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15/6/2003 Roma
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Liturgia de "Gli
Amici" in occasione
dell'Anno Europeo dei Disabili
Omelia di S.E. Mons. Cesare Nosiglia
Carissimi,
questa festa e questo momento, cosi bello, carico di gioia e di amicizia,
che ci vede riuniti ogni anno, rappresenta una delle tappe certamente
più importanti del cammino che insieme fate nei vostri gruppi,
nella realtà di Sant’Egidio, nella comunità che
vi sostiene e di cui siete parte eletta.
Ma questa celebrazione della Cresima, che sottolinea il grande dono
di amore e di vita che il Signore ha in riserbo per ciascuno dei
suoi figli, vuole essere anche un segno di speranza. Di speranza
e di testimonianza forte di quell’amore alla vita , alla vita
di tutti e di ciascuno che la Chiesa è chiamata a portare
nel mondo, a testimoniare e a vivere nella città. In un mondo
e in una città dove sappiamo che spesso la vita delle persone
che sono in difficoltà può sembrare sempre più difficile
e dove si compiono talvolta tragedie immani, che sembrano andare
contro ogni logica, ma che in realtà sono parte integrante
di una mentalità, di una cultura, di una situazione di vita
che vede innanzitutto nella sanità fisica, nella bellezza,
nel primato le cose fondamentali da perseguire. Ma sono anche il
segno, a volte, di una solitudine profonda in cui sono lasciate le
persone.
Noi vogliamo dire con forza, anche con questa celebrazione, che la
vita, la vita di ogni persona non solo è sacra dal suo primo
istante di concepimento al suo naturale tramonto, ma è una
ricchezza, una risorsa immane, profondissima, grande, per chi ce
l’ha e per tutti coloro che sono chiamati a servirla, a proteggerla,
a difenderla, a favorirla, a promuoverla con amore con sacrificio,
anche, con impegno. Vogliamo dire, però, che la vita di ogni
persona va santificata e va resa veramente idonea a esercitare tutte
le sue potenzialità umane e spirituali.
Voi ricevete il dono dello Spirito Santo, carissimi amici che siete
qui davanti a me, proprio perché la Chiesa ritiene che questo
dono dello Spirito in voi possa potenziare ancora di più quelle
risorse positive, grandi, che sono nel vostro cuore e nella vostra
persona. Siete stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Avete
già ricevuto nel battesimo il dono del Spirito Santo che vi
ha fatto suoi figli. Ma oggi nella Cresima, lo Spirito viene a voi
con i suoi sette doni per potenziare e rendere ancora più forte
il vostro legame con Gesù Cristo, con la Chiesa e con i vostri
fratelli e amici.
Lo Spirito è la terza persona della Santissima Trinità, è cColui
che Gesù ci ha promesso e ci ha donato perché noi potessimo
vivere la sua stessa vita di Figlio di Dio. Gesù che è venuto
in mezzo a noi ha voluto trattarci da amici. Voi sapete bene cosa
vuol dire questa parola “Amici”. Gesù un giorno
lo ha detto ai suoi discepoli: “Non vi chiamo più servi
ma vi chiamo amici”. Perché? Perché tra gli amici
ci si confidano i segreti, tra gli amici non si hanno segreti e gli
amici sanno vivere insieme condividere gioie e sofferenze, momenti
belli e momenti difficili. Così Gesù ha detto “Io
vi chiamo amici perché tutto ciò che ho ricevuto dal
Padre mio ve l’ho rivelato”, ve l’ho manifestato.
Cosa ci ha manifestato e rivelato Gesù? Ci ha rivelato la
vita intima di Dio. La vita di comunione e di Spirito di amicizia
e di famiglia che unisce le tre persone divine, il Padre il Figlio
e lo Spirito Santo. Un unico Dio in tre Persone, un Dio che è comunione,
che è unità, che è famiglia, che è un
amore che si dona gratuitamente e continuamente in modo infinito:
il Padre che ama il Figlio il Figlio che ama il Padre e lo Spirito
che unisce il Padre e il Figlio e ne fa una cosa sola. Questo mistero
profondo, intimo, che Gesù ha voluto rivelarci, ce lo ha donato
perché noi lo viviamo, lo viviamo nelle nostre comunità.
La Chiesa e ogni comunità cristiana è chiamata a essere
segno nel modo del mistero trinitario, è chiamata a vivere
nell’unità e nell’amore e nella comunione la stessa
vita di Dio. Quella vita di Dio che ci è stata donata e che
noi abbiamo ricevuto nel Battesimo e che ci viene confermata in pienezza,
appunto, nel sacramento della Cresima. Questo è molto importante,
perché c’è bisogno di sostenerci gli uni gli
altri per costruire nel mondo un mondo nuovo. dove ogni persona sia
riconosciuta nella sua potenzialità positiva, come una risorsa,
non un diverso, una persona che essendo diversa è quasi vista
come qualche cosa meno importante degli altri. No! Le diversità sono
ricchezze da scoprire. In ogni persona ci sono dei doni bellissimi,
ci sono delle profondità nascoste umane e spirituali. Occorre
mettere in circolazione questi doni, questi talenti, e questo è compito
della comunità, è compito innanzitutto della Chiesa
che, appunto, proprio perché è chiamata a vivere il
mistero della Trinità, in una circolarità di amore
e di condivisione, deve testimoniare al mondo che ogni persona è un
valore, un valore da scoprire, da riconoscere, da accogliere, da
rispettare.
Ma questo è un compito non solo della Chiesa, ma anche della
società, come di ogni famiglia ed è importante che
la società riconosca tutto questo e aiuti realmente, in modo
concreto ogni persona e ogni famiglia ad accogliere la vita, la vita
di tutti, la vita di ciascuno, a renderla sempre più e qualitativamente
migliore, a sostenerla, renderla capace di esprimersi nelle sue potenzialità.
Sempre ci sono momenti difficili e prove, a volte, che ci sembrano
insuperabili, ma la forza dello Spirito Santo, l’azione comune
di solidarietà, deve aiutare ogni persona e ogni famiglia
a superare tentazioni di scoraggiamento che conducono, poi, a situazioni
tragiche e difficili. Abbiano bisogno di speranza, di fiducia in
tutto questo, ma una realtà concreta è la vostra Comunità,
nella nostra città , in questa città di Roma, in tante
città dove la Comunità di Sant’Egidio svolge
il suo compito, il suo servizio. Questo è un segno grande.
La comunità degli “Amici” esprime realmente una
speranza nuova per una società sempre migliore, dove ogni
persona sia rispettata nella sua dignità, sia potenzialmente
accolta nelle sue risorse.
E allora questo momento è un momento grande, è un momento
bello, è un momento di grazia, è un momento di grande
testimonianza che noi vogliamo dare a tutti coloro che vi partecipano,
a voi, ma a tutta la città, a tutta la nostra società,
al nostro mondo.
Proprio perché lo Spirito Santo che ci viene donato ci renda
capaci di attuare tutto questo, abbiamo bisogno di avere tanta fede
per crescere nella comunione e nell’unità tra di noi.
La fede nel Signore Gesù innanzitutto, perché lo Spirito
ci apre gli occhi, ci apre il cuore per riconoscere in ogni fratello
la viva presenza di Cristo. Lui è lì, in mezzo a noi,
che ci interpella, e noi accogliendoci, ci accogliamo reciprocamente
non solo come persone umane, ma come persone in cui vive il Signore.
E noi serviamo nelle persone il Signore, e noi riconosciamo in ogni
persona il volto di Cristo, che è volto di gioia, che è volto
di sofferenza, che è volto di croce, a volte, ma è pur
sempre il volto del Figlio di Dio che siamo chiamati ad accogliere
e ad amare.
Così la fede nel Signore si fa concreta, si fa servizio, si
fa disponibilità, si fa solidarietà, si fa comunione.
E tutto questo lo Spirito Santo ce lo fa vivere come lo vive la Trinità.
Come lo vive la Trinità nel suo intimo l’amore? In un
interscambio di doni reciproci. Il Padre che ama il Figlio, il Figlio
e lo Spirito che si amano e amano il Padre. E’una comunicazione
di vita infinita, è una comunicazione di amore, di gioia.
Tutto questo Dio non ha voluto viverlo solo in se stesso, ce lo ha
donato; non ce lo ha solo rivelato in Cristo, ce lo ha donato, ce
lo ha comunicato e noi possiamo viverlo e possiamo testimoniarlo
al modo. “Dio –dice l’apostolo Giovanni- nessuno
lo ha mai visto, ma il Figlio di Dio ce lo ha comunicato e rivelato” Così il
mistero della Trinità noi possiamo viverlo e comunicarlo nell’amicizia
che c’è tra di noi, una amicizia vera, autentica, profonda,
che si basa sulla Parola di Dio, sulla fede in Cristo e sul dono
dello Spirito Santo.
Voi oggi lo ricevete, carissimi amici, perché vi renda forti
nella fede, capaci di restituire questo dono d’amore agli altri,
alla vostra famiglia alla vostra Comunità. Molti di quelli
che sono qui presenti lo hanno già ricevuto: sono tanti anni
che facciamo questa celebrazione . Ebbene, sentiamoci tutti oggi
investiti ancora una volta di questo dono di vita e di questo dono
d’amore per dire un sì pieno alla vita, alla vita di
tutti e di ciascuno, un sì pieno all’ amore di amicizia
che ci unisce tra noi in Cristo, per mezzo dello Spirito; un sì pieno
alla solidarietà e alla dignità di ogni persona umana
che siamo chiamati a rispettare ed ad accogliere. E lo diciamo qui
in questa Chiesa dedicata a Maria, Maria che ci ha dato la vita mediante
lo Spirito Santo, la pienezza della vita che è Cristo, Maria
ci dia la forza di donare al mondo, anche noi, questa pienezza di
vita e di amore che riceviamo in questo sacramento, di portare nella
nostra città, nei nostri ambienti nelle situazioni dove viviamo,
questo messaggio, di viverlo con forza e con concretezza, di essere
sempre coloro che alzano la voce e gridano con forza a tutti che
il dono della vita è un dono che ci avvicina a Dio, è dono
di Dio e mai, mai la vita va considera un qualcosa di meno positivo
di quello che in realtà è. Non è la cosa apparente
che conta, ma è la sostanza della vita come dono e dell’amore
come dono. Lo dobbiamo gridare, lo dobbiamo testimoniare e lo dobbiamo
portare a tutti. Dare a tutti questa possibilità di capirlo,
di comprenderlo, avvicinandoci alle situazioni più difficili,
non isolando le persone, andandole a cercare.
Quanta solitudine, quanto isolamento a volte c’è nelle
situazioni difficili di tante famiglie che vivono il dramma di una
vita difficile per sé e per i propri figli! Ebbene, non è possibile
fondare un mondo su questo senso di isolamento e di solitudine.
Chiediamo al Signore che la Vostra Comunità sia non solo un
segno di Speranza, ma sia come un modello da accogliere e da seguire
da parte delle nostre parrocchie, delle nostre comunità, da
parte della società, dalla città intera perché si
riconosca che il dono della vita e dell’amore che il Signore
ci ha dato va vissuto nei rapporti reciproci, ogni giorno: nessuno
deve sentirsi abbandonato e solo in queste situazioni, a volte anche
difficili, che deve affrontare.
Tutti devono poter contare su un amico. Tutti devono poter contare
su un amico, e voi sapete bene cosa voglio dire con questo perché voi
lo avete scoperto, perché voi ogni giorno lo ricevete questo
sostegno dagli amici e lo donate anche a loro. Sia questo il nostro
impegno, sia questa la nostra preghiera, sia questa la nostra invocazione
dello Spirito che ci guida adesso nella celebrazione del sacramento.
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