Il fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ha visitato oggi pomeriggio, all’ospedale San Camillo di Roma - accompagnato dalla responsabile dei servizi all’immigrazione della Comunità, Daniela Pompei - il cittadino bengalese vittima di una violenta aggressione nella notte tra sabato e domenica.
“Ho riconosciuto in lui – ha commentato alla fine Riccardi – un uomo mite che si guadagna la vita lavorando in un ristorante, un cittadino bengalese di religione induista, che merita dalla città in cui vive un comportamento corretto e una riconoscenza. Dispiace che un gruppo di nostri ragazzi possano aver compiuto un atto del genere, frutto di un clima di odio che confonde. Non tutti i giovani sono così, come hanno dimostrato anche le ragazze presenti all’aggressione dissociandosi dai loro compagni. Per questo invitiamo tutti a fermare la seminagione del disprezzo che genera odio, che a sua volta porta alla violenza. Ciò che è successo è profondamente ingiusto. I lavoratori stranieri – ha concluso il fondatore di Sant’Egidio – sono ospiti del nostro Paese, occorre quindi garantire la loro sicurezza”.
L’incontro con Riccardi si è svolto in un clima segnato dalla commozione, alla presenza anche del cuoco, egiziano, che lavora nello stesso ristorante e che ha manifestato, con un lungo abbraccio, la vicinanza di tutti i lavoratori del locale, che è nel centro storico, a due passi da dove è avvenuto l’agguato.
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