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Corriere della Sera - Ed. Roma

May 16 2014

La fiaccolata Campidoglio, Sant'Egidio e comunità ebraica manifestano dopo il sequestro in Nigeria

«Basta persecuzioni ai cristiani nel mondo»

E l'Anfiteatro si spegne contro l'indifferenza Marino: le catene di uno pesano su tutti. Riccardi: fenomeno in crescita

 
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Il Colosseo si è spento alle 21 esatte. Dall'alto della manifestazione, sugli spalti, un nugolo di fotografi giapponesi ha immortalato l'evento. Roma si è mobilitata ancora una volta contro le ferite del mondo, stavolta in «Solidarietà con i cristiani vittime di discriminazioni e persecuzione» come spiegava lo striscione. Era già successo il 9 maggio 2012, sempre per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio e della Comunità ebraica di Roma, una fiaccolata anche allora per i cristiani perseguitati in Nigeria. E, ora come dice il sindaco Ignazio Marino, ultimo intervenuto nella nuova manifestazione indetta anche con Roma Capitale «bring back our girls», ridateci le nostre ragazze, le giovani sequestrate in Nigeria da un gruppo jihadista estremista islamico. Sono le ultime parole che echeggiano  mentre il monumento si spegne.

Alle otto di sera l'area tra l'Arco di Costantino e l'Anfiteatro Flavio si era già riempita di manifestanti, con molti immigrati e africani presenti, in gran parte islamici che, interpellati, condannano senza remore  ciò che sta accadendo in Nigeria. Lo dice Bousso, senegalese da oltre vent'anni a Roma, commerciante, lo ripete Tarek egiziano da sei anni qui, lo dice Inas eritrea di mestiere badante, lo sostiene Laye Sissoko senegalese e operatore sociale. Siamo sotto il Colosseo, luogo  dell'antica sofferenza dei cristiani, ma anche della sconfitta degli ebrei di Gerusalemme: a ricordarlo con un messaggio scritto letto dal rabbino Alberto Funaro è il rabbino capo di Roma Riccardo di Segni. «In questo luogo - conclude il breve scritto che dà inizio alla manifestazione - ci ritroviamo dopo duemila  anni per dire no all'indifferenza». Il direttore di «Shalom», Giacomo Kahn, ricorda a sua volta che sono ormai una ventina i paesi in cui ci sono migliaia di cristiani sequestrati, perseguitati, colpiti. «Oggi in Sudan è stata condannata a morte una ragazza per apostasia»,  dice. E ammonisce ricordando il tallone di ferro nazista che voleva un mondo Judenfrei, libero da ebrei. «Oggi c'è un tentativo di Christianfrei».

Il fondatore di Sant'Egidio, lo storico Andrea Riccardi, premette che questa battaglia non riguarda una questione confessionale e non è frutto di vittimismo. «Il momento è grave - sottolinea - il fenomeno insanguina il mondo, la persecuzione è cresciuta, intere comunità sono perseguitate, oppresse, decimate, ci sono uccisi, rapiti». Ricorda poi padre Paolo Dall'Oglio, il religioso rapito da mesi in Siria. E i vescovi sequestrati. «E' in corso una pulizia etnico-religiosa - conclude Riccardi - bisogna rompere il silenzio di fronte a un fenomeno globale, inumano». L'Arco di Tito con le sofferenze degli ebrei: lo indica a braccio il presidente della Comunità Ebraica  i Roma Riccardo Pacifici. Per ricordare però che poi gli ebrei portati schiavi a Roma furono riscattati dagli ebrei della città... «Da Roma partono messaggi importanti - sottolinea Pacifici - qui il popolo ebraico ha ritrovato libertà e rispetto, è importante sapere che le comunità islamiche di Roma hanno aderito, Roma ha già fatto miracoli spegnendo il Colosseo per il soldato Shalit, da qui è partito il monito che non ci siamo dimenticati di lui».

Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, sostenitore insieme al Tg1 dell'iniziativa, cita un ultimo rapporto dell'Ue: «Sono 25 i paesi in cui i cristiani sono perseguitati, 39 quelli in cui è vietato cambiare religione». De Bortoli mette in guardia dal silenzio che si trasforma in complicità, ricorda che la sopravvissuta alla deportazione Liliana Segre ha suggerito di mettere all'ingresso del Memoriale della Shoah a Milano un'unica parola ammonitrice, «indifferenza». E poi? Poi prima che concluda il sindaco, ecco Alganesh Fessaha eritrea, presidente dell'associazione Gandhi, che di ritorno dal Sinai comunica di essere appena riuscita a liberare 155 migranti sequestrati. E rivela anche che i capi dei beduini hanno pregato per quattro ore contro le violenze dei jihadisti nigeriani. Ancora Raffaele Genah, vicedirettore del Tg1, che ricorda come l'odio religioso faccia 105 mila vittime all'anno. «La libertà è una sola - conclude il sindaco Marino citando Nelson Mandela -. Le catene imposte su uno di noi pesano sulle spalle di tutti».  

Paolo Brogi


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