Johnny Paul Penry non è più un condannato a morte.
La Corte Distrettuale ha deciso che non dovrà essere sottoposto ad un nuovo processo
e dovrà scontare l'ergastolo.
John Paul Penry
Dopo 28 anni di battaglie legali e grazie al costante sostegno di molti amici nel mondo e di tutti coloro che hanno partecipato alla campagna promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per salvare la sua vita, da venerdì 15 gennaio Johnny Paul Penry ufficialmente non è più un condannato a morte.
Il 15 gennaio scorso la Corte Distrettuale di Polk, dopo una lunga trattativa con il pool degli avvocati della difesa, tra cui John Wright, che segue il caso da molti anni, ha deciso di non sottoporre Johnny Paul Penry all'ennesimo processo (sarebbe stato il quarto), evitando in tal modo anche un'eventuale nuova condanna a morte ed un possibile ulteriore intervento della Corte Suprema.
I giudici hanno invece optato definitivamente per la condanna a vita, senza possibilità di uscita.
La Corte in effetti non ha potuto non tener conto dei due interventi con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha bloccato l’esecuzione di Johnny ed anche della decisione della stessa Corte Suprema che nel 2002 abolì la pena capitale per i ritardati mentali.
Pertanto Johnny tra qualche giorno lascerà definitivamente il braccio della morte, per essere trasferito in un altro carcere.
Johnny era stato condannato a morte nel 1980 con l’accusa di omicidio e rinchiuso nel braccio della morte del Texas.
Nel 1989 la Corte Suprema degli Stati Uniti, tenendo conto del suo ritardo mentale, certificato dalla perizia di numerosi studiosi, annullò la condanna a morte.
Nel 1990 venne sottoposto ad un nuovo processo e nuovamente condannato a morte.
Nel 2000 a poche ore dall’esecuzione Penry ottenne un rinvio.
Nel 2001 la condanna a morte venne nuovamente annullata dalla Corte Suprema.
Nel 2002 la Corte Suprema abolì la pena capitale per i ritardati mentali, ma ciononostante Johnny venne nuovamente condannato a morte.
Nel 2005 la Corte d’Appello Criminale del Texas annullò la condanna a morte, giudicando inadeguate le istruzioni che la Corte all’epoca del primo processo aveva fornito alla giuria, trattandosi di un imputato con un ritardo mentale.
Nel 2008 la decisione della Direzione del Distretto Criminale della Contea di Polk ha confermato il definitivo annullamento della condanna a morte.