Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo
 

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Comunit� di Sant'Egidio

22/10/2007 - 16:30 - Sala Italia - Castel dell�Ovo
PANEL 11 - America Latina: per un futuro senza violenza

Jaime Aguilar
Comunit� di Sant�Egidio, El Salvador

El Salvador � un piccolo paese del Centroamerica che a volte � stato sotto i riflettori per la grande violenza che ha vissuto e che in qualche misura continua a vivere: la violenza infatti � cambiata nell�ultimo decennio nelle sue forme, ma rimane sempre presente nella societ�. Anche a 15 anni dalla fine della guerra, le statistiche mostrano un paese ancora immerso nella violenza. La pace � stata un grande dono per il mio paese, un grande talento. Ma oggi guardando la societ� mi chiedo: Cosa abbiamo fatto del dono della pace? Ognuno ha vissuto questi anni per costruire il benessere e questo � un bene, ma pochi hanno pensato a mettere le basi di un futuro diverso, attraverso l�educazione alla pace.

El Salvador, secondo alcuni dati, presenta uno dei tassi di violenza pi� alti dell�America Latina. Nel 2005 si stimava un indice di 50 omicidi ogni 100.000 abitanti. Emerge un forte senso di insicurezza presente nella societ� come rivela crescita vertiginosa dei costi per la vigilanza armata: nel 2006 sono stati spesi 600 milioni di dollari (il 6% del Prodotto interno lordo) nella sicurezza privata. In questo settore esistono 183 ditte, che arrivano a costituire un vero esercito parallelo di 23.000 uomini armati, di di pi� dei 16.000 della Polizia nazionale civile nata dagli accordi di pace.

Si � calcolato che il possesso di un�arma da fuoco per la difesa personale aumenta di quattro volte la possibilit� di essere uccisi in un�aggressione. Sembra quasi un paradosso: il possesso di un arma per la difesa personale aumenta i rischi di morte per chi la possiede perch� innalza il livello di violenza.

Un punto decisivo del mio discorso � la nascita delle �Maras� nate tra le centinaia di migliaia di salvadoregni immigrati vent�anni fa a Los Angeles e spesso formate da adolescenti poco pi� che bambini. Questa banda assunse il nome di Mara Salvatrucha. Entr� presto in conflitto con una �mara� gi� esistente che prendeva il nome dalla �diciottesima strada� di Los Angeles. La politica delle espulsioni, praticata dagli Stati Uniti a partire dagli anni Novanta, ha rimpatriato molti membri delle due maras, nei paesi del Centroamerica.. Le due �maras� hanno ricreato in America Centrale il conflitto originario e, come negli Stati Uniti, �arruolano� e iniziano alla violenza gli adolescenti poveri. Si calcola che almeno 100.000 persone appartengano a questi gruppi, che hanno sempre pi� le caratteristiche di organizzazioni transnazionali di tipo mafioso.

Le maras, agguerrite e violente, impongono la loro autorit� a interi quartieri dei centri urbani. Hanno codici e leggi interne molto definiti: l�iniziazione consiste in una prova di coraggio e brutalit�, a volte l�omicidio di un membro della banda rivale; non � possibile l�abbandono della mara, punito con la morte del disertore; i tatuaggi creano un�appartenenza che deve essere per sempre, accompagnata da un gergo anglo-spagnolo abbastanza criptico.

Le cause dello sviluppo delle bande giovanili sono legate al problema antico delle disuguaglianze economiche, le pi� elevate del pianeta. Tra i motivi che spingono un adolescente all�ingresso nella mara c�� l�assenza del nucleo familiare. La mara si propone

1. come un luogo dove trovare, in modo assurdo e perverso, solidariet�, amicizia e appoggio.

2.Di fronte alla diffidenza verso la societ�, c�� la voglia di �contare� con l�esercizio della violenza anche come modo di essere riconosciuti importanti nel gruppo.

3. La consapevolezza precoce di una vita effimera e corta, il fascino dell�uso di un�arma, il miraggio dei soldi facili spinge a modelli di comportamento violento che anche i mezzi di comunicazione trasmettono.

La risposta delle istituzioni, al fenomeno della delinquenza giovanile, � fino a oggi centrato quasi esclusivamente sull�azione repressiva. Nel 2003, si � lanciato il �Plan Mano dura�, seguito nel 2005 dal �Plan super mano dura� promettendo di estirpare le bande da tutto il paese, con una riforma del codice penale che prevede la detenzione anche per i minori. E� una legge che stigmatizza i giovani in base al modo di vestire, all�apparenza fisica, ai tatuaggi, al linguaggio, in conflitto con la convenzione dei diritti del bambino. La dura repressione, anche quando � necessaria e giustificata di fronte all�ampiezza del fenomeno criminale, non si accompagna fino ad ora a un�azione adeguata sul piano sociale.

C�� poi un fenomeno inquietante, presente in quasi tutti i paesi latinoamericani, che in America Centrale sta assumendo da qualche anno proporzioni enormi. � la �limpieza social�, cio� la soluzione del problema sociale attraverso l�eliminazione fisica del soggetto. In Honduras, nel 2004 ci sono state fino a 557 esecuzioni extragiudiziarie, ad opera di squadroni della morte che, in nome della difesa dell�ordine, contribuiscono all�imbarbarimento della societ� e rivelano la scelta di non combattere la povert�, ma i poveri.

Di fronte alla risposta delle istituzioni che ho descritto finora, molte organizzazioni, spesso legate alla Chiesa cattolica o a quelle evangeliche, danno un notevole contributo allo studio e all�azione sociale per prevenire lo svilupparsi delle �maras�.

Ma ora in pochi minuti vorrei descrivere l�azione della Comunit� di Sant�Egidio nel Salvador perch� credo che sia importante testimoniare l�esperienza della prevenzione della violenza e la trasformazione della vita dei giovani.

La Comunit� di Sant�Egidio ha scelto di lavorare con fedelt� in alcune zone marginali di San Salvador. Dopo 20 anni constatiamo con gioia che in questi quartieri le �maras� praticamente non esistono. Il nostro lavoro � svolto da volontari non retribuiti che si impegnano in quella che noi chiamiamo la �scuola della pace�, si tratta di uno spazio pacificato nel mezzo della baraccopoli, per studiare, giocare diventare amici, imparare a rispettare chi � diverso e scoprire che tutti hanno qualcosa da dare. Come ci ha sempre insegnato Andrea Riccardi: Nessuno � cos� povero da non poter aiutare un altro.

Questo lavoro negli anni ha dato grandi frutti tra i quali mi piace sottolineare che molti di quei bambini oggi sono giovani di Sant�Egidio che aiutano gli altri.

Questa nuova identit� non � forse una risposta a quella voglia di contare che spinge tanti giovani a entrare nelle �maras�? Fare il bene, essere solidali diviene il modo pi� efficace di essere importanti.

Un secondo elemento �: fare il bene insieme. Questo essere insieme risponde al bisogno di appartenenza espresso ad esempio nel tatuaggio.

Quando vedo i nostri giovani portare con orgoglio la maglietta con la colomba della pace mi rendo conto che si tratta del simbolo che ci unisce che risponde profondamente ad un bisogno di identit� e di appartenenza.

La scoperta sempre maggiore della violenza che coinvolge i giovani e persino gli adolescenti mi rende ancora pi� convinto che questa esperienza della Comunit� di Sant�Egidio possa essere presentata alla societ� e diventare una proposta per migliaia di giovani nel mio paese e nell�America Latina. In questo giovane continente dando una mano a questi ragazzi possiamo costruire un� America Latina migliore.