Luned� 6 Settembre 2004
Casa Ildefonso Schuster, Sala Pio XII
La lotta alla povert�: prima frontiera di un nuovo umanesimo

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Anselme Sanon
Arcivescovo cattolico, Burkina Faso
  

01 - In questo momento rivolgo tutta la mia gratitudine a coloro che mi danno una fierezza legittima di essere fra tutti, in questo grande momento in cui si vive insieme nel nome dei valori spirituali e religiosi dell�umanit�. Attraverso gli iniziatori di quest�opera rendo grazie, come credente, al Dio della mia fede cristiana e cattolica.

02 - �La lotta contro la povert�, segno, fattore di umanesimo�, questo � l�asse della nostra riflessione, della nostra meditazione. Sentiamo una prima voce che ci mormora: la lotta per la ricchezza, fonte di impoverimento dei popoli; come ha scritto uno dei nostri antenati africani: �Povert�, ricchezza delle nazioni�. C�� una povert� che disumanizza quelli che la possiedono e coloro che non ce l�hanno. La seconda voce � quella di cui noi vogliamo farci eco : Lottare contro questa povert�, che rende meno umani, sub-umani, e cercare di sradicarla, � un�azione degna in s�, segno di un cuore umano e fattore di elevazione per chi ne beneficia e per l�umanit� intera. La terza voce che mormora � quella della speranza in cui figli e figlie del Regno, uniamo i nostri sforzi per costruire su basi comuni la nuova umanit�.

03 - La lotta appare per lo meno come un passo problematico. La lotta � certamente uno sport che non esclude un certo vigore e violenza. Essa �, per cos� dire, un po� un�aspra lite, un combattimento corpo a corpo, ad armi pari, secondo pesi e misure identici. La lotta mette a confronto partner ritenuti uguali che si misurano l�un l�altro, avendo sviluppato le stesse attitudini, le stesse capacit� e che vogliono competere per un di pi� di se stessi e della disciplina intrapresa. Essa suppone ugualmente una mobilitazione un po� combattiva, violenta: vincere o perdere. Noi consideriamo due sensi, cio� il partenariato e una conseguente mobilitazione. La lotta contro la povert� pu� essere fonte di un nuovo umanesimo? Qualche decennio fa, lo sviluppo era all�ordine del giorno sotto tutte le sue forme, economiche, materiali, tecnologiche e culturali. E� stato iniziato lo sviluppo in vista della promozione umana. L�umanesimo � allora in espansione, nel rispetto della persona nei suoi diritti legittimi: dignit�, rispetto, reciprocit�. La leva dello sviluppo durevole mira a mettere l�uomo in piedi. Ma i linguaggi e i meccanismi di funzionamento sono percepiti come desiderabili, accessibili e padroneggiabili dagli emarginati al punto che lo sviluppo sarebbe diventato fonte di partecipazione e di contributo umanizzante?

04 - Umanesimo, che cos��? Quale uomo, quello ferito a morte dal fratello che doveva essere il suo prossimo, il suo �buon� samaritano? L�umano senza riferimenti dei grandi ideali di fraternit�, solidariet�, dignit�, responsabilit�? L�umano talmente pesante che non pensa pi�, talmente quantitativo che non � pi� qualitativo o significativo? L�uomo sfigurato, divenuto un verme della terra e non pi� un uomo (Salmo 22, 7)? L�uomo unidimensionale, prodotto del rinchiudersi nell�uomo terrestre o nella morsa della violenza? Senza preoccupazioni dell�uguaglianza di opportunit� e di dignit�? L�uomo in situazione di povert� assoluta? Le cifre sono opprimenti, affliggenti, frustranti. Umanesimo! Un umanesimo nel XXI secolo � possibile, dato lo stato attuale dell�umanit�? Noi ci vediamo:

- l�umano (antropologico) in s�, il suo essere biologico

- l�umano nelle sue capacit� / radici culturali, economiche, politiche

- l�umano nel suo vivere insieme e agire insieme

�Parlare di questo �nuovo umanesimo� � riconoscere che l�umanit� � condannata a vivere insieme, e che i nostri valori sono troppo spesso in ritardo rispetto a questa esigenza�.

05 - Questa constatazione postula una civilt� del vicino, del prossimo, dell�amico, del fratello, ovvero imparare a vivere insieme, a pregare insieme, a vedere insieme, a ricrearsi insieme, a soffrire e lottare insieme. Questa strada, costante movimento di incontro, di interazione degli uomini, delle idee e dei valori, dei beni tangibili e intangibili, � la strada del dialogo (ibid.) S�impone oggi una lotta positiva nel senso della mobilitazione per la promozione dell�umano secondo i suoi diritto legittimi e le poste in gioco del vivere insieme nel XXI secolo. Essere umano nel XXI secolo cosa vuol dire? �Nel corso degli anni, ho potuto constatare che questa esperienza poteva essere condivisa sotto tutti i profili, e che tutti gli uomini possono comprendere che l�uomo � il prezzo ultimo da pagare per l�uomo. Per colui che crede nell�uomo, l�uomo pi� povero ha un diritto assoluto all�impegno degli altri al suo servizio. �Il rimedio dell�uomo, � l�uomo� affermano i nostri amici africani. In questa prospettiva tutti gli uomini, qualunque siano le loro filosofie e credenze, hanno la vocazione e la missione di riconoscere diritti ai pi� poveri. A partire da una tale presa di coscienza, la riflessione e la sperimentazione in materia di Diritti dell�Uomo non potrebbero prendere un nuovo avvio? Ricchi e poveri di uno stesso paese, popoli ricchi e poveri di ogni paese avrebbero delle opportunit�, su queste basi, di trovarsi un po� pi� eguali, di scoprire meglio l�eredit� comune che giustifica le grandi dichiarazioni e convenzioni internazionali, e di scoprire che solo essa pu� garantirne una applicazione comune sincera� (J. Wrinski, p. 50).

06 - �L�umano pi� povero del mondo � senza dubbio una donna; molto verosimilmente una donna africana� (UNESCO, p. 10). Capiamo l�esistente umano senza futuro, perch� senza un presente consistente, un essere impacciato e senza libert�. Una tale affermazione attira dei commenti: �Non si dar� un futuro alla libert� che a prezzo della giustizia, della condivisione e della solidariet� e senza dubbio della partecipazione. E� ora, in risposta a problemi senza frontiere, di soluzioni senza barriere, senza frontiere. �Da parte mia, posso affermare, in conclusione, che i pi� poveri mi hanno apportato un insegnamento essenziale su questa indivisibilit� in ogni cosa. Mi hanno prima di tutto insegnato che non avanzeremo nella comprensione della grande povert� parcellizzandola secondo le frontiere geografiche. Quando diamo loro la parola, essi stessi ci dicono ben di pi� ci� che li unisce, cio� l�impossibilit� di essere fieri della loro identit�, della loro storia, l�interdizione di ogni appartenenza che non sia negativa o addirittura vergognosa. Ci dicono, in tutti i continenti, l�impossibilit� di vivere da fratelli con altri uomini, finch� costoro ignorano chi siete. La concatenazione inesorabile delle precariet�, ovvero delle impossibilit� di vivere come uomo e come famiglia, mi ha fatto toccare col dito l�indivisibilit� dei diritti fondamentali da riconoscere loro, se vogliamo che acquisiscano la libert� (J. Wrinski, ibid.). �Ovunque la caratteristica della miseria � che l�uomo si vede ritirare le sue responsabilit� e i suoi diritti essenziali, qualunque essi siano secondo le culture. E in tutte le culture, sotto tutti gli orizzonti, vediamo uomini e donne che trovano anormale perch� inumano, che delle popolazioni restino senza difesa davanti a una povert� cos� grande, o peggio, che siano escluse perch� sono in una tale miseria. Esistono ovunque concittadini che fanno eco a quello che i pi� poveri provano nel profondo: �Non � normale, perch� anch�io sono un uomo� (J. Wrinski, p. 46)

07 - Il povero, i poveri. �Il povero �, in un certo senso, una persona in condizioni di sub-creatore. Responsabilit� sua e della comunit� � di fare in modo che egli divenga creatore a pieno titolo, pur con le limitazioni insite in ogni condizione umana� (D. V�niot). Tuttavia, a ben vedere, le limitazioni della condizione umana sono tali che i poveri subiscono una deregulation che mette su un piatto della bilancia il peso delle superpotenze e sull�altro quello dei senza-potenza, sia sul piano scientifico, tecnologico e delle attrezzature che su quello delle risorse finanziarie e, assai spesso, delle risorse umane.

08 - Rispetto al povero ed ai poveri, lo spazio dell�esistenza appartiene a una minima porzione dell�umanit�. Lo spazio del tempo stesso [appartiene] alla stessa porzione di umanit�. Il ritmo, se non il monopolio, delle attivit� sostanziali � detenuto dalla stessa [porzione]. Si pu� ancora definire umana tale porzione, se non per la presa di coscienza che essa ha il dovere di compiere e in virt� di alcune sentinelle e vedette che non cessano di interpellarla? Dove e come toccarla ancora per dire e gridare [che] l�aiuto umanitario, l�assistenza e persino la carit� hanno, come prima espressione, il diritto? Ricordiamo ci� che dice un profeta: �Uomo, ti � stato insegnato ci� che � buono e ci� che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la piet�, camminare umilmente con il tuo Dio� (Michea 6, 8).

09 - Chi comprende sul piano etico che l�umanit� � una ed indivisibile non pu� che insorgere innanzi alle anomalie ed alle anormalit� [costituite] dalle fratture di questo mondo. Che idea ci si pu� fare dell�essere umano vedendo tante popolazioni giacere nella miseria? Che essere umano sei se ignori le situazioni che oltraggiano l�umanit� di questi fratelli avviliti? Puoi passare oltre indifferente? Quale umanit� dimora in coloro che osano calcolare freddamente l�esclusione degli altri, la loro emarginazione, il loro impoverimento, come perdite e profitti di un�impresa politica, economica e culturale? O a maggior ragione filosofica, spirituale e religiosa? Il nostro convincimento di credente [che vive] tra popolazioni vittime notorie di questi drammi dell�umanit� fratricida ci permette di considerare la ragione profonda, le cause e le radici di queste lotte armate e di questi scontri fratricidi. Parliamo d�insurrezione : bisogna insorgere contro queste situazioni di �felicit� vietata�, questi campi di senza-diritti, queste truppe � per non dire greggi � di senza-voce, privi di valore �commerciale�.

10 - Attualmente i nuovi programmi e le loro strategie comprendono la lotta come obiettivo e strumento di accesso allo sviluppo duraturo. E� il momento della lotta contro un gran numero di mali: l�AIDS, gli abusi sessuali, il traffico di bambini. Lotta contro la povert� � e comprendiamo trattarsi certamente della [lotta contro la] povert� collettiva e contro tutte le miserie e le situazioni in cui, attraverso la povert�, l�uomo � svuotato di s� medesimo. E� il contrario della povert� antropologica, in cui la persona, cosciente dei suoi limiti e delle sue capacit�, risponde liberamente per esser padrona del proprio presente e del proprio avvenire.

11 - Lo scontro latente tra le civilt� poggia sui conflitti linguistici, religiosi, culturali ed etnici. Richiede uno sforzo, una lotta per far emergere un umanesimo inter-culturale. Lo sviluppo attraverso lo sradicamento della povert� deve raccogliere la sfida di �saper costruire societ� capaci di integrazione, che rispettino le diversit� culturali� (PNUD 2004) In effetti, una piena e completa espressione culturale � di per s� un importante obiettivo di sviluppo. �Lo sviluppo umano consiste innanzi tutto e prima di tutto nel permettere alle persone di condurre il tipo di vita che desiderano e nel dare loro gli strumenti e le opportunit� per fare tali scelte� (ibid.). A questo livello, lottare insieme ai poveri contro la povert� e le povert� apre ad una concezione condivisa dell�umano.

12 - �In conclusione, questa concezione dell�essere umano sembra essere accettabile per tutti gli uomini, qualunque sia la loro appartenenza culturale o spirituale. Innanzi ai pi� poveri, tutti gli uomini appaiono investiti della stessa missione di far progredire il diritto dell�uomo a ricevere i mezzi per essere ed agire conformemente alla sua autentica grandezza�. Non possiamo che auspicare un subitaneo sorgere di coscienza, come risposta praticabile all�appartenenza di ogni essere umano all�umanit�. �Questa appartenenza pone ognuno in una dimensione che egli non pu� raggiungere da solo. L�importante � quindi la qualit� dei legami di ognuno con tutti gli altri. Se [questi] sono [legami] di dominazione e sottomissione, se stabiliscono una gerarchia in cui ognuno �sta al suo posto�, non fanno altro che inserire ogni persona in una folla nella quale essa si perde. Se sono [legami] di apertura, di ascolto, di rispetto, arricchiscono ciascun �io� con i �tu� che gli sono rivolti; fanno sorgere un �qualcuno� fatto di tutti i legami intessuti.

13 - Questa �surrezione� permanente, frutto dell�esigenza di divenire costantemente s� in comunione con gli altri, non � forse ci� che hanno constatato i discepoli di Emmaus quando sono stati posti innanzi all�evidenza della re-surrezione? (Lc. 24, 12-35). E� senza dubbio il senso della celebre frase: �L� dove sarete riuniti, io sar� in mezzo a voi�. Questo �io� � quanto sorge in pi� l� dove gli uomini si sanno unire. Non si tratta di un auspicio, ma di una constatazione : Io sono pi� che me stesso. Questo pi�, � opportuno chiamarlo Dio? Ognuno risponde nel segreto e nel tormento. Cerco di ammettere che il mio �pi�� sono gli altri e mi sforzo di trarne le conseguenze� (A. Jacquard). La lotta contro la povert� � in ultima analisi una lotta positiva per l�umano nella sua pienezza. Essa pu� costituire la fonte ordinaria di emersione di una nuova umanit�. L�umanesimo che ne scaturisce passer� per una coscienza attiva, viva e concreta, che tesse relazioni di solidariet� e fraternit�, attenta alle esigenze di partecipazione e di dialogo nei [suoi] partner umani.