Comunità di S.Egidio


Patriarcado
de Lisboa


26 settembre 2000 - ore 9.00
Centro Cultural de Bel�m - Sala Calempluy
Tavola Rotonda
Giustizia e/o riconciliazione

Igor Man
Editorialista, Italia

 

Sono particolarmente lieto, da persona appassionata dell'umano come un vecchio cronista che ha attraversato il mondo cercando di raccontare gli sforzi di tanti per restare umani anche in mezzo alle guerre, di introdurre questo panel e, fra poco, di introdurvi gli oratori di questa mattina. Si sono assunti la responsabilit� di confrontarsi su un tema che � chiave nel nostro scenario contemporaneo. Giustizia e/o Riconciliazione, infatti, � un crocevia tutt'altro che teorico. E' un tema di importanza cruciale quando i responsabili delle guerre cominciano a chiedersi come mettere fine ai conflitti, e quando i governi, i negoziatori, o gli appassionati della pace come i nostri amici della Comunit� di Sant'Egidio cercano con artigianale e intelligente pazienza di far tacere le armi per mettere fine alla violenza e far respirare intere popolazioni di poveri oppressi dalle contrapposizioni e dalla guerra.
Giustizia e/o riconciliazione. Qui i nostri oratori avranno da dare il loro contributo autorevole e, come accade in tanti casi, scopriremo che "il diavolo sta nei dettagli", qui potremmo dire che il dramma o la speranza si giocano ampiamente in quell' "E"/ e in quell' "O", in quell'oppure.
La nostra storia contemporanea - quest'ultimo mezzo secolo che ho cercato di raccontare con gli occhi, con le gambe, e con una macchina da scrivere portatile diversa dai computer di oggi - si � giocata spesso su questo E/O. Giustizia sociale o libert�, America o Russia, e ancora Fidel Castro riesce a creare contraddizioni, con il suo acume e la sua spregiudicatezza, quando all'Onu e nei summit mondiali ricorda al mondo lo scandalo della povert� (certo glissando amabilmente e da par suo sugli scandali delle libert� conculcate).
Giustizia e/o riconciliazione � una domanda concretissima quando si vuole fare finire l'orrore della guerra. E' una domanda che rispunta fuori dalla storia anche a distanza di anni. E' quella che viene fuori dal dramma dell'Argentina dei generali e dalle madri della Pla�a de Mayo che chiedono da decenni giustizia per i propri cari desaparecidos. E cui la Chiesa argentina, con coraggio oggi, poche settimane or sono, ha chiesto perdono per il non detto, il non fatto, dopo un percorso faticoso che deve essere costato non poco. La speranza � che si crei un cammino di riconciliazione, anche se nessuno potr� restituire la vita a quei poveri, straordinari ragazzi eliminati in nome della sicurezza e di un idolo muto che si chiama ordine, potere e denaro.
Vicino all'Argentina il Cile: un paese che in maniera non violenta ha scelto la via dell'uscita morbida dalla dittatura. Si potrebbe dire, all'inizio, il tentativo di una riconciliazione senza giustizia, perch� senza punizione per i responsabili di atrocit�. E il problema riesplode oggi, quando il dilemma � tra chi invoca un processo internazionale di Pinochet e chi vuole che non si riapra una spaccatura insanabile e violenta nel popolo cileno.
E poi ci sono le guerre di oggi, quelle che hanno visto anche i nostri figli e non solo alla televisione. E' possibile mettere fine a una delle cento guerre in Africa, in Ruanda o in Burundi, o nella Sierra Leone dei tagliatori di mani, o nei Balcani, o in Guatemala o in Colombia, se la giustizia impone di perseguire i responsabili, ma la paura di essere spazzati via, inseguiti da un tribunale internazionale, diventa un motivo in pi� per continuare le guerre e per aggiungere orrore alla violenza gi� esistente? Non sar� che c'� una prima giustizia che � quella di affrettare la fine delle guerre e la fine della morte di innocenti per colmare prima il fossato che divide e avviare una riconciliazione nel profondo? Le domande sono molte e forse non sar� possibile rispondere a tutte. C'� una domanda anche per gli uomini e le donne di religione, che possono avere un ruolo straordinario nel favorire una riconciliazione del profondo e non solo dei trattati, nel togliere la guerra dai cuori. Ma mi fermo qui, e giro le domande e questi interrogativi dell'anima al primo dei nostri oratori.