sequestro il biblico occhio per occhio. Ma in un implicita risposta alla richiesta di estradizione avanzata dal governo italiano hanno chiesto che Abu Abbas sia portato negli Usa, per essere giudicato da giudici americani. ''Lo vogliamo qui. Vogliamo che sia processato in questo paese. Vogliamo essere sicure che sconti la pena fino in fondo, nella speranza che la sua condanna sia il carcere a vita'', ha detto Ilsa alla Nbc.

Lisa e Ilsa Klinghoffer hanno avuto la vita cambiata dal sequestro della Achille Lauro. ''Sono stati 18 lunghi anni'', ha detto Lisa alla Cnn, rievocando quell'ottobre 1985 in cui il padre Leon e la madre Marilyn erano partiti con un gruppo di amici per una crociera nel Mediterraneo nonostante i gravi problemi di salute di entrambi: lui, a 69 anni, confinato in sedia a rotelle dopo due ictus, lei malata di cancro al colon.

''Stavano celebrando il loro 36esimo anniversario di matrimonio. Doveva essere un momento meraviglioso della loro vita. Un momento felice'', ha detto Lisa. Invece, il 7 ottobre al largo della costa egiziana ci fu il sequestro, 44 ore da incubo durante le quali ci fu l'omicidio del padre.

''Il mondo ha capito quando c'e' stato l'11 settembre, ma per la nostra famiglia l'11 settembre fu allora. Fu quando nostro padre, un uomo qualunque, fu assassinato e scaraventato in mare.

Accadde a noi, ma avrebbe potuto accadere a chiunque. Avrebbe potuto succedere a te'', ha detto Lisa all'intervistatrice della Cnn.

Il corpo di Leon Klinghoffer fu recuperato il giorno dopo, alla deriva su una spiaggia siriana. Marilyn torno' in patria e dedico' gli ultimi mesi della sua vita a cercare di ottenere giustizia prima di morire di cancro. Le figlie Klinghoffer hanno ereditato la crociata dalla madre. Da allora, dal loro 11 settembre, Lisa e Ilsa hanno lanciato una campagna instancabile per ottenere giustizia: ''Abbiamo fatto pressioni sul governo americano, sul governo italiano''. Nel 1997 le sorelle hanno ottenuto un primo successo: l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina ha accettato di risarcirle finanziariamente, pur di non andare in giudizio. Ma adesso che Abbas e' stato catturato, Lisa e Ilsa hanno chiesto che gli Stati Uniti resuscitino i capi di accusa per dirottamento e presa di ostaggi gia' emessi nei suoi confronti.

Secondo le sorelle Klinghoffer, l'impegno di Washington in questo caso non e' solo verso la loro famiglia perche' il problema di fondo evidenziato dalla cattura di Abbas e' legato alla lotta al terrorismo, una lotta in cui gli Stati Uniti si sono mobilitati dal giorno delle stragi al Pentagono e al World Trade Center. ''Portare Abbas in tribunale -hanno detto Lisa e Ilsa- mandera' un forte messaggio ai terroristi ovunque nel mondo, fara' sapere loro che non c'e' un posto in cui potranno fuggire, nessun posto dove potranno nascondersi impuniti''.