Anche a Goba è intensa l'attività dell'ambulatorio di canisso, costruito lo scorso febbraio. E intanto si prepara la costruzione di un pozzo, per dare più acqua al villaggio.
Anche a Goba abbiamo ripreso, ormai da due settimane, l’attività dell’ambulatorio. Goba è il tipico ambiente mozambicano. E’ quasi a due ore da Maputo, ed è raggiungibile solo con un fuoristrada. Le case sono molto distanti una dall’altra. Sono tutti “canissi”, fatte di canne e di paglia.
Nella zona non ci sono strutture sanitarie di nessun tipo. Il nostro è l’unico ambulatorio, sempre fatto di “canisso”. Al nostro arrivo, come ogni lunedì, troviamo il capo villaggio che già ha arredato i due ambienti con le stuoie ed i tavoli più belli, portati dalle capanne vicine. Ha anche distribuito i numeri, di cartoncino riciclato, alla piccola folla che ci aspetta.
Cominciano le visite e già tanta altra gente arriva comparendo chissà da dove. Sono quasi tutte donne, con bambini anche piccolissimi: aspettano tutti, con grande pazienza, il loro turno.
Alcuni sono già “nostri pazienti” da un anno, ed hanno una loro cartella personale. Altri vengono per la prima volta. A tutti prendiamo il peso, l’altezza, la temperatura; poi si passa alla stanza della visita, per le medicazioni e la distribuzione delle medicine.
E’ sorprendente come già da una settimana all’altra troviamo grossi miglioramenti.
Pedro, di sette anni, era arrivato la settimana scorsa piangendo per la grave ustione da poco avuta al polpaccio. Oggi lo troviamo sorridente, ed anche la ferita sta molto meglio. Basta davvero poco per guarire.
Anche la merenda è poi occasione di festa. Il latte e i biscotti fanno sorridere soprattutto i più piccoli.
Presto ci sarà un’altra festa, sicuramente più grande. Quella per il nuovo pozzo che vogliamo costruire, che consentirà di dare più acqua al villaggio.
Alla fine, da tutti…Kanimambo!
Stefano Capparucci
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