NO alla Pena di Morte
Campagna Internazionale -  Moratoria 2000

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TESTIMONIANZE

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 Sr. Helen Prejean
Dopo l’esecuzione di Dobie

Riportiamo la lettera che Sr. Helen ci ha inviato subito dopo l’esecuzione di Dobie Williams, per il quale tanti, come noi, nel mondo hanno pregato e organizzato veglie di preghiera, sperando che la sua vita venisse risparmiata.

19 gennaio 1999

 Cari amici,

 Ieri sera alle 18.30 il corpo di Dobie � stato legato con le cinghie al lettino crociforme ed egli � stato ucciso. Io ero con lui, in piedi in modo che mi potesse vedere, e potesse tenere la testa girata verso di me, ed egli ha sorriso ed ha mosso le sue labbra e io non potevo leggere che cosa stessero dicendo le sue labbra ma sapevo che le sue parole erano parole di amore e di gratitudine. E’ morto coraggiosamente e bene. Ha camminato fino al luogo dell’esecuzione sulle sue gambe danneggiate dall’artrite. Ha camminato, ed ha rifiutato di essere spinto su una sedia a rotelle. Ha camminato, ed io leggevo per lui dal Vangelo di Giovanni: "…vi do la mia pace. Non come la d� il mondo…".
Le ultime ore sono state un indescrivibile misto di preghiera, lettura di lettere, discorsi, risa, ricordi, mentre mangiavamo gelato al cioccolato (30 minuti prima che lui morisse). Avere a che fare con la paura � stato il suo grande problema. Ha indossato il suo berretto con scritto "Non temere" (Isaia 41,10) per le ultime tre settimane. Abbiamo parlato della paura, l’abbiamo riconosciuta, l’abbiamo affrontata. Ho continuato a dirgli, "Ges� � passato attraverso questo. Egli ti aiuter�. Egli ti dar� tutto ci� di cui tu hai bisogno". Abbiamo vissuto il tempo poco a poco, non affrontando ci� che ci si preparava innanzi ma solo il momento presente, e la pace era l�, e la forza si rivelava attimo dopo attimo. Due splendidi avvocati e amici, Paula Montoya e Carol Kolinchak erano l�. Le "Tre Muse" erano con lui, gli abbiamo detto, ma lui non sapeva nulla sulle muse. Ma sapeva che le persone che lo amavano erano con lui. E gli altri avvocati che avevano lavorato cos� duramente in questi undici anni per salvare la sua vita avevano telefonato - gli avvocati del Minnesota e Nick Trenticosta - in lacrime l� alla fine, che ha dovuto affrontare il fallimento definitivo che costava al suo cliente, Dobie, la sua vita. Dobie li ha ringraziati per tutto ci� che avevano fatto. Quelli del Minnesota gli hanno detto che era stato un "onore" lavorare per lui. "Hanno detto che � stato un onore", ci ha detto Dobie quando ha attaccato il telefono.
Quando Dobie � stato in piedi davanti al microfono nella camera dell’esecuzione per dire le sue ultime parole ho sentito una fitta al cuore, perch� mi sono resa conto che non avevo parlato con lui di questo per aiutarlo a trovare delle parole, qualcosa che io ho sempre fatto con gli altri che ho accompagnato all’esecuzione. Ma non avevo bisogno di preoccuparmi. Ha esitato, ha pensato, poi ha detto, "Voglio dire soltanto che non ho sentimenti duri verso nessuno. Dio benedica tutti. Dio benedica", e si stava gi� girando verso il lettino, l’ultimo atto fisico della sua vita.
Io gli avevo detto di guardare la mia faccia dal lettino, e lui l’ha fatto. Si � assunto la responsabilit� della sua morte, e io ancora una volta sono stata sorpresa dalla grazia di Dio, dalla forza di Dio che ha inondato il suo cuore e il mio, e non riesco a fermare le lacrime mentre vi scrivo queste righe, � un’esperienza cos� recente, appena ieri, questa morte – di nuovo – di un essere umano che io ho curato e la cui vita � stata presa l� davanti ai miei occhi. "Non possono toglierti la tua dignit�, Dobie", gli ho ripetuto spesso. "E la tua libert�. Non possono toccarti".
E’ stato il suo terzo incontro ravvicinato con la morte. Due volte in precedenza, a Giugno e a Novembre, era arrivato a un’ora dalla morte, per poi essere risparmiato. Ma questa volta ha incontrato la morte stessa e l’ha incontrata con i suoi occhi spalancati e, grazie a Dio, con il suo cuore aperto, sapendo che era amato e curato su questa terra, che la sua vita importava a qualcuno. A suo nome e su sua richiesta voglio ringraziare tutti voi che avete mostrato amore e tenerezza verso di lui con le vostre preghiere, le vostre lettere e cartoline, le vostre telefonate.
Per la prima volta credo di essere stata amica di un uomo veramente innocente nel braccio della morte. L’innocenza o la colpevolezza non sono importanti per me nella lotta contro la pena di morte. Io non credo che lo stato debba torturare e uccidere le persone, seppure colpevoli. Ma quest’uomo, Dobie Williams, un uomo nero indigente di 38 anni, io credo, � stato condotto alla morte per la morte di una vittima bianca in una piccola cittadina del Sud razzista. Corrispondeva perfettamente al profilo di chi va nel braccio della morte, soprattutto nel Sud: un povero uomo nero accusato di aver ucciso una donna bianca con una giuria tutta bianca: quella costituzionalmente garantita come "giuria di pari". Ha avuto una difesa terribile – non ha avuto difesa. L’accusa ha avuto tutto ci� che aveva chiesto – compresa la morte di Dobie ieri sera – dopo 14 anni e 12 volte in cui la data dell’esecuzione � stata fissata e poi sospesa. Ma dentro il crogiolo di questa terribile prova Dobie � cresciuto. E’ cresciuto nella fede, nell’amore, nella sua capacit� di comunicare e provare tenerezza, di dare se stesso alla famiglia ed agli amici, di conoscere e amare Cristo, che � divenuto la sua roccia e il suo protettore e amico perfino quando � salito sul lettino ed � stato capace di perdonare coloro che lo hanno giudicato male.
Prima di separarci, le mie ultime parole rivolte a lui sono state "Grazie, Dobie, per il dono grande di essere tua amica". Ho avuto il suo timido sorriso. "Grazie, Sister Helen", ha risposto con le parole che mi diceva cos� tante volte. Egli era sempre grato per l’amore quando lo incontrava, per le visite, per la fedelt� mostratagli, un amore che egli sapeva che non sarebbe andato via e sarebbe stato accanto a lui lungo gli anni. E’ stato parte della mia pace vederlo morire sapendo di avergli voluto bene. Successivamente, dopo la sua morte, quando ho lasciato la prigione e sono entrata nel braccio d’attesa delle suore e degli amici, Sister Julie Sheatzley ha detto bene: "Ci� che tu hai fatto � un privilegio, non � vero?". S�, un privilegio, sempre e per sempre un privilegio essere con i Dobie Williams del mondo, i "pi� piccoli" e trovare tale tesoro e tale grazia.
Oggi mi sento meglio, pregando, parlando con gli amici che chiamano per confortarmi, scrivendo sul mio diario per ricordare tutti i particolari preziosi delle parole e dei sentimenti degli avvenimenti di ieri. Il "Requiem" di Mozart ora � a tutto volume mentre io scrivo, una composizione piena di vita, resurrezione e speranza.
Seppelliremo Dobie a Many, Louisiana, gioved� 14 gennaio. Io so che la mia presenza e quella di Sister Margaret non onorer� solo Dobie, ma dar� anche dignit� alla sua famiglia. Le famiglie delle persone eseguite sono davvero le vittime nascoste. Soffrono la vergogna e l’umiliazione di un loro caro condannato a morte e ucciso dallo Stato, con cos� tanta gente che li tratta con disprezzo, trovandoli "colpevoli per associazione". Anche loro sono i "pi� piccoli".
Amore a tutti voi che, a distanza di molte miglia, avete amato Dobie e mi sostenete nella mia vita e nel mio lavoro. Un ringraziamento speciale a coloro che in Italia, hanno tenuto delle veglie con noi nelle ultime ore, sebbene fossero nel cuore della notte. Jake Heggie, il nostro autore dell’opera Dead Man Walking, mi ha detto che lo spirito di Dobie aleggiava nella musica. Ho parlato a Dobie dell’opera e lui ha sorriso appena. Non credo che lui avesse mai ascoltato un’opera nella sua vita, ma sapeva che si trattava di qualcosa di molto speciale che questo compositore stava facendo per lui.
Dobie ha detto: "D� alla mia famiglia e a tutti di ricordarmi felice". Ricordatelo con il suo timido sorriso, con il suo berretto con la scritta "Non temere", mentre cammina verso il lettino e si sdraia su di esso, guardatelo adesso con gli occhi della fede nel cuore dell’universo, nel cuore di Dio. E guardate tutti noi, non paralizzati e sconfitti dalla sua morte, ma rafforzati e irrobustiti nella nostra ricerca di abolizione della pena di morte dalla faccia della terra. E’ il modo migliore che io conosca per onorare la memoria di Dobie. Invito ciascuno ad essere un partecipante attivo in questa lotta. Molte delle 3.500 anime nei bracci della morte negli U.S.A. sono completamente sole. Vi incoraggio a unirvi a noi nella campagna per la moratoria, che presenter� una risoluzione per una moratoria della pena di morte alle Nazioni Unite l’anno prossimo. Lo scopo della campagna � raccogliere pi� firme di cittadini possibile. Le firme negli Stati Uniti saranno presentate al Congresso e alle assemblee legislative degli stati cos� come alle Nazioni Unite. Negli Stati Uniti abbiamo estremo bisogno di rendere visibile l’opposizione dei cittadini alla pena di morte.
Vi auguro un anno benedetto.
Con un cuore grato

Sister Helen Prejean

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