Al
mio Venerabile Fratello
Il Cardinale Edward I. CASSIDY,
Presidente del Consiglio pontificio
Per la Promozione dell'Unit� dei Cristiani
Per
vostro tramite, sono particolarmente felice di rivolgere i miei cordiali saluti
a coloro che partecipano al dodicesimo incontro di preghiera organizzato dalla
Comunit� di Sant'Egidio sul tema: "La Pace � il nome di Dio".
Rammento ancora con viva emozione questa giornata memorabile di Assisi dove, per
la prima volta nella storia, dei rappresentanti delle grandi religioni del mondo
si sono riuniti per chiedere la pace a Colui il quale � l'unico a poterla
donare pienamente. Come ho avuto l'occasione di dire nei mesi successivi, ho la
ferma convinzione che, "in questa Giornata e nella preghiera che ne era il
motivo e l'unico contenuto, sembrava esprimersi per un istante, anche in maniera
visibile, l'unit� nascosta ma radicale tra gli uomini e le donne di questo
mondo" (Allocuzione alla Curia romana per gli auguri di Natale, 22 dicembre
1986). Questa prospettiva, che � in sostanza quello che io ho chiamato "lo
spirito di Assisi", doveva essere ripresa e comunicata per potere suscitare
ovunque delle nuove energie di pace. Quel giorno si � aperta una strada che la
Comunit� di Sant'Egidio ha animato con coraggio, facendovi partecipare un
sempre maggior numero di uomini e donne di religioni e culture diverse. Cos�,
la ",prospettiva" si � delineata in diverse citt� europee, tra cui
Varsavia, Bruxelles, Milano e, l'anno scorso, Padova. Non � un caso se questo
pellegrinaggio, orinai ricco di dodici anni di esperienza, arriva in Romania e
fa tappa a Bucarest, citt� divenuta in questa circostanza come il centro
geografico di un'Europa che, ricca di popoli e di culture, deve ricostruire
un'unit� vasta e armoniosa da cui nessuno � escluso.
Desidero
salutare tutto il popolo rumeno, a cui sono vicino col pensiero. Saluto il
Presidente della Repubblica e il suo Governo, che ringrazio per il loro invito a
recarmi in visita in Romania, sperando io stesso di poterla compiere. Rivolgo un
particolare pensiero fratello a Sua Beatitudine il Patriarca Teoctist, ai
Metropoliti, ai Vescovi e a tutto il popolo della venerabile Chiesa Ortodossa di
Romania. Con affetto e stima, saluto i Vescovi e le Comunit� Cattoliche di
Romania, che siano di rito bizantino o latino, esortandole a perseverare con
coraggio nella testimonianza resa al Cristo e al suo Vangelo. Estendo il mio
saluto fraterno a tutte le altre confessioni cristiane e alle altre religioni
presenti in questo nobile paese. La grande manifestazione di preghiera per la
pace si inserisce perfettamente nella singolare vocazione della Romania a essere
un ponte tra l'oriente e l'Occidente, per offrire una sintesi originale delle
culture e delle tradizioni europee.
La
presenza notevole di venerabili Patriarchi, di Primati e di Vescovi delle Chiese
ortodosse rende l'incontro altamente significativo per tutta la cristianit�.
Invio loro il mio fraterno e affettuoso bacio di pace, perch� lo trasmettano
alle loro beneamate chiese. E' veramente un dono prezioso che dei rappresentanti
cos� qualificati dell'ortodossia si uniscano oggi a dei rappresentanti della
Chiesa cattolica e di altre Comunit� cristiane d'Occidente, per riflettere
insieme su un tema cos� importante. La loro presenza a questo incontro,
esattamente alla soglia dei terzo millennio, ci incita a elevare la nostra
preghiera a Dio con una fiducia particolare, perch� il mondo veda i cristiani
"meno divisi". Il cammino sar� tanto pi� sgombro quanto pi� ci
incontreremo e ci ameremo, manifestando cos� la gioia che ci unisce. Questo
incontro di Bucarest si presenta quindi come un vero momento di grazia. Abbiamo
bisogno di ricordarci, per noi stessi e per il mondo, che quello che ci unisce
� molto pi� forte di quello che ci divide.
Questo
incontro presenta un alto significato spirituale, perch� vede i cristiani
ritrovarsi a fianco dei rappresentanti delle grandi religioni del mondo. Anche a
loro rivolgo il mio saluto rispettoso. Sanno la stima che nutro per le loro
tradizioni religiose: nei miei viaggi apostolici, non dimentico mai di
incontrare i loro rappresentanti, riconoscendo la loro alta missione nei diversi
paesi. Sottolineando l'importanza del ruolo che le religioni svolgono nella vita
degli uomini dei nostro tempo, la loro stessa presenza cos� numerosa e
qualificata ci ricorda la necessit� di manifestate l'unit� delle nazioni, di
educare alla pace e al rispetto , di coltivare l'amicizia e il dialogo.
Si,
abbiamo bisogno di questo impegno. Purtroppo, nel corso di questi ultimi
decenni, pur avendo visto dei notevoli progressi sul cammino della pace, abbiamo
assistito, allo sviluppo di numerosi conflitti: delle guerre in diverse parti
del mondo coinvolgono spesso i paesi pi� poveri, 'aggravando la loro situazione
gi� difficile. Penso all'Africa, martirizzata dai conflitti e da una situazione
endemica di instabilit�. Penso al Kossovo cos� vicino, dove, da troppo tempo
popolazioni intere subiscono atrocit� e torture nel nome di rivalit� etniche
insensate. Penso infine ai processi di pace intrapresi in Medio Oriente e in
altre parti dei mondo, ma messi in pericolo da difficolt� che riemergono
sempre. Di fronte al proliferare delle situazioni di guerra, bisogna sviluppare
delle nuove energie di pace, di cui le religioni sono una preziosa riserva.
Durante l'incontro del 1993, che si � tenuto a Milano, i capi religiosi
presenti hanno firmato un appello che conserva tutta la sua forza: "Che
nessun odio, nessun conflitto, nessuna guerra sia accesa dalle religioni! La
guerra non pu� mai essere motivata dalla religione. Che le parole delle
religioni siano sempre parole di pace! Che il cammino della fede apra al dialogo
e alla comprensione! Che le religioni guidino i cuori per pacificare la terra!
Che le religioni aiutino tutti gli uomini ad amare la terra e i suoi popoli,
piccoli e grandi!"
Le
religioni manifestano l'aspirazione universale alla comprensione e alla intesa
che nasce da un amore sincero per Dio. Questo raduno ha dunque giustamente
scelto per titolo: "Dio, gli uomini, i popoli", tre realt� che devono
ritrovare un rapporto organico. Ogni persona e ogni popolo pu� scoprire la sua
. vocazione autentica nella misura in cui fa riferimento a Colui che � al di
sopra di tutti e che accompagna tutti gli esseri umani verso quell'avvenire
comune che voi in una qualche misura esprimete gi� in questo incontro.
Vi
affido, Signor Cardinale, la missione di salutare ciascuno dei rappresentanti
delle Chiese e Comunit� cristiane, cos� come delle grandi religioni dei mondo,
assicurando tutti i partecipanti del mio ricordo affettuoso, sostenuto da una
fervente invocazione al Padre comune, perch� tutti i popoli della terra, dopo
avere abbandonato le vie della violenza, s�incamminino sulla via della pace.
Da
Castel Gandolfo, 26 Agosto 1998
Joannes Paulus Il
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