Ad un anno di distanza dalla consegna delle prime 25 case,
altre 43 famiglie entrano nelle nuove case del villaggio
ricostruito dalla Comunità per le famiglie colpite dall'alluvione del 2000
Chibuto oggi è veramente un luogo di speranza. Il grande cartello con l’arcobaleno e la colomba ci dà il benvenuto all’entrata del nuovo quartiere, con le sue case di mattoni e cemento, la scuola e il centro di salute quasi completati.

Le prime 25 abitazioni erano state consegnate un anno fa. Oggi, dopo mesi di lavoro, altre 43 famiglie prendono possesso delle nuove case. Per tanti, che avevano perso tutto nell’alluvione del 2000, oggi è un giorno di festa.
Ad accoglierci ci sono un rappresentate del governo della provincia di Gaza, il sindaco e il parroco. Ma soprattutto tanta gente. Si tocca con mano la loro gratitudine: hanno organizzato un vero e proprio programma di festa con gruppi canori e danze.
Il parroco, che ha seguito tutte le fasi della costruzione, è visibilmente commosso. “Oggi si è realizzato un sogno - afferma - un sogno per tante famiglie: Avere una casa di mattoni e cemento. Una casa che resiste alle intemperie, una casa solida che protegge e che da sicurezza, che fa pensare al futuro”.
Prima della consegna abbiamo visitato alcune di queste case: ognuna ha un patio, quattro stanze e una veranda adibita a cucina.
La cerimonia di consegna si svolge con semplicità e solennità. Ci accompagnano i rappresentanti della Comunità di Maputo.
Molte le donne che hanno firmato il documento di consegna della casa; i loro mariti, infatti, spesso lavorano in Sud Africa. Sarà una bella sorpresa vedere la nuova casa al loro ritorno.
Ci lasciamo dandoci appuntamento al prossimo febbraio, quando verranno inaugurati il centro di salute e la scuola. Davvero il nostro villaggio diventa un segno di speranza per il Mozambico.
Michele Bartolo
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