Il 1 aprile, l’associazione dei rifugiati afgani in Italia (Acafi) e Genti di Pace hanno organizzato la festa del Nawroz, il Capodanno secondo l’antico calendario preislamico di diversi paesi dell’Asia centrale (tra i quali l’Iran, l’Afghanistan, il Tagikistan, ed il Kurdistan). E’ una festa popolare, associata all’inizio della primavera.
L’Afghanistan è da oltre 40 anni teatro di guerre e conflitti, anche in nome dell’appartenenza etnico-religiosa e politica. Oltra alla divisione tra sunniti e sciiti, la popolazione è divisa in numerosi gruppi etnici, tra cui i maggioritari sono i pastun, gli hazara, i tagiki e gli uzbeki.
E' tra i primi paesi al mondo per numero di persone costrette a scappare e a chiedere asilo politico fuori dai suoi confini.
Dagli anni ‘90 in Italia hanno cominciato ad arrivare i primi profughi provenienti dall’Afghanistan, spesso ragazzi giovanissimi che devono fare dei viaggi lunghi e pericolosi per giungere in Europa, nel 2012 in Italia c’erano circa 12.000 afgani.
L’Associazione degli Afgani collabora con Genti di Pace e si propone di costruire la convivenza pacifica e il dialogo tra gli afgani, aldilà di ogni appartenenza etnica, religiosa e politica. Un impegno che la Comunità di Sant’Egidio sostiene da anni.
Erano presenti l’ambasciatore in Italia e i rappresentanti di alcune associazioni che accolgono i rifugiati tra cui il Centro Astalli (JRS) e oltre 600 afgani con diversi nuclei familiari e bambini nati in Italia, segno della stabilità che questa comunità comincia ad avere nel nostro paese.
Quest’anno per l’occasione era presente un cantautore Hassan Rezai, venuto appositamente da Kabul, che ha suscitato l’entusiasmo tra i giovani presenti in sala.
Il presidente dell’Associazione, Qorbanali Esmaeli, ha detto:” Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio per l’accoglienza e l’ospitalità offerta a tanti afgani nel centro Genti di pace e nella mensa di Via Dandolo, per l’amicizia con cui ci accompagna nella vita in Italia e per il supporto che da anni ci fornisce nel sostenere le nostre iniziative culturali e religiose. Auguro a tutti i nostri amici cristiani una Buona Pasqua. Il futuro per noi - e speriamo per l’Afghanistan, come per il mondo intero - è vivere in pace e nel dialogo tra cristiani e musulmani conoscendosi e rispettandosi a vicenda”.
Non poteva mancare il Qabuli uzbeki, tradizionale piatto di questa festa cucinato con riso e carne di montone; il ballo nazionale cui sono seguiti molti altri balli e musiche.
Ha detto Daud, afgano di 25 anni: “questo Capodanno rimarrà nella nostra memoria, anche se siamo lontani da casa, oggi ci siamo sentiti bene, contenti, in famiglia”. |