Comunità di S.Egidio


Patriarcado
de Lisboa


25 settembre 2000 - ore 16.00
Centro Cultural de Bel�m - Sala Laman
Tavola Rotonda
Religioni e globalizzazione: una sfida per l'Asia

Felix Machado   
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso Santa Sede

 

A) Il fenomeno della globalizzazione
Il termine "globalizzazione" � usato oggi in maniera comprensiva per descrivere i collegamenti ed i legami stretti fra le persone attraverso il mondo, tramite i mezzi della scienza e della tecnologia. Diversamente dal passato, quando la gente in una parte del mondo viveva quasi isolata e separata da quella di altre parti, oggi si vive in quello che � spesso chiamato il "villaggio globale". Anthony Giddens definisce la "globalizzazione" come "l'intensificazione dei rapporti attraverso il mondo, che collegano localit� distanti in modo tale che gli avvenimenti locali sono determinati da eventi in corso a distanza di molte miglia e viceversa". Roland Robertson parla della globalizzazione come un processo tramite il quale il mondo sta diventando sempre pi� "un unico posto".
Da una parte, la globalizzazione pu� offrire possibilit� immense per il benessere della gente e la pace nel mondo, dall'altra parte, pu� anche offrire possibilit� di distruggere o di influire sfavorevolmente sulla situazione religiosa, morale, sociale, economica, politica ed ecologica del mondo. In altre parole, il fenomeno della globalizzazione non � un processo neutro. La globalizzazione, come vediamo oggi, � diventato un sistema che si impone, potente ed inevitabile, un'ideologia. E' presentata al mondo moderno come l'unica alternativa. Vi sono coloro che la provocano e coloro che sono colpiti da essa. La globalizzazione � certamente un mostro che la societ� moderna ha creato, ma il mostro tende a favorire i potenti a discapito degli strati pi� deboli della societ�. La globalizzazione, per questo, � un processo ambiguo e non dovrebbe essere accettato con un'attitudine na�f, indifferente e passiva.
Quasi tutti i paesi dell'Asia sono colpiti dal processo di globalizzazione. Alcuni paesi, o almeno alcune persone di alcuni paesi asiatici, sembrano trarre vantaggio da questo processo e ne traggono profitto quindi, particolarmente, in ambito economico. Non bisogna dimenticare che le "situazioni economiche nel continente asiatico sono molto diverse e resistono a qualsiasi semplice classificazione, poich� alcuni paesi sono altamente sviluppati, altri si stanno sviluppando attraverso efficaci politiche economiche, e altri si trovano ancora nella pi� nera miseria, sono effettivamente fra le nazioni pi� povere della terra. Nel processo di sviluppo, il materialismo ed il secolarismo stanno guadagnando terreno, specialmente nelle aree urbane. Queste ideologie, che minano i tradizionali valori sociali e religiosi, minacciano le culture asiatiche con danni incalcolabili ". Alcuni sociologi criticano fermamente la forte influenza della globalizzazione in Asia, definendola una forma di neocolonialismo .

B) Il ruolo della religione
La religione non � un concetto puramente elaborato dall'uomo, ma � una risposta ad una parte dell'essere umano, alla dimensione trascendente della vita. La religione � costitutiva dell'essere umano, ma spesso, nelle societ� moderne, � marginalizzata. La religione � percepita come qualcosa di "estraneo" e considerata un ostacolo al processo di globalizzazione. Spesso l'esistenza e l'importanza della religione non � nemmeno riconosciuta nella vita quotidiana delle nostre societ� moderne. Non � troppo fuori del comune vedere che la religione viene strumentalizzata e maltrattata dal processo di globalizzazione per raggiungere gli scopi di coloro che traggono vantaggio da questo processo. Di conseguenza, le persone religiose possono diventare diffidenti. Possono iniziare a chiudersi e a vivere in un livello periferico della societ�, formando piccoli ghetti, come se lo fossero realmente. Questa tendenza pu� anche portare al fondamentalismo e ad un revivalismo religioso. La globalizzazione � quindi veramente una sfida per le religioni.
Bisogna fare attenzione a distinguere fra universale e globale. Le religioni tradizionali, per esempio, non sono necessariamente globali anche se sono universali per natura. Si potrebbe dire che la religione aiuta a collegare il finito con l'Infinito. L'Infinito, che i seguaci delle varie religioni tradizionali interpretano in modi diversi, � universale per natura. Questo � il motivo per cui la religione pu� esigere l'universalit�. La globalizzazione, d'altra parte, � un fenomeno di pura espansione geografica. Contrariamente all'universale autentico, che rispetta il particolare e l'unico, la globalizzazione tende ad assorbire e ad imporre un'attitudine consumistica.

 

La sfida alle societ� asiatiche

A) Religioni in terra d'Asia
L'Asia � giustamente descritto come il continente delle molte religioni e della molta povert�. Queste due caratteristiche del continente asiatico non si escludono a vicenda; vanno insieme. Non si deve dimenticare che l'Asia di oggi � il risultato di antiche tradizioni religiose e civilt�, di profonde filosofie e della loro sapienza. Cercando di affrontare le sfide della globalizzazione, quindi, il ruolo della religione non pu� essere scartato. Un tentativo di questo genere sarebbe sicuramente distruttivo per le societ� asiatiche. Ecclesia in Asia giustamente nota: "I popoli dell'Asia sono orgogliosi dei loro valori religiosi e culturali ... nonostante l'influenza della modernizzazione e della secolarizzazione, le religioni asiatiche mostrano segni di grande vitalit� e di capacit� di rinnovamento ..." (n. 6).
Senza negare i fatti storici, vorrei ribadire il contributo positivo che le religioni asiatiche hanno dato al mondo in generale. Nonostante le religioni siano ritenute la causa di molte guerre nella storia dell'umanit�, non si pu� ignorare il positivo e costruttivo ruolo che le religioni del mondo hanno avuto nel formare l'essere umano, nel mettere ordine nella vita cosmica e nell'arricchire la ricerca della verit�.
Nello spirito asiatico il ruolo della religione � percepito primariamente come qualcosa di salvifico/liberatore. In Asia l'essere umano � un soggetto attivo e non un passivo consumatore di religione. Il nostro mondo sta sempre pi� diventando consapevole del conseguimento della "liberazione" o "integrazione" della persona "intera". La difesa della dignit� umana e i diritti degli esseri umani dominano la nostra epoca storica; valori come "la libert�, l'uguaglianza e la fratellanza" sono stati sempre pi� accettati negli anni recenti. Uno potrebbe anche dire che all'uso della ragione viene dato il suo posto legittimo .
E' necessario anche mettere in evidenza i pericoli che minacciano le societ� asiatiche, cio�, una tendenza, fra alcune persone, a minimizzare o relativizzare la verit� eterna, in particolare riducendola ad una mera indagine storica e cadendo nell'errore del "nichilismo " che, in ultima analisi, sfocia in una specie di "totalitarismo" del mondo ideologico. Una completa assolutizzazione dell'atto della ragione, se portata al suo apice ed applicata alle idee politiche e religiose, non porta concordia e pace ma fa sorgere l'ateismo, quindi una negazione positiva del Trascendente. Allora Dio � descritto come un "idolo concettuale". Come conseguenza del diventare adulti nella ragione, Dio sembra essere messo da parte; ossessionati con il progetto di emancipare l'uomo, la religione � vista come "l'oppio dei popoli", e, per questo, alienata dalla vita socio-politico-culturale strutturata della societ�.
Ingoiare acriticamente la globalizzazione ed accettarla passivamente pu� essere anche causa di ateismo, agnosticismo, materialismo, indifferentismo verso la Realt� Trascendente, ecc. In altre parole, la religione non resta pi� come punto di riferimento che fornisce il senso ultimo alla vita dell'essere umano. La societ� pu� allora arrivare al punto di fare dell'essere umano un essere "autonomo" (l'"autonomia" � in opposizione all'"eteronomia" che ammette una legge o un principio proveniente da oltre l'essere umano; la persona "autonoma", secondo la derivazione greca della parola, si d� la legge da sola; in particolare, non dipende n� da autorit� trascendente n� religiosa n� di altro tipo, oltre alla propria, per quello che riguarda la sua condotta morale ed etica) .

B) La Religione esige il bene fondamentale dell'essere umano
"La legge di Dio dice: "tu non devi uccidere". Ci� che io capisco da questo "tu non devi uccidere" � tu devi fare qualsiasi cosa perch� l'altro viva" . Quando la religione cambia legittimamente il proprio punto focale dall'utopia alla realt� terrena, dagli idoli agli uomini in carne ed ossa, iniziamo a scoprire il suo vero significato e funzione . Non � che l'esistenza della Trascendenza sia negata o che il posto dell'Assoluto sia messo in questione, ma si sostiene un giusto equilibrio tra il secolare e il religioso. Nella citazione del filosofo di fama mondiale, Levinas, vediamo che, nella sua interpretazione della Legge di Dio, l'Assoluto trascendente non � n� messo in dubbio n� negato, ma la Legge � applicata alla vita nel modo in cui � intesa.
Non sarebbe un'esagerazione affermare che la religione, in totale obbedienza e fedelt� alla Realt� trascendente, � al servizio dell'essere umano ed alle necessit� fondamentali della persona, per esempio la pace, l'amore, la giustizia, la verit�, ecc. La religione in se stessa non libera/salva l'essere umano; in un contesto deistico si potrebbe dire che � Dio che libera, salva. Comunque la religione ha una funzione pi� che facilitatrice nel processo di liberazione e aiuta a portarlo a compimento.
La religione propone il bene ultimo per l'essere umano. Ma "ultimo" non deve essere confuso con "ci� che cronologicamente viene alla fine" della vita terrena dell'uomo. Ogni azione ha un suo fine. In altre parole, in qualsiasi azione l'essere umano ha bisogno di chiedere il "perch�" di quell'azione, il pi� profondo e ultimo "motivo" per cui fa qualcosa, l'intenzione nell'intraprendere ogni progetto. La religione dovrebbe aiutare l'essere umano a trovare questo scopo ultimo in ogni azione che egli/ella � chiamato a portare a termine, sia questo il mangiare, il dormire, il lavorare, ecc.
Le religioni insegnano i valori umani essenziali: il diritto alla vita in ogni fase del proprio sviluppo; il diritto ad essere rispettato, indipendentemente dalla razza, dal sesso o dalle convinzioni religiose; il diritto ai beni materiali necessari per la vita; il diritto al lavoro e ad un'equa distribuzione dei frutti della terra per una coesistenza disciplinata ed armoniosa.
Non � sufficiente che la religione proponga il bene ultimo dell'essere umano. A sua volta l'essere umano deve assumersi la responsabilit� (cio� rispondere concretamente alla proposta). Ad esempio, la pace nel mondo, proposta dalle religioni mondiali, non sorge automaticamente da un inno vedico, dal sermone di Buddha, da una frase di Lao-Ts�, da una surah del Corano, da un versetto della Torah o dal Vangelo cristiano. "Le guerre sono nate nei cuori degli uomini ed � nei cuori degli uomini che deve essere costruita la difesa per la pace" . Se, in ultima analisi, nonostante le religioni ci sono miseria, furti, corruzione, falsit�, odio, violenza, guerra, uccisioni, ecc. non � che la religione pu� essere accusata di aver fallito, ma si potrebbe dire che non � stata mai praticata seriamente dai suoi rispettivi seguaci. In altre parole, invece di incolpare la religione per le disgrazie della societ� ci si deve rivolgere all'essere umano che non ha agito responsabilmente verso i precetti proposti dalla sua rispettiva tradizione religiosa.

C) Dialogo e collaborazione fra le religioni
Se lo scopo della religione � il bene ultimo dell'uomo, allora il dialogo tra le religioni mondiali non � solo utile ma necessario per permettere alle religioni di raggiungere questo scopo. La situazione pluri-religiosa del nostro mondo non ci chiede semplicemente di essere passivamente tolleranti, ma esige da noi il mutuo rispetto ed una collaborazione amichevole, per il bene del mondo .
Il dialogo fra le religioni presuppone, soprattutto, un'adesione senza compromessi al proprio credo religioso ed, allo stesso tempo, un'apertura verso la verit� che sostengono le altre religioni; il dialogo chiama a testimoniare la propria identit� religiosa e, allo stesso tempo, il rispetto verso l'identit� religiosa degli altri. E' anche attraverso lo spirito di dialogo che la gente, qualunque sia la propria appartenenza religiosa, sar� capace di liberarsi dell'ipocrisia e dalla giustizia per se stessi che pu� portare a giustificare la violenza e lo spargimento di sangue in nome della religione.
E' attraverso il dialogo interreligioso che uno scopre i valori, ritenuti dimensione costitutiva delle verit� religiose, della propria religione e proposti dalla religione di altri. Questi valori richiedono, se devono crescere e svilupparsi, il supporto di tutti - politici, leader di organizzazioni internazionali, uomini d'affari e lavoratori, associazioni e cittadini privati. Quello di cui stiamo parlando � un preciso compito incombente per ciascuno e tanto pi� se uno � credente. "I popoli dell'Asia sono orgogliosi dei loro valori religiosi e culturali, come l'amore per il silenzio e la contemplazione, la semplicit�, l'armonia, il distacco, la non-violenza, lo spirito per il lavoro duro, la disciplina, la vita frugale, la sete di apprendimento e di indagine filosofica. Essi hanno a cuore i valori del rispetto per la vita, la compassione per tutti gli esseri, la vicinanza alla natura, la piet� filiale verso i genitori, gli anziani e gli avi, e un senso di comunit� altamente sviluppato. In particolare, ritengono che la famiglia sia una fonte vitale di forza, una comunit� saldamente unita con un potente senso della solidariet�. Gli asiatici sono noti per il loro spirito di tolleranza religiosa e per la coesistenza pacifica" .
Si pu� dire che la vita religiosa, se vissuta autenticamente, non pu� fallire nel portare frutti di pace e di fratellanza universale, dato che � nella natura stessa della religione favorire un sempre pi� stretto legame con la divinit� e promuovere relazioni sempre pi� fraterne fra le persone. I contatti interreligiosi promuovono una pi� chiara presa di coscienza delle responsabilit� considerevoli di ogni credente riguardo al bene vero dell'umanit� nell'insieme. E' quando tutte le religioni convengono in uno spirito di dialogo che possono stabilire fermamente di non permettere di venire usate per interessi particolari o per fini politici. Attraverso lo spirito di dialogo, le religioni possono tendere ad assumere un'attitudine pi� consapevole e pi� decisiva nel formare le realt� sociali e culturali nelle comunit�. Questo permetter� sicuramente alle religioni mondiali di essere una forza attiva nel processo di globalizzazione e quindi di offrire una speranza sicura all'umanit�. In numerosi casi � diventato evidente, che la loro (delle religioni mondiali) attivit� si sarebbe dimostrata pi� efficace se fosse stata portata avanti in maniera congiunta e coordinata. Questo modo di lavorare fra credenti di diverse religioni pu� avere un effetto decisivo nel promuovere la pace fra i popoli e nel superare l'ancora esistente divisione fra "zone" (Nord-Sud, Est-Ovest, ecc.) e "mondi" (primo, secondo, terzo, ecc.).
La promozione dell'amicizia tra varie tradizioni religiose pu� incoraggiare la gente ad acquisire una conoscenza reciproca, gli uni delle tradizioni religiose degli altri. Ovviamente, questa conoscenza deve essere giusta, equa ed obiettiva, il pi� possibile. Deve anche avere il bene della societ� come suo ultimo fine. In altre parole, lo studio delle tradizioni religiose non deve essere intrapreso per dimostrare la propria superiorit� sugli altri o solo come ricreazione accademica. Abbiamo bisogno di una strategia attuabile per il dialogo tra le religioni nell'era della globalizzazione. Questa non si trova in comunicazioni polemiche, come quelle che propone J. Habermas, il quale mette troppa enfasi sull'aspetto intellettuale della comunicazione... Nella realt� della comunicazione la dialettica porta sempre ad un aumento dei conflitti piu' che al consenso .
Lo spirito di dialogo � ancor pi� urgente e necessario oggi per prevenire il fondamentalismo ed il fanatismo che danno il via alla violenza adducendo motivi religiosi. "Se esiste una battaglia degna dell'uomo, � una battaglia contro le proprie passioni disordinate, contro ogni genere di egoismo, contro i tentativi di opprimere gli altri, contro ogni tipo di odio e violenza: in breve, contro ogni cosa che sia l'esatto opposto della pace e della riconciliazione."

Conclusione
La globalizzazione sta diventando un sistema o un'ideologia che si autoimpone sempre pi�, potente ed inevitabile, nel mondo moderno. Viene presentata al mondo moderno come l'unica alternativa. Il fenomeno della globalizzazione � ambiguo. Il processo della globalizzazione non dovrebbe essere accettato con un atteggiamento na�f, indifferente e passivo.
La religione � l'anima della societ� asiatica. L'evidente processo di globalizzazione in Asia propone una grande sfida alle religioni. Valutando criticamente e resistendo ad ogni effetto negativo e distruttivo della globalizzazione, i credenti in Asia devono collaborare per preservare e promuovere le caratteristiche autentiche dello spirito asiatico. Esigendo di portare il bene ultimo agli esseri umani, i credenti delle diverse religioni devono continuare a risolvere il perenne problema della povert�, un'altra caratteristica del continente asiatico. Anche i "poveri" sono "religiosi" in Asia. In un certo senso, distruggi (io non dico "allevia" la povert�) il povero ed avrai distrutto la religione in Asia. Questo richiede sforzi intensificati per promuovere il dialogo interreligioso. Un dialogo per la collaborazione, soprattutto, � necessario per favorire la cultura dell'armonia e della pace nel continente asiatico.
Soccombendo alla pressione della globalizzazione i paesi asiatici possono essere tentati di guardare solo ai propri problemi individuali, in isolamento. Questo potrebbe essere fatale per la societ� asiatica. Le religioni, come denominatore comune asiatico, possono unire le societ� asiatiche e creare un fronte unito per affrontare la sfida alla globalizzazione. Un esempio pu� essere citato nel contesto cristiano: la Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche - FABC (cattolica) e la Conferenza Cristiana dell'Asia - CCA (protestante) sono due organi che aiutano rispettivamente i cristiani cattolici e protestanti a lavorare in maniera unita e coordinata. Le varie tradizioni religiose in Asia potrebbero ugualmente lavorare in maniera unita e coordinata. La "Conferenza Asiatica sulla Religione e la Pace" (ACRP), braccio regionale della "Conferenza Mondiale sulla Religione e la Pace" (WCRP), � gi� attiva in Asia. Una pi� stretta collaborazione fra le religioni potrebbe, comunque, essere migliorata rafforzando questo organo per un maggior bene delle societ� asiatiche, particolarmente nell'affrontare la sfida alla globalizzazione.