Facciamo parte della stessa famiglia umana e condividiamo un comune destino. Da qui deriva per ciascuno la responsabilità di operare affinché il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri. Siamo anche chiamati a renderci conto delle violenze e delle ingiustizie presenti in tante parti del mondo e che non possono lasciarci indifferenti e immobili: c’è bisogno dell’impegno di tutti per costruire una società veramente più giusta e solidale. Ieri ho ricevuto una lettera di un signore, forse uno di voi, che mettendomi a conoscenza di una tragedia familiare, successivamente elencava tante tragedie e guerre oggi, nel mondo, e mi domandava: cosa succede nel cuore dell’uomo, che è portato a fare tutto questo? E diceva, alla fine: “E’ ora di fermarsi”. Anche io credo che ci farà bene fermarci in questa strada di violenza, e cercare la pace. Fratelli e sorelle, faccio mie le parole di quest’uomo: cosa succede nel cuore dell’uomo? Cosa succede nel cuore dell’umanità? E’ ora di fermarsi!
Da ogni angolo della terra, oggi i credenti elevano la preghiera per chiedere al Signore il dono della pace e la capacità di portarla in ogni ambiente. In questo primo giorno dell’anno, il Signore ci aiuti ad incamminarci tutti con più decisione sulle vie della giustizia e della pace. E incominciamo a casa! Giustizia e pace a casa, tra noi. Si incomincia a casa e poi si va avanti, a tutta l’umanità. Ma dobbiamo incominciare a casa. Lo Spirito Santo agisca nei cuori, sciolga le chiusure e le durezze e ci conceda di intenerirci davanti alla debolezza del Bambino Gesù. La pace, infatti, richiede la forza della mitezza, la forza nonviolenta della verità e dell’amore.
Angelus 1 gennaio 2014
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