Sabato 17 luglio sono arrivati a Roma tre ragazzi da Gulu (Uganda), che hanno riportato ferite gravi durante la guerra e saranno curati in Italia grazie alla campagna che i giovani di Città Scuola Parola hanno portato avanti nel 2003 dal titolo 'IMMAGINA UN MONDO SENZA BAMBINI SOLDATO'.
Il 4 febbraio 2003 i giovani avevano presentato al Sindaco di Roma, Walter Veltroni, 11.000 firme, raccolte nei licei, durante una campagna di sensibilizzazione effettuata a Roma, Firenze, Milano, Genova, Livorno, Trieste, Padova, e Palermo. Nell'appello si richiamava l'attenzione sul dramma dei 300.000 bambini soldato che attualmente combattono in diversi paesi del mondo, si chiedeva l'impegno delle istituzioni locali per la riduzione della vendita delle armi leggere nei paesi in conflitto e infine si proponeva l'adozione di alcuni bambini soldato da parte dei Comuni italiani. In quell'occasione il Sindaco si è impegnato a far venire a Roma tre ragazzi che avessero bisogno di cure mediche che non era possibile ottenere nei loro paesi.
I tre ragazzi arrivati a Roma grazie a questo progetto sono stati duramente colpiti dalla terribile guerra civile che affligge l'Uganda del Nord da 17 anni. Tutti e tre hanno perduto le famiglie nel corso della guerra e sono ospiti di religiosi missionari.
Due di loro saranno curati presso l'Ospedale di Pisa, grazie alla collaborazione tra la Comunità di Sant'Egidio, la Regione Toscana, il Comune di Roma, l'Azienda Ospedaliera Pisana e l'Istituto Redini e dovranno trascorrere un lungo periodo in Italia per la riabilitazione. Un'altro sarà operato presso il Policlinico Umberto I di Roma. Nell'intervallo tra un ricovero e l'altro i tre ragazzi saranno ospiti della 'Tenda di Abramo', la casa di accoglienza per rifugiati che è stata recentemente inaugurata dalla Comunità
Letizia Quintas
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L'Appello
Comunità di Sant’Egidio
Città Scuola Parole
Immagina un mondo senza bambini soldato
- Nel mondo 300.000 bambini sono impegnati a combattere nelle guerre (dati ONU).
- I bambini e le bambine imparano presto ad usare le armi leggere, automatiche, che costano relativamente poco.
- L’utilizzo dei bambini soldato è, tra l’altro, una delle forme più drammatiche di sfruttamento illegale di minori.
- Molti paesi nel mondo non hanno ancora ratificato il protocollo opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia che proibisce il reclutamento militare e l’impiego durante le ostilità dei minori di 18 anni.
- L’Italia ha ratificato il protocollo opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia ma continua ad essere il terzo esportatore mondiale di armi leggere.
Per questo chiediamo:
1) Una moratoria italiana delle esportazioni di armi leggere e “per uso civile” nei paesi in cui sono ancora reclutati i bambini soldato, sia negli eserciti regolari sia in quelli di opposizione armata.
2) L’impegno delle istituzioni italiane per regolamentare il commercio internazionale di armi leggere e contro l’utilizzo dei bambini soldato nel mondo.
3) Che l’Italia “adotti” 300 bambini soldato (l’uno per mille) per un programma di rieducazione, riabilitazione e formazione professionale che preveda un futuro reinserimento nei paesi d’origine.
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