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il Cittadino

17 Januar 2012

Nel giorno del capodanno

Tutti in marcia per la pace

 
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Tanti, tantissimi giovani erano presenti il primo gennaio alla Marcia della pace, e poi, bambini, adolescenti, famiglie.
E in questa Giornata mondiale della pace, che papa Benedetto XVI ha voluto dedicare all'educazione dei giovani, la presenza di un numero così significativo di ragazzi - allegri, convinti, con i palloncini, ma anche partecipi nei momenti di confronto e nell'ascoltare i nomi dei paesi colpiti dalla guerra - ha assunto un significato tutto particolare. Per il decimo. anno consecutivo, la Comunità di Sant'Egidio ha voluto celebrare così - con un momento di riflessione insieme al cardinale Angelo Bagnasco e con una lunga, partecipatissima marcia attraverso le vie del Centro Storico - la giornata he papa Paolo VI nel 1968 ha voluto dedicare al tema della pace. Impossibile, in questi tempi difficili, non cogliere il legame tra la violenza e la crasi che colpisce l'economia mondiale: "la domanda più vera che possiamo farci - ha spiegato il cardinale Bagnasco - è chiederci che cosa sia l'uomo. Dalla risposta che noi diamo dipende tutto. Vogliamo accettare quella che è la realtà della vita o preferiamo seguire ciò che a noi più piace e pare in quel momento?". Da ciò deriva, per il Cardinale, l'impegno non solo della Chiesa ma di tutta la società per l'educazione dei giovani: "educare alla pace vuoi dire trasmettere non solo il senso di giustizia ma anche la carità. Senza l'affiato della carità, il mero riconoscimento dei diritti resta freddo. La pace nasce solo dall'amore, la giustizia è importante ma non basta".
L'incontro nella basilica dell'Annunziata si è aperto con la testimonianza di Jessica, una donna ecuadoriana, che ha ricordato la centralità della famiglia per gli immigrati: "la famiglia è una risorsa - ha detto - e per i nostri figli desideriamo integrazione, istruzione e cultura, perché non si sentano mai da soli". Marco Carbonaro, che con la Comunità di Sant'Egidio si occupa dei bambini nei centri delle Scuole della Pace ed è un medico impeganto anche nella lotta all'Aids in Africa ha voluto sottolineare come "la nostra è una famiglia larga come il mondo, e questa famiglia ha inizio quando nei quartieri di periferia un giovane studente genovese prende per mano un bambino e lo accompagna nello studio e nella crescita". A coronamento di queste riflessioni, dalla basilica dell'Annunziata è partita la Marcia della pace. Duemila persone: bambini, giovani italiani e stranieri, famiglie, anziani. Palloncini colorati liberati davanti alla Cattedrale di San Lorenzo e cartelli con i nomi dei paesi in guerra. Rappresentanti delle istituzioni, della cultura, delle varie confessioni religiose presenti a Genova.
"Un corteo pacifico, festoso e fiducioso - spiegano con soddisfazione gli organizzatori - che sembra voler indicare la strada a chi, a Genova come altrove, guarda con preoccupazione alla realtà ma al tempo stesso non sì lascia schiacciare dalle preoccupazioni e non perde la speranza". Il responsabile genovese della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Chiappori, collega questo momento in cui la città si raccoglie per ricordare la violenza del mondo e delle città a recenti fatti di violenza in città italiane e al pranzo di Natale di Sant'Egidio, dove nella solidarietà di tanti si è visto un importante segno positivo. "Bisogna stare in guardia - spiega - da un modo di vivere senza gli altri e contro gli altri, che spinge allo scoraggiamento ed al sentirsi inutili. E il vuoto della vita che rende aggressivi".


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