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December 28 2017

Emergenza a Roma: 3mila senza un tetto

Il Campidoglio: 230 posti in più (ma ce ne sono soltanto quaranta)

 
nyomtatható verzió

Nella Capitale d'Italia oltre 3mila dei suoi 3 milioni di abitanti dormono per strada. Il volontariato moltiplica gli sforzi, ma il Campidoglio, al di là di alcune convenzioni, da armi non produce un progetto organico per prepararsi ai rigori dell'inverno: dei 230 posti in più promessi quest'anno, oggi ce ne sono solo 40. E intanto il 9 dicembre è morto assiderato un romeno, alla Stazione Tuscolana, e il 19 Abdul, su un marciapiede vicino a Termini. L' assessora Baldassarre per il prossimo anno promette una «stazione di posta» in ogni municipio, da destinare parzialmente al piano freddo. «Apprezzabili i piccoli sforzi, ma è ora di pensare in grande», risponde la Caritas. «Bisogna affidare ai volontari parte del patrimonio comunale», aggiunge la Comunità di sant'Egidio.
Laura Baldassarre è l'assessora alla persona, scuola e comunità solidale nella giunta pentastellata. «Oggi diamo alloggio tutto l'anno a più di mille persone senza casa - spiega - e 42mila pasti al mese nelle mense convenzionate del volontariato». Il problema però sono i posti per far superare l'inverno a chi è in strada: «Per il piano freddo abbiamo consolidato un milione di euro in bilancio. Un primo bando ha creato 166 posti in H4 e 80 in H9 (accoglienza diurna di 4 o 9 ore ndr.)». Per l'accoglienza notturna però Baldassarre ammette la «nota dolente»: «Il bando per 150 posti in H15 e 80 posti in H24 ha coperto solo 40 posti, ne è stato fatto un secondo di cui aspettiamo gli esiti in settimana». Perché il "flop"? «Le associazioni lamentano
tempi troppo stretti, ma sono sempre uguali. E la loro indisponibilità a offrire strutture a norma». Ora, in attesa degli altri 190 posti, il Campidoglio cambia strada: «Il 22 dicembre abbiamo approvato una variazione al Documento di programmazione per creare in ogni Municipio una "stazione di posta". Stiamo mappando i beni di Roma Capitale o confiscati alla criminalità per avere luoghi per l'accoglienza delle fragilità, da dare in convenzione alle associazioni». In ogni caso le stazioni di posta «non saranno solo per il piano freddo». Numero dei nuovi dei posti? «È prematuro».
La Caritas di Roma accoglie circa 400 senza dimora, in parte in convenzione col Comune: 200 all'ostello di via Marsala, 90 a 
Santa Giacinta, 60 a Ostia, 40 mamme con bambini in due case. Senza contare gli appartamenti autogestiti per chi viene recuperato. La responsabile del settore Roberta Molina è perplessa sulle "Stazioni di posta": «Non so quanto di ciò si realizzerà il prossimo anno, so che quest'anno abbiamo 40 posti per migliaia di persone che vivono sulla strada. A Roma il "piano freddo" non esiste. La gente muore per la strada ora, dovevamo arrivare preparati all'inverno». Nella Capitale dei 250mila appartamenti sfitti, il problema dell'abitare resta drammatico: «Non nego i piccoli sforzi - dice Molina - ma questa non è più una città da piccoli sforzi. Bisogna pensare in grande un piano e poi, con grande fatica, realizzarlo». Per ora solo interventi tampone, ostacolati da vincoli e burocrazia: «A Ostia accogliamo 60 persone a carico della Caritas. Avevamo vinto il bando, ma la struttura che usiamo dall'82 non ha tutte le autorizzazioni».
Concorda Paolo Ciani della Comunità
di Sant'Egidio: «A Roma migliaia di persone vivono in occupazione, 5mila rom nei campi comunali, 7.500 in alloggi precari, di cui oltre 3mila all'aperto. Roma è cronicamente impreparata all'arrivo del freddo. Una città da tre milioni di persone non riesce ad esaurire un bando per 240 posti. Trento, con 150mila abitanti, ha creato 232 posti». Per Paolo Ciani «servono luoghi da riservare per l'inverno. Non si può chiedere sempre al terzo settore. Abbiamo ricavato altri 7 posti a Palazzo Leopardi, dove accogliamo tutto l'anno 41 persone. Grazie all'elemosiniere del Papa abbiamo aperto San Callisto per far dormire 30 persone. È molto bello, ma non è il luogo più adatto». La soluzione? «Affidare al volontariato parte del patrimonio immobiliare pubblico».


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