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BISOGNO DI TE |
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ANZIANI
E IMMIGRATI: Gennaio 2002
Per quanto riguarda i 75 immigrati coinvolti in rapporti di lavoro presso anziani, 14 di questi prestano lavoro ad ore (18,7 %), mentre 61 (81,3 %) con orario continuato risiedendo a casa dell�anziano. I Paesi di provenienza sono 12 e cos� suddivisi per continente: 6 dall�Europa, 2 dall�Asia, 2 dall�Africa e 2 dal Sud America. Essi sono ampiamente rappresentativi dei flussi migratori nel nostro Paese, dove il 68,8% degli stranieri proviene dall�Est europeo.
Incrociando i dati sulla cittadinanza a quelli relativi ai permessi di soggiorno, si nota come le provenienze da Ucraina, Moldavia e Polonia siano contraddistinte da una maggiore incidenza di condizioni di irregolarit�. Questo pu� essere verosimilmente imputato al fatto che l�immigrazione da questi ultimi Paesi sia pi� recente che dagli altri, oppure alla maggiore vicinanza geografica che consente una pi� facile mobilit�. Un dato particolarmente significativo � rappresentato dal numero di stranieri in situazione di irregolarit� relativamente al possesso del permesso di soggiorno e che tuttavia prestano il loro servizio presso il domicilio degli anziani. Infatti su 75 immigrati ben 58 (77%) sono sprovvisti di tale documento; la domanda di questo tipo di prestazione lavorativa � talmente alta che anche lo straniero in situazione di irregolarit� trova lavoro con facilit�.
Per quanto riguarda la tipologia dei rapporti di lavoro, si noti come in ben 59 casi (78,7%) manchi del tutto un contratto, 15 stranieri siano assunti con contratto regolare (20%) e 1 con contratto non regolare (1,3%). E� soprattutto nel rapporto di lavoro fisso che si registra la percentuale pi� alta di �irregolarit�� che sfiora l�82% dei contratti; inoltre tale tipologia lavorativa continua ad essere nettamente la pi� richiesta (81,3%).
Dall�analisi di questi dati si comprende come molti invochino una regolarizzazione che permetta l�emersione del rapporto di lavoro ed auspichino una semplificazione delle pratiche, insieme ad un alleggerimento sostanzioso dei requisiti economici previsti dalla normativa in caso di assunzione di stranieri: attualmente a Firenze, per far venire una colf, � necessario che la famiglia disponga di un reddito di ben 95 milioni annui per la stipula di un contratto ad orario continuato. Quel che � certo � che tutte le famiglie e gli anziani chiedono di poter uscire da questa condizione di irregolarit�. Ne � una palese dimostrazione il dato dell�Ufficio Provinciale del Lavoro: nel 2001 a Firenze sono state presentate 1.200 richieste di assunzioni nominative da parte di datori di lavoro (di cui 250 per colf/assistenza anziani), ma a causa della quota di ingressi annuale assegnata a Firenze, sono state concesse solo 80 autorizzazioni (di cui 20 per colf), cio� solo il 6,6%.
Dall�analisi di questi dati emerge quanto sia alto il contributo che gli stranieri danno nel campo dell�assistenza e della cura degli anziani pi� fragili e quante famiglie possano contare sul loro lavoro, per permettere ai loro congiunti anziani di continuare a vivere nelle loro case. Il 29,2% del nostro campione ha uno straniero che, a diverso titolo, aiuta nel domicilio dell�anziano. Questa percentuale � molto pi� alta di quel 3,5%, indicato in tutti i documenti di programmazione socio sanitaria come il tasso di incidenza degli anziani non autosufficienti sul totale della popolazione anziana e su cui andrebbero concentrati tutti gli interventi di protezione sociale. Le persone che hanno bisogno di aiuto, evidentemente, sono molte di pi�. Del resto, gi� nel 1994 l�ISTAT aveva rilevato nella sua �Indagine multiscopo sulle famiglie� come oltre un milione di individui oltre i 60 anni di et� non fosse in grado di svolgere una semplice ma necessaria attivit� di cura di s�, come fare il bagno o la doccia da solo; come oltre 300.000 non fossero in grado di vestirsi o spogliarsi da soli e 200.000 avessero bisogno d�aiuto per mangiare. L�area della disabilit� si caratterizza anche per la presenza di anziani con grandi difficolt�, come ad esempio il 10% degli ultra 75enni non in grado di uscire di casa. La dimensione della relazione con gli altri � pure segnata da condizioni di non autonomia: il 6,4% degli ultra 75enni parla, sente o vede con difficolt�. Ci� conferma che ad avere bisogno d�aiuto non sono solo i non autosufficienti gravi, ma anche tutta quella fascia di popolazione anziana che sperimenta delle graduali limitazioni. Un aiuto, infatti, pu� rallentare il processo di perdita dell�autosufficienza. Ecco perch� � assai prezioso salvaguardare e promuovere nel nostro paese il lavoro domiciliare svolto dagli stranieri. La domanda da parte degli anziani e delle famiglie � destinata a crescere, secondo i trend demografici che vedono il nostro paese, come � noto, tra i pi� avanzati del mondo quanto a invecchiamento della popolazione. Ai legislatori si chiede di recepire e di favorire in modo coerente questo delicato ed importante aspetto della qualit� del vivere di tanti anziani e di tante famiglie italiane.
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