Un'occasione per indossare il "vestito buono", pescato da guardaroba di fortuna. Un momento per mangiare in buona compagnia nel giorno della festa delle feste, il Natale, riuscendo pure a sfoderare sorrisi, di quelli che scoprono i denti e fanno indolenzire le guance.
Il giorno di Natale in tanti tra nomadi, senzatetto, rom, immigrati, persone sole o con problemi psichici, si sono seduti ai tavoli allestiti nella chiesa dei Santi Martiri giapponesi (ma anche nei locali sottostanti, riempitisi subito) per il "Pranzo di Natale con i poveri" organizzato dalla locale Comunità di Sant'Egidio con la parrocchia guidata da don Eusebio Gonzales Hernandez, in collaborazione con la Diocesi di Civitavecchia - Tarquinia e il suo vescovo, Luigi Marrucci. Oltre 250 "invitati" (in molti arrivati sulla sedia a rotelle dalle case di cura "Santa Cecilia", "Villa Santina", "Madonna del Rosario", rsa Calamatta o dal "San Luigi Gonzaga", rsa di Ladispoli) sono stati serviti e coccolati da circa 120 volontari che hanno distribuito pasti, preparato panche e tavoli, apparecchiato, addobbato le tavole con ogni cura, sparecchiato, raccolto e distribuito doni a tutti, aiutando poi, a pranzo finito, a mettere tutto a posto.
Tanti i nuovi europei arrivati da India, Bangladesh, Nigeria, Marocco ma anche dall'europea Romania. Cristiani seduti accanto a musulmani e induisti: «Perché il senso di questa festa è anche far crescere l'amicizia tra tutte le religioni e la nostra Comunità - ha spiegato Massimo Magnano di Sant'Egidio - ringrazio tutti i ristoratori (Taverna dell'Olmo, Stuzzichino, Mastro Titta e il supermercato Elite di via Calisse, ncd) per la loro generosità e per aver contribuito a questo successo».
«Sono felice di aver aperto questa chiesa a tutti, perché la Chiesa è tale se accoglie chi vive nelle difficoltà» ha detto il parroco don Eusebio, messicano del Chiapas, della congregazione Operai del Regno di Cristo. Intanto la locale Comunità di Sant'Egidio ha organizzato per venerdì 30 dicembre altri due pranzi nelle due carceri cittadine, la Casa circondariale di via Aurelia Nord e la casa di reclusione Passerini" di via Tarquinia: 120 volontari serviranno rispettivamente 100 e 90 detenuti.
Stefania Mangia
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