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Salmo responsoriale
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Lettura del Vangelo
Omelia
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Omelia
"Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi" (Le 22,15), disse Ges� ai suoi discepoli quel gioved� sera mentre, assieme a tutti gli ebrei - come abbiamo ascoltato dal libro dell'Esodo -, facevano memoria della notte precedente il passaggio del Mar Rosso. Queste stesse parole le ripete a noi questa sera. In effetti, il cuore di questa santa celebrazione � come segnato dal desiderio di Ges� di fare la Pasqua con i suoi, quelli di allora e quelli di oggi. � un desiderio che quasi si tocca con mano, tanto � presente. Potremmo dire che � l'ansia di Ges� di farsi nostro contemporaneo, di stare in mezzo a noi, questa sera. E se noi siamo qui, mostriamo in qualche modo il nostro desiderio di stare con lui, di far parte anche noi dei suoi discepoli. E un desiderio che sempre ci deve animare. Ma questa sera ha un valore e un sapore tutto particolare: � l'ultimo giorno della vita terrena di Ges�, la sua ultima sera. Ed happena trentatr� anni. Tra ventiquattro ore lo troveremo avvolto in un lenzuolo, dentro una tomba. Stargli accanto � di grande conforto per lui.
Due gesti sono al centro di questa Pasqua che Ges� celebra con i suoi. Il primo. narrato dal vangelo di Giovanni, � la lavanda dei piedi. Nel quarto vangelo, questa scena sembra prendere il posto dell'istituzione dell'eucaristia, quasi a sottolineare un singolare parallelo. L'evangelista narra che Ges�. a un certo momento della cena, si alz� da tavola, depose le vesti e, preso un asciugamano, si inginocchi� davanti a ogni discepolo lavandogli i piedi, anche a Giuda. L'imbarazzo fu generale, Ma Ges� disse loro: "Sapete ci� che vi ho fatto�? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perch� lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perch� come ho fatto io, facciate anche voi" (Gv 13,12-15). Nella liturgia della Chiesa � previsto che questo gesto si ripeta almeno simbolicamente, a significare l�applicazione del vangelo alla lettera. Il comando evangelico � rivolto a tutti i discepoli, anche se nel rito liturgico solo il sacerdote si china a lavare i piedi. � ovvio che non si tratta di un gesto esteriore; quel che il vangelo chiede � un atteggiamento di vita, uno stile di servizio e di umilt� nell'accostarsi ai fratelli. Mentre il mondo ci esorta e ci educa a stare in piedi. il Signore ci offre un esempio opposto. II senso di questo gesto � ben chiarito da Ges�: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi" (Gv 13,34). Ebbene, se ci sono uomini e donne che si abbassano a lavare i piedi gli uni gli altri, se c�� gente che si china su chi ha bisogno d'amicizia, di affetto, di comprensione, di accoglienza, di aiuto, la presenza del Signore sar� reale e visibile in questo nostro mondo.
Ma Ges�. quella sera, non si � solo chinato sino ai nostri piedi, si � anche fatto cibo per noi. Il sacramento del pane e del vino manifesta fin dove giunge l'amore del Signore per noi. Egli, racconta l'apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi. "nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e disse: 'Questo � il mio corpo, che � per voi': prese anche il calice dicendo: �Questo calice � la nuova alleanza nel mio sangue" (1 1,23-24). Invenzione pi� grande, per restare assieme ai discepoli di tutti i tempi, era difficile da trovare! L'eucaristia, potremmo dire, � il miracolo dell'amore. Davvero Ges� ha fatto l'impossibile pur di starci vicino. Ma come Ges� � presente nel pane e nel vino? Direi che non � presente in qualsiasi modo. Egli � presente come pane "spezzato" e come calice "versato�, ossia come uno che dona tutto se stesso, che si spezza e versa tutto il suo sangue per noi. Egli � presente come l'amico che ama sino alla fine, senza risparmiare nulla di se stesso: "Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li am� sino alla fine" (13,1). E come li aveva amati! Se li era scelti, se li era curati, cresciuti, difesi... Nell'orto degli Ulivi - lo accompagneremo tra poco - quando le turbe vanno per catturarlo, egli dice loro: "Se cercate me, lasciate stare loro" ( 18,8). Non voleva che corressero alcun pericolo. Quale amore!
Con l'eucaristia. questo amore non solo si avvicina a noi per starci accanto, entra dentro, diventa carne della nostra carne. Accostiamoci al pane della vita e al calice della salvezza e saremo trasformati! Quell'ostia e quel calice sono il segno visibile di un amore che non ha limiti. Quell'ostia e quel calice, presenza di un corpo spezzato e di un sangue versato, scandalizzano la cura che noi abbiamo di noi stessi. la preoccupazione per il nostro corpo, la tenacia per risparmiarci in ogni modo. L'eucaristia � davvero un sacramento di salvezza: ci salva da una vita ripiegata su noi stessi e ci trasforma in uomini e donne che sanno inginocchiarsi davanti ai deboli e ai poveri rendendo cosi vero e reale l'amore del Signore.
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