LAHORE. Sfigurato il ritratto di Shahbaz Bhatti, il ministro per le Minoranze assassinato il 2 marzo 201 l, e imbrattato il monumento che lo ricorda nel cuore della capitale. Un fatto concomitante con l'aggressione a una pacifica comunità cristiana nella grande città di Lahore che ora vivenella paura. Si va delineando sempre più la solidarietà nazionale e internazionale verso Joseph Colony, il ghetto dove tra venerdì e sabato una folla di estremisti ha dato alle fiamme quasi 200 abitazioni, costringendo alla fuga la popolazione.
Un impegno per garantire sicurezza e giustizia, ma anche per soccorrere la popolazione che ha perso i pochi beni durante l'aggressione scatenata dalle accusa a un giovane cristiano di avere insultato il profeta Maometto e dal rifiuto della polizia di consegnarlo agli estremisti.Anche la Comunità di Sant'Egidio, da tempo presente in Pakistan, ha deciso di portare la propria solidarietà concreta dopo avere appreso delle sofferenze dei cristiani locali. Sadia Iqbal, responsabile locale di Sant'Egidio, che con un gruppo della comunità era andata a portare cibo e acqua potabile allo popolazione (ancora moltissimi i residenti che restano sfollati), ha testimoniato le condizioni drammatiche in cui si trova. «Ovunque fumo e cenere - ha confermato Sadia - non si può immaginare quanto pietosa sia la loro situazione».
Per alcune fonti collegato ai gravi fatti di Joseph Colony è anche l'azione dei vandali che sabato, in pieno giorno hanno preso di mira il monumento che sul luogo del suo assassinio ricorda nella capitale Islamabad il sacrificio di Shahbaz Bhatti, il ministro per le Minoranze, di fede cattolica, ucciso per il suo impegno nella tutela dei gruppi perseguitati e della riforma della legge antiblasfemia. (S.V.)