Comunità di S.Egidio


Patriarcado
de Lisboa


25 settembre 2000 - ore 16.00
Centro Cultural de Bel�m - Pequeno Auditorio
Tavola Rotonda
La rinascita dell'Africa

Antonio Mascarenhas Monteiro     
Presidente della Repubblica, Capo Verde

 

Le mie prime parole sono di ringraziamento e apprezzamento per la Comunit� di Sant'Egidio, ringraziamento per l'invito che mi ha rivolto a partecipare a questo importante incontro e apprezzamento anche maggiore per questa iniziativa meritoria.
Tocca a me testimoniare la mia riconoscenza per la tensione costante che ha dispensato al continente africano, attraverso le molte iniziative di successo.
Il tema di cui parleremo � molto suggestivo, "La rinascita dell'Africa". Infatti, l'Africa ha bisogno di rinascere.
Qualche anno fa, quando gli analisti politici si rifacevano al continente africano gli epiteti pi� frequenti erano i seguenti: continente in agonia, continente naufragato, continente marginalizzato, ecc. Queste espressioni lasciavano trasparire un profondo sentimento di pessimismo.
Era l'afro-pessimismo in tutta la sua estensione.
Con l'avvento della democratizzazione nel primo lustro degli anni '90, � iniziato ad emergere una nuova immagine del continente africano. E' iniziato ad essere il continente del futuro e della speranza.
Sfortunatamente, negli ultimi anni, con una recrudescenza dei conflitti e alcuni passi indietro nei processi di democratizzazione, molti autori hanno iniziato a parlare dell'incubo africano.
Ma, indipendentemente dagli epiteti, esiste una realt� che � importante analizzare oggettivamente.
Il continente africano vive attualmente un periodo importante della sua storia, sia in virt� degli avvenimenti altamente positivi, sia in ragione dei fatti che hanno provocato conseguenze profondamente negative.
In ci� che riguarda gli avvenimenti che considero positivi � giusto indicare i processi di democratizzazione che stanno avendo luogo in diversi paesi del continente.
In effetti, la democratizzazione sorge come un dischiudersi necessario, come una tappa storica desiderata da molti e temuta da tanti. Indietro rester� un passato di intolleranza e prepotenza, di voci soffocate, di diritti calpestati e di ignoranza. Ma un passato, � necessario sottolinearlo, nel quale si � allargata ed � cresciuta l'idea della democrazia e della libert�, a volte a costo di immensi sacrifici.
Quello che si vive oggi, lungi da essere un'offerta o gesto di buona volont�, � una conquista, risultato di una lotta, molte volte solamente silenziosa.
Le transizioni democratiche assumono fazioni che scaturiscono dalle condizioni particolare di ogni paese e traducono l'assunzione della necessit� di una nuova e differente fase che metta l'Africa in sintonia con le grandi trasformazioni che si operano nel mondo di oggi e risponda alle aspirazioni delle popolazioni africane.
Se in alcuni casi si � trovata la strada senza turbamenti sociali, in altri casi si sono verificate rivoluzioni, spesso con gravi conseguenze.
Nella tappa presente in cui ci troviamo, l'importante � che le transizioni democratiche scorrano in una forma pacifica e suscitino la partecipazione di tutti i cittadini, avendo la certezza che cerchiamo una nuova dinamica sociale e politica che permetta la piena realizzazione delle capacit� creative nazionali, cos� come una forma differente di assumere e realizzare la cittadinanza, senza dimenticare che la costruzione dei nuovi regimi deve significare migliori condizioni di vita per le popolazioni.
In verit�, ci� che succede presentemente in Africa, � solo un processo di democratizzazione e non la democrazia in tutte le sue virt�. Un processo che non � esente da rischi, sarebbe una pericolosa ingenuit� pensare che la democrazia costituisca gi� un dato acquisito, irreversibile.
Inoltre, i problemi cruciali della democrazia in Africa derivano chiaramente dalla stabilit� dei nuovi poteri e nell'effettivo radicamento dei valori democratici.
La soluzione di questi due problemi � condizione sine qua non del successo delle transizioni democratiche, altrimenti la democrazia si limita ad una illusione alimentata dal gioco delle garanzie formali.
Il consolidamento della democrazia esige una speciale attenzione alla questione dei diritti dell'uomo. Inoltre, non � per caso che ai processi di democratizzazione si sia associato un notevole convergere intorno ai diritti umani fondamentali.
E' importante stabilire un sistema efficace di salvaguardia di questi diritti, ma soprattutto una cultura dei diritti umani, e questo esige subito, specialmente in ci� che riguarda l'Africa, il funzionamento di appropriati meccanismi di insegnamento/apprendimento, sia in ci� che riguarda i diritti politici, sia in ci� che riguarda i diritti economici, sociali e culturali. E' importante che le donne e gli uomini africani si integrino a pieno diritto in questo movimento planetario per la rimessa dell'uomo al centro del processo di sviluppo dell'umanit�, come suo soggetto e destinatario.
In ogni modo, non bisogna dimenticare che la retorica e la pratica dei diritti dell'uomo esigono come sostegno una solidariet� sincera e fraterna. Manifestazioni nocive, come il razzismo e la xenofobia, intenzionalmente alimentate, devono essere vigorosamente combattute.
Pi� che un rifiuto, il futuro esige l'accettazione dell'altro come compagno quotidiano in questo mondo che, diverso e plurale, appartiene a tutti.
Signor presidente, in ci� che riguarda gli avvenimenti negativi, importa sottolineare che innumerevoli e dolorosi conflitti continuano a segnare il continente africano.
Rivalit� etniche antiche o la lotta per il potere si sono convertite in conflitti aperti, i quali hanno seminato la morte e la distruzione, senza dimenticare i milioni di rifugiati e le persone sfollate, cos� come la ricorrente instabilit� regionale.
In un momento in cui tutti i nostri sforzi dovrebbero convergere per lo sviluppo, si verifica, al contrario, che le risorse delle quali disponiamo sono impegnate nel lavoro distruttore della guerra, essendo che le poche infrastrutture economiche sulle quali possiamo contare sono sacrificate sull'altare della violenza.
Se vogliamo prevenire questo tipo di conflitto, dobbiamo affrontare le sue cause. Tra le quali si evidenziano, in certi casi, le limitazioni effettive alla partecipazione di tutti i cittadini del processo politico nel governo dei loro paesi, e, in altri casi, la violenza risultante dal non rispetto dei diritti umani fondamentali, sia al livello dell'individuo, sia al livello dei gruppi etnici o religiosi. E' mia opinione che la stabilit� interna di un paese e l'armonia sociale di vari gruppi di interesse risultino chiaramente favoriti quando tutti i cittadini hanno la possibilit� di esercitare pienamente, in libert�, la propria cittadinanza, specialmente facendo le proprie scelte sui destini del paese, decidendo la forma di governo e scegliendo liberamente e periodicamente i propri governanti.
Urge una riflessione collettiva che conduca all'identificazione di soluzioni che riescano a contenere i conflitti e, allo stesso tempo, l'adozione di misure preventive che possano ridurre o eliminare la possibilit� di tanti confronti armati.
Tuttavia, nonostante le sue crisi, nonostante la sua vulnerabilit�, l'Africa si modernizza e si adatta.
Profonde trasformazioni politiche sono in corso: le elezioni multipartitiche, la libert� di stampa, la nascita di una societ� civile attiva sono diventate riferimenti correnti. E' chiaro che non tutti i paesi si trovano nello stesso stadio di evoluzione per lo Stato di Diritto, ma � innegabile che c'� una grande onda che invade il continente africano.
D'altra parte, molti stati africani hanno scelto la via del rigore economico e in questo contesto importanti sforzi di riaggiustamento sono stati realizzati, alcuni con risultati incoraggianti.
Non possiamo parlare di democrazia senza parlare di sviluppo. In questo modo, questa nuova fase della storia africana deve conoscere ugualmente un uovo e decisivo impulso nella costruzione del quale abbiamo diritto.
Del resto, diventa imperativo sottolineare che lo sviluppo si profila come questione vitale per l'umanit�, essendo allo stesso tempo chiaro che nessuno sforzo in quest'ambito avr� successo se non � pensato in un quadro di assunzione della pace come valore comune. Pace e sviluppo sono momenti complementari di una stessa lotta. Lotta che � comune e perci� richiede l'impegno di tutta la comunit� internazionale nella certezza che ci� che � in causa � il futuro collettivo.
La questione basilare dello sviluppo dei nostri paesi si sostanzia, a mio avviso, nell'assunzione piena dei popoli e governi africani della responsabilit� completa per il processo di sviluppo del continente. Ci� significa, in primo luogo, che devono essere le societ� a definire, per se stesse, le proprie priorit� ed i propri obiettivi, la propria strategia ed il proprio ritmo, senza altre coercizioni esterne che non siano quelle che derivano dalla loro propria condizione di paesi poveri. Questa esigenza ci conduce ad una condizione essenziale: la societ� civile deve essere capace di esprimersi liberamente, unico processo attraverso il quale sono forgiati i consensi minimi e le intese che determinano l'azione collettiva.
Senza questa dimensione, illudiamo noi stessi e gli altri e ci stiamo condannando a false partenze, perch� non assunte dalla societ� nel suo insieme.
Se sono sicuro di ci� che ho affermato e se lo sviluppo non assunto democraticamente dall'insieme della societ� � irrealizzabile, allora � indispensabile che i nostri partners bilaterali e multilaterali accettino pienamente il nostro ruolo come agenti principali e come conduttori di processo.
Non si tratta di sminuire il ruolo dei partners, n� di limitarli a semplici donatori e osservatori.
Si tratta, s�, di comprendere i meccanismi che fanno muovere le societ� nei momenti cruciali della loro storia. E il nostro continente affronta, in questo momento, la sfida della globalizzazione, con tutte le sue opportunit� e minacce. Le nostre societ� non potranno sostenere il ritmo richiesto dal progresso tecnologico, se le nostre elites non saranno capaci di svegliare il "genio" interno dello sviluppo che sottost� a tutte le societ�. L'aiuto esterno e altre forme di intervento esterno non produrranno il miracolo da se stesse.
E' importante evidenziare che le relazioni economiche internazionali non forniscono automaticamente benefici identici ed equilibrio fra tutti i paesi coinvolti.
L'Africa compare, attualmente, come un continente marginalizzato. Dei 48 paesi meno sviluppati del nostro pianeta, 33 sono africani, nonostante le immense risorse naturali di cui dispone il continente. Rappresenta meno del 3% del commercio mondiale, percentuale che sta diminuendo fin dagli anni '60: il grosso del commercio dei paesi sviluppati viene attuato tra di loro, al contrario dei paesi sottosviluppati che non attuano questi scambi; allo stesso modo si verifica che i paesi che partecipano al commercio internazionale non si trovano nella stessa situazione; sono partners diseguali, nella dimensione, nella forza economica, nel peso politico, nella forza militare e nella capacit� di influenzare nelle organizzazioni internazionali.
Considero molto importante che le barriere al commercio siano ridotte, e concordo che il suo effetto globale possa essere positivo. Ma proprio perch� ho compreso l'importanza del commercio internazionale per lo sviluppo dell'Africa, capisco che il nostro continente deve beneficiare di un processo intenso e assunto, di solidariet� nelle relazioni economiche internazionali, che gli facilitino l'accesso ai mercati, ai progressi della scienza e della tecnologia, e ai fondi strutturali considerabili in modo da accelerare il passo ed accompagnare il resto del mondo.
Il progresso dell'Africa non si far� contro o per opposizione ad altri continenti o paesi. Al contrario, lo sviluppo del nostro continente costituisce un'opportunit� di investimento e di crescita del commercio internazionale, che non pu� essere minimizzato.
Le esperienze di successo di integrazione regionale dimostrano la necessit� di aiuti anche se temporanei, ai partners meno sviluppati, come condizione della loro propria integrazione e del buon funzionamento dell'insieme. L'esperienza del dopo guerra in Europa mostra il tipo di approccio di cui l'Africa ha bisogno. Un approccio di aiuto esterno in questa prospettiva, mi sembra pi� ricco, pi� efficace e molto pi� effettivo di quelli tradizionali.
Ma se fosse possibile identificare un unico fattore come decisivo per lo sviluppo sostenuto dall'Africa, non esiterei a considerare che quel fattore � l'elemento umano. Le limitazioni nel campo delle risorse umane costituiscono il principale ostacolo al progresso economico e sociale del continente.
Non si pu� aggirare questa questione centrale: la crescita e lo sviluppo economico e sociale sono profondamente legati alla scienza e alla tecnologia. E il nostro continente si trova, forse, nella posizione pi� arretrata in questo campo. Si comprende cos�, la dimensione e l'estrema urgenza di questo problema. E' tutto il futuro dei nostri popoli che � in gioco.
L'accelerazione del processo di globalizzazione, indotto dalle nuove tecnologie della comunicazione, conferisce un carattere di emergenza a questo problema. La questione non consiste pi� nel sapere se dobbiamo abbracciare la scienza, ma se possiamo sopravvivere senza una marcia forzata per la conoscenza scientifica. E in questa marcia forzata, che siamo obbligati a iniziare immediatamente, contiamo sui nostri partners.
Sono le sfide che si aprono per noi, ma anche per i nostri partners. Campo privilegiato per la concentrazione dell'aiuto esterno, � anche uno dei pi� difficili, pi� costosi e pi� problematici. Ma allo stesso tempo, � forse quello in cui i risultati sono pi� profondi e duraturi, e di maggior significato per l'Africa. L'assistenza tecnica non ha compiuto le sue promesse, non potr� nemmeno farlo finch� prevale la stessa logica. Dovr� essere sostituita da un'altra forma di relazioni, pi� vicina, pi� coinvolgente, pi� orientata verso il trasferimento delle competenze.
Infine, permettetemi di lanciare un appello. E' necessario che tutti abbiano la coscienza della interdipendenza degli interessi nel nostro pianeta, coscienza di cui l'Africa sar� per il mondo un fattore di pace e prosperit�, se essa ricever� dalla comunit� internazionale la solidariet� che merita e di cui tanto necessita.