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10 Desembre 2017

L'appuntamento organizzato dalla Comunità di Sant'Egídio

Il 25 dicembre pranzo e brindisi con bambini, migranti e anziani

 
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Si possono superare gli egoismi che dominano sempre più questo mondo divorato dalla paura, dalla diffidenza, dal timore di perdere quel che si ha, anziché impegnarsi per arricchirsi con qualcosa che, spesso, non riusciamo a riconoscere come un valore, una ricchezza per lo spirito e per l'anima. Beh, se tutto l'anno siamo alle prese con la prova di resistenza fatta di lavoro, impegni, competizione sociale, vuoto a perdere mentale, se proprio deve andare così, Natale può diventare un giorno speciale. Stando con gli altri, oltre ogni barriera, oltre ogni luogo comune, oltre ogni cattiveria. L'opportunità la offre anche a Catania, e ormai da anni, la Comunità di Sant'Egidio, i cui responsabili spiegano: «Il Natale è la festa delle feste e, sin da quando la Comunità di Sant'Egidio muoveva i suoi primi passi tra i poveri dalla Sicilia, abbiamo avuto il gusto di trascorrere questo giorno con i bambini dei quartieri disagiati. Quella tavola nel tempo si è felicemente allungata e tanti anziani, senza dimora, stranieri e gente comune si accomodano da tanti anni alla nostra tavola dove si raccoglie una famiglia di età, lingue, tradizioni e religioni diverse: è la famiglia senza confini di Sant'Egidio, è #ilnatalever».
Come contribuire al pranzo di Natale di 
Sant'Egidio? Si può fare con una donazione con Paypal (sul sito www.santegidio.sicilia.it tutti gli estremi), oppure iscrivendosi per partecipare al pranzo che si svolgerà a Catania il 25 dicembre alle 13 nella chiesa di San Nicola l'Arena in piazza Dante. Per farlo si può contattare la comunità in via Castello Ursino 4, chiesa di Santa Chiara. Partecipare è il regalo dei regali, tra i volontari che contano per quel che fanno, non per quel che sono. Tra i tanti anche Sebastiano è solo Sebastiano, che nella vita, poi, il dott. Mignemi faccia il Presidente di sezione penale del Tribunale di Catania, è un'altra storia, che qui non c'entra. Sebastiano spiega di non essere nemmeno parte attiva della Comunità in quanto volontario. «Diciamo che ci sono in quanto cristiano - gli piace di più dire - per lo spirito evangelico che ci anima, per una scommessa che portiamo avanti sulla bontà della vituperata città, quella "invisibile" che è ricca di altruismo e di amore verso gli ultimi. Tutto questo - dice ancora mentre lavora a cosa e come organizzare per rendere speciale il 25 dicembre di chi sarà ospite del pranzo - ci anima nella convinzione che da un giorno speciale possano e debbano nascere tanti giorni vissuti con lo stesso spirito verso gli ultimi: povera gente, migranti fuggiti dagli orrori delle prigioni libiche, bambini da seguire in quartieri poveri di risorse umane verso il sociale, anziani ricchi di umanità e tradizioni ma poveri di compagnia, spesso abbandonati in case di riposo, se non di tortura».
Così Sebastiano e la Comunità di 
Sant'Egidio si preparano al Natale, non con la frenesia di comprare, spendere, consumare, ma con la voglia di riuscire a donare momenti di serenità. E di ricevere il più bel regalo: un sorriso, un grazie stupito, sincero. Unico.