Co-formatore del Governo Federale, Belgio
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Monsignor Bonny,
Signor Presidente del Consiglio Europeo,
Signor Sindaco,
Professor Riccardi – Fondatore della Comunità di Sant’Egidio,
Signora presidente,
Onorevoli ministri e leader religiosi,
Signori e signore,
Ad alcuni il titolo di questa conferenza potrebbe apparire stonato rispetto al mondo in cui viviamo. Un mondo che vive troppi conflitti. Troppe vittime e troppi rifugiati. Ma questa conclusione è errata. Perché è proprio in tempi come questi che dobbiamo continuare a credere che “la pace è il futuro”.
In tempi come questi, più che mai, coloro che si impegnano per la pace devono unire le loro forze, superando le differenze fra religioni e culture, superando le frontiere.
Una pace durevole è possibile. E’ una convinzione che tutti condividiamo. E’ un punto essenziale che trova proprio qui, in Belgio, la sua conferma. Oggi siamo la capitale dell’Unione Europea, probabilmente il più grande progetto di pace mai conosciuto dall’uomo. Ma non è sempre stato così. Una volta, eravamo conosciuti come il campo di battaglia dell’Europa.
In effetti, signori e signore, il nostro paese è l’esempio che una pace durevole non deve essere una speranza vana. Ma siamo anche la dimostrazione che la pace non è soltanto un sostantivo, è anche un verbo, un impegno! Dobbiamo vegliare sui conflitti dormienti, per i gruppi che vogliono usare le differenze etniche, religiose o ancora altre per creare contrapposizione. Dobbiamo sempre cercare di capire come le nostre esperienze del passato possono aiutarci a costruire la pace.
Per questo motivo tutte le amministrazioni del nostro paese, e numerose organizzazioni danno tanta importanza alla commemorazione dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, un secolo fa. Non possiamo dimenticare che cento anni fa, anche qui, la religione ha avuto un suo ruolo nel conflitto. Ad entrambi i lati delle trincee, si gridava “Gott mit uns”, “Dieu le veut”, “God with us” o “De Heer staat ons bij”. Queste grida troppo spesso soffocano le parole di quei leader religiosi che sono attenti alla pace.
Emmanuel Levinas ha scritto quanto “la vera pace profonda” è collegata con la “vicinanza reciproca” tra gli uomini. Dobbiamo prendere, per dirlo con le parole di Levinas, “la fragilità dell’Altro e portarla con noi”
Questo incontro internazionale interreligioso di dialogo e di preghiera è un arricchimento meraviglioso alle numerose iniziative di pace nel quadro della commemorazione del centenario della Grande Guerra.
Voglio esprimere le mie calorose congratulazioni a Sant’Egidio ed auguro a ciascuno di voi una conferenza fruttuosa, produttiva e pacificatrice.
Grazie
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