Sabato 13 aprile, chiostro di santa Maria La Nova a Napoli: quasi non si riesce ad entrare nell’antica sala del refettorio. Il tema della conferenza potrebbe sembrare poco "alla moda": si parla di poveri e di povertà. Invece un interesse c'è, un grande interesse, se in tanti sono venuti, al punto che non sono pochi quelli che seguono la conferenza in piedi.
Si parla di povertà, ma anche di un’amicizia speciale: quella della Comunità di Sant’Egidio con i senza dimora a Napoli e dintorni.
Venti anni: una storia
1992, fine novembre. Un gruppo di studenti universitari inizia a cucinare panini e bibite calde per i senza dimora che vivono attorno alla biglietteria della Stazione Centrale di Napoli. Li incontra, si ferma con loro, li chiama per nome. Elisa Cariota, la prima amica, è il simbolo di questa storia. Lei ama fare festa insieme, in quelle che chiama le “chiassate”. A lei oggi è dedicata la Guida per i senza dimora DOVE MANGIARE DORMIRE LAVARSI A NAPOLI, e la memoria di chi vive e muore per strada a Napoli.
Oggi, dopo 20 anni, i pasti distribuiti sono aumentati: circa 60.000 l’anno e sono più sostanziosi, ma lo spirito non è cambiato: quello dell’amicizia familiare che conosce il nome, i volti e le storie di ognuno. Circa 800 le persone incontrate nell’ultima rilevazione, quasi 900 raggiunte ogni settimana dal servizio Amici per la strada, un appuntamento importante con chi si ricorda di te e su cui sai di poter contare.
È una storia che a Napoli e in Campania coinvolge una rete di associazioni e gruppi che rappresenta un tesoro per la città: dalle Caritas parrocchiali, Diocesana e regionale, al Dormitorio Comunale, il centro La Palma, i servizi sociali del Comune, le Asl, il centro di coordinamento di via Pavia, il camper, la Croce Rossa, i sindacati, le cooperative, il Seminario maggiore, le Figlie della Carità, la Fondazione in nome della Vita, la fondazione Massimo Leone, la fondazione Iacometti, le tante parrocchie e associazioni, gli Alcolisti Anonimi, le mense di san Francesco e santa Chiara, santa Brigida, Sant’Antonio da Padova, senza contare tante persone di buona voltoà che si sono, negli anni, unite a questo impegno.
Una rete di solidarietà che oggi dà voce a tanti poveri che troppo a lungo non hanno avuto chi parlasse a loro nome.
I lavori sono coordinati da Gino Battaglia.
Tra gli intervenuti, Maria Chiara Aulisio de Il Mattino, sottolinea il ruolo dei media nel parlare della povertà e dare buone notizie, in un cambiamento possibile che rispecchi i poveri e con loro la città.
Luigi Pietroluongo, della Fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora), riferendosi alla recente indagine Istat, da cui i senza dimora risultano l’0.2 % della popolazione nazionale, mette in evidenza come molti finiscano in povertà a causa nella frammentazione della famiglia, che resta l’unico vero welfare.
Francesca Zuccari, della Comunità di Sant’Egidio, racconta come sia nato il servizio in strada ai senza dimora e come questo abbia aperto gli occhi a tanti sulla vita dei poveri e parla di un "metodo dell'amicizia" che nel rapporto personale ricostruisce una storia, una dignità, spesso restituisce un futuro Vai al testo completo .
Ciro Grassini, della delegazione regionale campana Caritas, ha segnalato l'aumento della povertà in Campania, che vede raddoppiare le famiglie e i senza dimora che accedono ai servizi della Caritas regionale mentre la sanità e il welfare stanno divenendo "un lusso".
Benedetta Ferone, della Comunità di Sant’Egidio, ha raccontato la storia dei 20 anni di servizio per strada a Napoli, di come quest’amicizia gratuita sia cresciuta ed abbia cambiato la vita della Comunità, dei poveri ed anche il volto della città. (Vai al testo completo). Dopo ha mostrato i dati dell’ultima rilevazione della Comunità di Sant'Egidio a Napoli.
Alcune testimonianze di impegno con i più poveri hanno arricchito la conferenza:
Don Pietro Lagnese, neonominato vescovo di Ischia, la dottoressa Antonella Molese, direttrice della Croce Rossa regionale, e Peppe De Stefano, presidente del CSV (centri di servizio di volontariato) di Napoli, hanno offerto, attraverso le loro esperienze, un quadro vivace della rete di solidarietà che si è andata realizzando in Campania e che rappresenta una inestimabile risorsa non solo per i poveri che ne beneficiano, ma per tutta la società civile.
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