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Dankliturgie bij de 50e verjaardag van de Gemeenschap van Sant'Egidio

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16 November 2008 16:30 | University of Cyprus – Sport Centre

Intervento del card. Stanisław Dziwisz



Stanislaw Dziwisz


Cardinal, Archbishop of Cracow, Poland

Sua Beatitudine Crisostomos, Arcivescovo della Chiesa di Cipro,
Prof. Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio,
Illustri rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali,
Autorità,
Signore e Signori,

sono lieto di prendere brevemente la parola in questa solenne cerimonia inaugurale del Convegno Internazionale “La civiltà della pace: religioni e culture in dialogo”, promosso dalla Chiesa di Cipro e dalla Comunità di Sant’Egidio. Grazie al coraggio e alla tenacia degli amici di Sant’Egidio, lo “spirito di Assisi” ha soffiato in tanti luoghi, varcando numerose frontiere: città d’Italia, d’Europa e del mondo si sono aperte all’incontro e al dialogo fra mondi diversi. Il cammino percorso in questi anni brilla nell’odierna assemblea. In un mondo segnato dalla violenza e dal conflitto, avete scelto di confrontarvi sul tema della pace.
Giovanni Paolo II, a cui ho avuto l’onore e la gioia di stare accanto per lunghi anni, era convinto che la dimensione religiosa, relegata ai margini della cultura e della società occidentale, avrebbe dovuto nuovamente assumere un ruolo importante. Lo pensava negli anni attraversati da grandi tensioni fra i due blocchi e segnati dalla minaccia di una guerra nucleare. Il papa, un giorno del 1986, mi confidò: «Una preghiera di tutte le religioni per la pace, ecco che cosa ci vuole! Un grande grido a Dio per la pace». Di qui la scelta di Assisi, città di san Francesco, come luogo ideale per la concorde invocazione a Dio da parte di credenti di varie religioni.

Assisi non doveva rimanere un evento isolato. All’indomani di quel memorabile 27 ottobre 1986, il papa invitò a non lasciar cadere la profezia di Assisi e disse: «Continuiamo a diffondere il messaggio di pace. Continuiamo a vivere lo spirito di Assisi» . E così Giovanni Paolo II accolse con soddisfazione ed appoggiò l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio di convocare ogni anno un incontro di preghiera per la pace nello “spirito di Assisi”. E non faceva mai mancare il suo sostegno, inviando rappresentanti della Santa Sede e suoi messaggi personali agli organizzatori e ai partecipanti di tali incontri. In uno di essi si legge: «Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio per il coraggio e l’audacia con cui ha ripreso lo “spirito di Assisi” che di anno in anno ha fatto sentire la sua forza in diverse città del mondo. Grazie a Dio, non sono pochi i casi in cui lo “spirito di Assisi”, favorendo il dialogo e la mutua comprensione, ha portato frutti concreti di riconciliazione» .

Giovanni Paolo II continua a camminare con noi nello spirito di Assisi. Per questo, cari amici, vorrei rivolgervi un invito: l’anno prossimo venite a Cracovia! Fatelo nel nome di Giovanni Paolo II. È la sua città che ha tanto amato!
Ma ci sono anche altri motivi importanti per cui vi rivolgo questo invito. L’anno 2009 è il settantesimo anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale. Il 1° settembre di quell’anno la guerra iniziò con l’invasione della Polonia. A settant’anni da quel tragico e disumano evento in cui uomini armati entrarono nella nostra terra, venite in Polonia come pellegrini di pace. In Polonia la memoria della seconda guerra mondiale è ancora viva e visibile. C’è un luogo che più di ogni altro rappresenta l’orrore della guerra, del razzismo e del male: Auschwitz. Per questo vi propongo che il nostro pellegrinaggio, il prossimo anno, abbia in quel luogo una tappa. Non possiamo dimenticare! Abbiamo il dovere di ricordare e fare memoria!
Ma c’è un altro anniversario da ricordare: il 1989. Fu un anno decisivo per la Polonia e tutta l’Europa orientale: anno della libertà per tante nazioni europee e fonte di speranza per un mondo più giusto e più umano.

Siate, dunque, i benvenuti a Cracovia! Come arcivescovo di questa splendida città nel cuore dell’Europa, pervasa dalla memoria del Servo di Dio Giovanni Paolo II, e ricca di una lunga e travagliata storia, vi assicuro la più calorosa accoglienza. Al prossimo anno!



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