Concluso a Bissau il primo corso di aggiornamento e riqualificazione professionale per 30 infermieri. Il ministro della Salute è intervenuto alla cerimonia di consegna degli attestati.
Foto di gruppo
alla fine del corso
Quattro medici (due uomini e due donne) venuti dall’Italia, 30 infermieri guineani, il sogno - e l’impegno - di realizzare dei servizi medici e sanitari che raggiungano tanti, in uno dei paesi più poveri del mondo: questi gli "ingredienti" del primo corso di aggiornamento e riqualificazione professionale, che si è tenuto a Bissau, la settimana scorsa, per 30 infermieri.
"Avevamo pensato a questo corso come un momento di qualificazione professionale per gli infermieri dell’ospedale R. Follereau - Comunità di Sant’Egidio - spiega Fabio Riccardi, uno dei 4 medici italiani che seguono il progetto - ma, quando se ne è avuta notizia, sono arrivate molte richieste, anche di infermieri che lavorano in altre strutture sanitarie del paese. Li abbiamo accolti con piacere, anche perché questo sottolinea l’utilità del nostro intervento e ci dà la possibilità di estenderne l’efficacia..
Qual era l’obiettivo di questo corso?
Gli infermieri guineani hanno tutti una preparazione di base buona. Ma negli anni, e soprattutto nelle situazioni di emergenza in cui - anche a causa della guerra civile - si sono trovati a lavorare, aggiornarsi è quasi impossibile e, a volta si finisce anche con il dimenticare nozioni importanti.
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Il corso infermieri
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Per questo, dopo anni di lavoro, è importante fermarsi a riconsiderare alcune materie come la medicina preventiva, riappropriarsi di elementi di scienza della nutrizione, di pediatria, di dermatologia.
Nel Nord del mondo questo è normale, direi una routine. In Africa no, con conseguenze gravi. Per questo, abbiamo voluto inaugurare questa serie di corsi di aggiornamento.
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Quali sono i compiti di questi infermieri in un periodo in cui l’ospedale, prima distrutto dalla guerra civile, è in fase di ricostruzione?
Il loro lavoro è stato ed è fondamentale. Grazie a loro, le attività dell’ospedale non si sono fermate, nonostante i locali fossero stati bombardati e devastati.
Gli infermieri attualmente lavorano negli ambulatori, che si trovano in una struttura adiacente a quella dell’ospedale.
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Questi hanno garantito la continuità della terapia per i malati di TBC che erano ricoverati, ed una intensa attività di visite, controlli e terapie soprattutto per i bambini malnutriti.
Sono ancora gli ambulatori che hanno individuato e segnalato i casi di bambini che avevano bisogno di interventi urgenti, alcuni dei quali sono stati operati in Italia, come è il caso di Malam Manè, da poco rientrato dall'Italia, dove è stato operato.
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Malam Manè, operato a Padova e da poco tornato in Guinea
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C’è un aspetto che emerge come prioritario, dall’esperienza di questo corso?
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Mi pare che vada data importanza all’aspetto nutrizionale.Tante malattie infatti sono legate alla malnutrizione, soprattutto nel caso dei bambini. Conoscere il valore delle proteine, imparare a riconoscere i sintomi della malnutrizione e quindi a trattare il bambino malnutrito, sono questioni "di base". Un altro aspetto importante è legato alla trasmissione delle malattie: per esempio, era del tutto sottovalutata l’importanza dell’acqua come veicolo di contagio delle infezioni.
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Il ministro della Salute alla cerimonia di consegna dei diplomi
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