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In un periodo di grande difficolt� per il dialogo ecumenico, a Bucarest, dal 30 agosto al 1� settembre, si � realizzato quello che la stampa ha definito "il pi� grande incontro ecumenico di fine secolo". Si tratta del XII meeting "Uomini e Religioni", promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio, sulla scia del profetico incontro di Assisi, del 1986, voluto da Giovanni Paolo II. La Comunit�, da allora, ha continuato a raccogliere gli esponenti di tutte le grandi religioni per pregare e lavorare insieme per la pace. A Bucarest la manifestazione ha assunto una forte connotazione ecumenica: per la prima volta un incontro del genere, organizzato da una Comunit� cattolica, si � realizzato in un Paese ortodosso, in stretta collaborazione con il Patriarcato e la Presidenza della Repubblica.
Bucarest, le sue Chiese, il suo popolo, hanno accolto con gioia e commozione i pellegrini di pace. La presenza dei rappresentanti (in molti casi patriarchi e primati) di tutte le Chiese ortodosse, ad eccezione di quella di Atene, oltre a quella di esponenti di rilievo delle antiche chiese orientali, � stata molto significativa. Il primo grande gesto di riconciliazione si � avuto quando il patriarca romeno ortodosso Teoctist ha varcato le porte della cattedrale cattolica di san Giuseppe ed ha partecipato alla liturgia latina. Un metropolita ortodosso ha poi presenziato la liturgia greco-cattolica, mentre i sette cardinali presenti, insieme ad un nutrito gruppo di vescovi cattolici, hanno assistito alla liturgia ortodossa celebrata da patriarchi e primati. La commozione dei fedeli e quelle Chiese testimoniava allo stesso tempo il ricordo delle sofferenze e anche la fine dell'inimicizia. Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, nel suo discorso conclusivo, riflettendo su questi gesti "storici", ha evocato l'immagine biblica dell'incontro tra Giuseppe e i suoi fratelli: "sono io Giuseppe il vostro fratello!". Sono queste le parole di un fratello che si fa riconoscere dagli altri che raccolgono idealmente i tanti gesti di riconciliazione, tra romeni, e tra cristiani, avvenuti nei giorni di Bucarest.
Le liturgie sono state seguite da tre giorni di convegno in cui sono stati affrontati molti problemi e ferite del mondo. Si � parlato di diritti umani, della campagna per l'abolizione della pena di morte, dei conflitti nel Mediterraneo, dei fondamentalismi, del Medioriente: su questi ed altri temi hanno discusso i numerosi partecipanti tra i quali il presidente della Croce Rossa, Cornelio Sommaruga, il segretario generale di Amnesty International, Pierre San�, Sister Helen Prejean, la suora che ha ispirato il film "Dead Man Walking" contro la pena di morte, insieme a tanti leaders religiosi cristiani, musulmani, ebrei, buddisti, induisti ...
Durante la cerimonia conclusiva la folla (e con lei il Patriarca) hanno applaudito entusiasta al messaggio inviato da Giovanni Paolo II e, in particolare, al passaggio nel quale esprimeva il suo desiderio di recarsi presto in Romania. Anche questo - ha scritto recentemente Arrigo Levi a proposito dell'incontro di Bucarest - � uno di quei "risultati sorprendenti che Sant'Egidio spesso ottiene, con astuzia e innocenza, e con l'arma tenace del dialogo". Nella capitale della Romania che per alcuni giorni � divenuta la capitale delle religioni mondiali, si � visto con chiarezza, come ha detto Andrea Riccardi, che "la vita religiosa � decisiva per il futuro del mondo: � venuto il tempo di una maggiore audacia delle religioni in difesa della pace".
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